Dal Cinema Ritrovato: Cinefilia Ritrovata e il Cinema Muto parte 1

Prime giornate pienissime di appuntamenti muti. Come al solito gli articoli che vengono pubblicati su cinefilia ritrovata li trovate linkati qui. Oltre agli articoli trovate anche alcune lezioni su un inedito Harold Lloyd fotografo, Leo  McCarey e i 120 anni della Gaumont. A proposito di anniversari non perdete l’articolo sui trent’anni della Lobster. Immancabile poi come ogni anno troviamo le serate in compagnia della lanterna a carbone che ha ridato vita ad Assunta Spina, il film edito quest’anno in DVD dalla Cineteca di Bologna. Gli articoli sono a cura di Yann Esvan, Marianna Curia, Giacomo Calorio e Ciné-fils. Buona lettura!

– Il cinema a carbone: “Assunta Spina”

Quale modo migliore per presentare uno dei capolavori del cinema muto italiano, se non attraverso la lanterna a carbone nella piazzetta Pasolini? Mentre il proiettore sbuffava, ecco che la storia di Assunta Spina riprendeva vita sotto i nostri occhi. Questo anche grazie alla componente “veristica” del film, dove la protagonista è la Napoli del 1915 con la sua gente e le sue strade. La stessa Francesca Bertini, splendida protagonista, era una napoletana DOC e aveva tanto a cuore questa vicenda dal costringere il produttore Giuseppe Barattolo, altro napoletano, a farle dirigere il film assieme ad Alberto Carta…

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– La donna-gufo: “Il fuoco” di Giovanni Pastrone

Il Cinema Ritrovato 2015 offre come sempre ampio spazio ai film con protagoniste le grandi dive italiane. Si parte con Pina Menichelli  ne Il fuoco (1915) di Giovanni Pastrone, qui sotto lo pseudonimo di Piero Fosco. I fasti di Cabiria (1914) sembrano ormai lontani e ci ritroviamo in un’ambientazione semplice dove i personaggi sono appena due:  una poetessa (Pina Menichelli) e un pittore (Febo Mari). I due si conoscono sulle rive di un lago, mentre ritraggono, ciascuno attraverso la propria arte, uno splendido tramonto. Il pittore resterà stregato dalla donna e se ne innamora a prima vista. Il look della Menichelli ne Il fuoco è forse uno dei più noti del cinema italiano grazie al particolarissimo copricapo piumato che le conferiscono l’aspetto di una donna-gufo…

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– Si ride con ritmo in casa McCarey

La sezione del Cinema Ritrovato dedicata a Leo McCarey si apre con quattro cortometraggi proiettati in sala con l’accompagnamento al pianoforte di Donald Sosin. Nell’America dei ruggenti anni Venti, gli ambienti familiari dei ricchi sono per McCarey il luogo privilegiato della comicità. Così, nel primo corto (His Wodden Wedding), lo sposo decide di rinunciare alle imminenti nozze con la donna amata (un amico imbroglione gli rivela che lei ha una gamba di legno) ma le lascia in dono l’ anello di diamanti che le aveva regalato per il loro fidanzamento…

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– Un’intera nazione: “Furusato no uta” di Mizoguchi

Furusato no uta (La canzone del paese natio, 1925) narra la storia di Naotarō, un giovane e intelligente agricoltore impossibilitato a continuare gli studi a Tokyo a causa delle condizioni di precarietà finanziaria nelle quali versa la sua famiglia. Dapprima smanioso di mettere a frutto le proprie doti intellettuali e frustrato dalla situazione in cui è costretto, il giovane matura gradualmente, di fronte allo spettacolo indecoroso dei suoi fortunati coetanei dediti, più che allo studio, alle dissolutezze della cultura occidentale importata dalla capitale, un senso di orgogliosa consapevolezza del cruciale ruolo sociale che la classe contadina porta sulle spalle…

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– Lezioni di cinema: Harold Lloyd fotografo 3D

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– Lezione di cinema: Leo McCarey

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– Lezioni di cinema: 120 anni della Gaumont

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