Un messaggio da Marte (A Message From Mars) – J. Wallett Waller (1913)

CZw9gWWWIAIAhDkNel 1899 Richard Ganthoney presentava una piece teatrale dal titolo A Message from Mars, una sorta di rivisitazione in chiave fantascientifica di A Christmas Carol di Dickens. Questa bizzarria ebbe un discreto successo nei primi anni del Novecento, tanto da ispirare ben tre versioni cinematografiche. Oltre a quella del 1913 di cui parleremo a breve segnalo una prima trasposizione del 1903 ad opera del regista neozelandese W.F. Brown, e una versione statunitense del 1921 con regia di Maxwell Karger, entrambe andate perdute. Stessa sorte avrebbe forse subito la versione di J. Wallet Waller se la BFI non avesse preservato e poi restaurato nel 2014 la pellicola originale.

Horace Parker (Charles Hawtrey) è un ricco signorotto egoista, incapace di provare affetto e pietà per gli altri. Stanca del suo atteggiamento la fidanzata Minnie (Chrissie Bell), spinta anche dalla Zia Marta (Kate Tyndall), decide di lasciarlo. Ma anche altrove si preoccupano di quanto sta succedendo al protagonista. Su Marte, infatti, i locali stanno osservando le “imprese” di Horace. Il Re decide quindi di inviare un messaggero (Holman Clark), con lo scopo di sciogliere un cuore di ghiaccio del protagonista. La missione ha successo: R. Crompton - Message from Mars (1913) Marscosì il nuovo Horace, sprezzante del pericolo, deciderà addirittura di rischiare la sua vita salvando da un incendio una famiglia povera. Immaginate la sorpresa di Minnie, tornata da Horace per un chiarimento, nel vedere un cambiamento così repentino nel fidanzato. Inutile dire che vissero così tutti felici e contenti…

Un messaggio da Marte è un film buonista scritto in maniera mediocre e non proprio godibile. Essendo la rivisitazione di un classico, la sensazione è quella di perenne già visto. Al posto dei fantasmi del passato, presente e futuro abbiamo un marziano che costringe il ricco signorotto borioso a vedere il mondo con gli occhi dei poveri. La trasformazione è troppo rapida e il personaggio risulta un po’ macchiettistico e poco caratterizzato. Allo stesso modo la fidanzata e tutti gli altri personaggi sono decisamente piatti e poco sviluppati. Da segnalare una piccola chicca, che ci mostra i preconcetti dell’epoca nei confronti delle persone povere: quando Horace, ormai redento, invita la famiglia povera nella propria casa, uno dei bambini (chissà che non fosse italiano!) ne approfitta per rubacchiare qualcosa. Ah, questi poveri! Non impareranno mai!

Pregevolissimo il lavoro di restauro della BFI che ha anche operato una colorazione che mette meglio in risalto alcune scene, in particolare quella dell’incendio caratterizzata da una tinta rossa molto evocativa. Piccolo appunto riguardo il framerate: sarà una mia impressione ma sembra leggermente inferiore rispetto a quanto dovrebbe essere tanto che in alcune scene mi pareva che i personaggi si muovessero al rallentatore. Ripeto, potrebbe essere solo una mia impressione.

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