High Treason – Maurice Elvey (1929)

Questo film muto, poco noto, meriterebbe in realtà un posto di rilievo nella storia del cinema per la sua incredibile modernità e i temi trattati. Sebbene si noti una certa influenza di Metropolis, infatti, High Treason possiede tanti punti di innovazione interessanti per il genere che si ritroveranno in tante produzioni successive. Il film venne rilasciato in versione muta e sonora, ma solo la prima è sopravvissuta. Si tratta per altro di uno dei primissimi film sonori di produzione britannica.

Nel lontano 1940 (data in seguito cambiata nel 1950) il mondo è diviso in due fazioni: quella Atlantica e quella Europea. Una scaramuccia di frontiera sembrerebbe dare i presupposti per uno scoppio della guerra tra le due fazioni. Michael Deane (Jameson Thomas), membro dell’esercito, e Evelyn Seymour (Benita Hume), figlia del Dr. Seymour (Humberston Wright) il promotore del partito della pace, sebbene innamorati si ritrovano divisi ideologicamente da questo terribile avvenimento. Quando la situazione sembra precipitare il Dr. Seymour, andando contro tutti i suoi principi, uccide il Presidente della fazione europeista (Basil Gill) al fine di scongiurare la guerra Stephen Deane. Scampata la guerra egli non potrà però scampare al processo…

Il film ha diversi punti di interesse che meritano di essere analizzati. High Treason si presenta come un film pacifista all’interno del quale diventa chiara la paura dei britannici (nonché per la popolazione europea in generale) per lo scoppio di un nuovo conflitto internazionale ancora più terribile del primo conclusosi una decina di anni prima. A terrorizzare la popolazione britannica, come abbiamo visto già con The Airship Destroyer di Walter Booth (1909), è sempre l’incubo di un attacco aereo che, grazie alle nuove tecnologie, diventa ora ancora più plausibile di prima. Da notare, inoltre, come nel film la situazione instauratasi tra le due fazioni ricordi molto da vicino la situazione creatasi in seguito durante la Guerra Fredda tra il blocco sovietico e quello americano. Ancora una volta, e possiamo dire purtroppo, possiamo dire che la fantasia si ritrova a precedere la realtà. Ma forse ancora più interessante è la lucidità con cui vengono dipinti coloro che, noncuranti della perdita di vite umane, lucrano sulle guerre e la morte di persone innocenti. Queste persone vengono qui rappresentate come un gruppo di uomini, più o meno loschi, che non esitano a inscenare attentati e finte rappresaglie pur di indirizzare l’opinione pubblica verso il conflitto. Proprio i mezzi di informazione (tra televisori futuristici e tanto altro) hanno un ruolo di rilievo in questa vicenda, a conferma della grande profondità della visione globale degli sceneggiatori e del regista, quasi a prefigurare quello che accadrà (e stava accadendo) nei paesi governati da regimi totalitari. Ultimo punto su cui vorrei soffermarmi è la presenza di scene abbastanza libertine per l’epoca, una fra tutte quella della doccia di Evelyn nella prima parte del film. Nel complesso la regia è ben curata, così come la fotografia. Ottima anche la prova degli attori protagonisti che riescono nel difficile intento di lasciare lo spettatore incollato al teleschermo. Divertente vedere Jameson Thomas (che abbiamo già conosciuto con The Farmer’s Wife), alle prese con un ruolo decisamente diverso e più eroico.

Un film  assolutamente da vedere e da riscoprire. Nella speranza che venga presto proposto nella sua versione restaurata (del 1998 patrocinata dalla Cinémathèque de Toulouse) in DVD vi lascio con un piccolo estratto tratto dalla prima parte del film (purtroppo privo di colonna sonora). Buona visione!

Curiosità: Maurice Elvey, regista dalla lunga carriera, è ricordato per essere il regista di una delle prime serie dedicate a Sherlock Holmes in cui l’investigatore di Baker Street era interpretato da Ellie Norwood.

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