La Strega di York (The Road to Yesterday) – Cecil B. DeMille (1925)

The Road to Yesterday è il classico film sentimentale/drammatico impregnato di morale cristiana che solitamente trovo piuttosto stucchevole e ingenuo, eppure mi ha decisamente stupito perché, invece di fermarsi nello schema precostruito del suo filone, se ne discosta abbastanza. In questo film lo svolgimento apparentemente semplice viene scosso completamente da un evento inatteso. Due coppie, che stanno attraversando un periodo complicato, si trovano sullo stesso treno per motivi diversi, un treno che improvvisamente ha un terribile incidente. Una delle ragazze si ritrova catapultata nel passato dove scopre che le loro vicende hanno radici ben più profondo, e che i protagonisti non sono altro una proiezione nel futuro di personaggi che in un’altra vita hanno partecipato ad una vicenda sanguinosa e traumatica. Andiamo per ordine: la prima coppia è composta da Kenneth, detto Ken (Joseph Schildkraut) e Malena Paulton (Jetta Goudal), nel presente sono appena sposati ma non hanno ancora consumato il matrimonio. Ken ha un braccio inutilizzabile e non se ne comprende la causa, e Malena vede l’ombra di quella mano compiere gesti orribili nei suoi confronti, per questo non riesce a concedersi. Dall’altra parte mentre Beth Tyrell (Vera Reynolds) sta per sposarsi con Harriet (Trixie Friganza), incontra un giovane sacerdote protestante, Jack Moreland (William Boyd), con cui sente di avere un legame profondo nel passato. I due si innamorano ma quando Beth scopre la professione di Jack, decide di lasciarlo e rimettersi sul treno. Le due coppie si trovano sul treno per motivi diversi: Jack vuole seguire Beth e Harriet che vanno a sposarsi a San Francisco, Ken sta andando nella città per farsi operare al braccio. Proprio i problemi al braccio hanno portato Ken a perdere la fede e dare libero sfogo alla sua anima malvagia. Improvvisamente il treno si scontra con un altro e Beth, come detto, viene trasportata nel passato e, pur mantenendo i suoi ricordi presenti, rivive gli eventi della sua passata vita. Siamo nel medioevo, Ken è un tiranno spregevole che nonostante sia sposato con Malena, accusata dal popolo di essere una strega, vuole a tutti costi sposare la povera Beth. Anche nel passato, Beth incontra Jack di cui si innamora, e quando lei viene catturata e portata a palazzo, lui fa di tutto per riuscire a salvarla. Il finale è tanto sanguinoso, che in Italia dovettero censurarlo: muoiono tutti tranne la povera Beth. Malena viene mandata al rogo come strega e prima di morire tra le fiamme, lancia una maledizione su di loro: “Through lives and lives – Through hells and hells – till the will that made has unmade – thou shalt pay – and pay – and pay!“. Si torna al presente dove i quattro protagonisti si risvegliano assieme. Jack salva Beth che promette di sposare nonostante la tonaca, Ken ritrova l’uso della mano dopo essersi appellato a Dio, e riesce così a liberare dalle macerie Malena. Nella scena finale i quattro si ritrovano in una vecchia chiesa, dove davanti a Dio dichiarano i loro rispettivi amori.

Mi sono dilungato molto perché la trama è decisamente contorta e meritava di essere approfondita. Si tratta di uno dei primi film a trattare il tema dei viaggi nel tempo. Anche la scelta di mettere in scena il finale medievale tanto sanguinoso non doveva essere tanto scontata per l’epoca. Ignoro quali siano i contatti tra il film e l’opera teatrale di riferimento, The Road to Yesterday di Beulah Marie Dix e Evelyn Greenleaf Sutherland, ma immagino che questo componente fosse presente anche lì. Per il comparto regia c’è poco da dire, Cecil B. DeMille ha fatto centro, ed è riuscito nel difficile compito di stupirmi a quasi cento anni di distanza. Gli attori, anche se a tratti un po’ legnosi, si adattano molto bene al loro ruolo romantico e drammatico. Un plauso particolare alla sceneggiatura di Jeanie Macpherson  e alle didascalie, mi pare siano di Howard Hawks, non eccessive e mai troppo banali. Anche i costumi, specie quelli medievali, sono molto ben curati e non sfigurerebbero di certo di fronte a certe produzioni dei giorni nostri. Nonostante la grande spesa per il film, in America The Road to Yesterday non ebbe propriamente il successo sperato, anche se i costi di produzione furono superati dagli incassi degli Stati Uniti, la casa di produzione si aspettava un guadagno maggiore vista la spesa ingente.

Le edizioni in DVD attualmente in commercio sono, a mio modesto parere, piuttosto scarse. Entrambe uscite nel 2007 la prima, edita dalla Passport Video, rientra in un cofanetto budget dedicato a Cecil B. DeMille, che di buono ha davvero poco. La versione Sunrise Silents, propone una colorazione poco gradevole, e seppure sia nel complesso migliore dell’altra, non è certo una perla del restauro. Insomma, sospendo il giudizio nella speranza di avere presto una edizione decente.

Aggiornamento: Nel 2013 è uscita un’edizione a cura dell’Alpha Video che dovrebbe essere migliore delle due precedenti.

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