Settimo cielo (Seventh Heaven) – Frank Borzage (1927)

7thheavenNel 1927 vedeva la luce Seventh Heaven di Frank Borzage, un film che sarebbe entrato nella storia del cinema per aver fatto incetta di premi alla prima edizione degli Academy Award portando a casa la statuetta per la migliore regia, miglior attrice protagonista e miglior sceneggiatura non originale. Ma si tratta realmente di un gran film? Prima di tutto 7th Heaven fa parte di un trittico di film in cui ritroviamo la coppia di attori protagonisti Janet Gaynor e Charles Farrell, di cui già vi preannuncio che ci occuperemo. Le vicende si giocano sempre sulla storia d’amore tra i personaggi interpretati tra i due con vicende storiche o meno che fanno da contorno più o meno riuscito. Con questo film siamo in Francia nel 1914 quando la guerra sta per scoppiare:

Chico (Charles Farrell) è un pulitore di fogne che aspira a fare il grande salto diventando netturbino. Diane (Janet Gaynor) è una povera disperata che viene continuamente vessata dalla sorella Nana (Gladys Brockwell), tossicodipendente e violenta. I due sono destini dei due sono destinati a incrociarsi. Un giorno i ricchi zii di Diane vanno a casa di lei e accettano di prenderla assieme alla sorella a patto che dicano di aver vissuto in maniera decorosa. La giovane non riesce a mentire e rivela la dipendenza della sorella facendo perdere la ghiotta occasione di redenzione a entrambe. Al culmine della furia, Nana la insegue per le strade e cerca di ucciderla. Viene salvata proprio da Chico che prima mette in fuga la sua aguzzina e poi, davanti a dei poliziotti, finge di essere il marito di Diane per salvarla dal carcere. Le forze dell’ordine si ripromettono di controllare se i due effettivamente sono sposati e Chico è costretto a portarsi a casa la ragazza per non finire nei guai. Nel frattempo il giovane aveva effettivamente realizzato il suo sogno ottenendo un posto da netturbino grazie all’intercessione di Padre Chevillon (Emile Chautard). Inutile dire che la finta relazione diventerà presto una vera relazione che verrà bruscamente interrotta dallo scoppio della guerra a cui Chico parteciperà come volontario insieme all’amico e collega Gobin (David Butler). A vigilare sulla sua amata ci sarà Papà Boul (Albert Gran) costretto poi a sua volta a partire perché possessore di una macchina sgangherata di nome Eloise. Nella produzione filmica di Borzage ci sono sempre uno o più temi ricorrenti che uniscono i due innamorati. In questo caso è un orario, le 11, durante il quale loro si fermeranno per pensare uno all’altro (anche durante la battaglia…). Vi ricordo che qui siamo soliti fare spoiler, quindi non leggete da ora in poi se non volete sapere la fine della storia. In guerra Chico viene dato per morto e proprio il giorno della fine della guerra Diane riceve la triste notizia. Sarà il colonnello Brissac (Ben Bard) a portarle la notizia proponendole di aiutarla (da tempo le faceva la corte). La ragazza è disperata e non crede alla notizia finché Padre Chevillon non le consegna la medaglietta religiosa simbolo della loro unione. Con un montaggio alternato scopriamo però che la sorte di Chico è stata diversa e, proprio allo scoccare delle 11, si presenterà a casa per abbracciare la sua amata. Come potete immaginare in realtà non era morto ma a causa di un ordigno ha perso la vista, pur affermando che “niente può tenere Chico cieco a lungo” quasi a rassicurare gli spettatori sulla temporaneità della sua condizione (vedi Lucky star).

Sono molto legato alla capacità di Borzage di creare film molto lacrimevoli ma mai eccessivi, con una tenerezza di fondo che ancora oggi riescono a far passare in secondo piano tutte le problematiche del film. 7th Heaven è un film importante per la storia del cinema, come abbiamo visto, eppure è probabilmente il più debole dei tre film Gaynor-Farrell e a livello di trama si regge sulla parte centrale. Nella prima sezione i personaggi sono di un naïve insopportabile: sono i classici buoni talmente buoni da essere stupidi. Nella parte centrale si costruisce l’ingenua ma toccante relazione d’amore tra Diane e Chico, storia d’amore che cresce con l’evolversi dei personaggi ma che al proprio al culmine viene interrotta dall’arrivo della guerra. Qui il film genera con un intermezzo comico di Papa Boul con la sua Eloise in guerra e nell’incapacità di Borzage nel gestire le scene di massa. La costruzione del finale, con gli occhi di oggi, è a mio avviso costruita male: fino a quel momento lo spettatore, così come Diane, è convinto che Chico sia morto e non si aspetta il suo arrivo. Sarebbe stato molto più forte un suo ingresso in scena alle 11 in punto piuttosto che vederlo prima in mezzo alla folla e, con il montaggio alternato, seguirlo in cammino verso casa. Infine l’introduzione della cecità è veramente anticlimatica, perché prima vediamo Chico muoversi tra la folla e sicuro della sua strada e infine scopriamo questa condizione che parrebbe però temporanea in baffo ai veri invalidi. Bisogna dire che la questione dell’invalidità di guerra è toccata perché nella scena finale si intravede un Gobin tornato a casa decisamente malfermo (vedi immagini). Un’altra tematica che non mi ha entusiasmato è quella della religiosità: Chico si professa ateo ma in realtà, ovviamente, “le bon dieu” lo segue sempre e provvede alla sua sopravvivenza. Proprio in fase di partenza per la guerra avviene una sorta di conversione che forse lo aiuterà a sopravvivere. Un piccolo tocco di classe è invece l’utilizzo, da parte degli attori, di alcune parole francesi mentre parlano. Lo si capisce chiaramente dal labiale ed è veramente carino vista l’ambientazione! Inoltre, anche se vedremo picchi nei prossimi due film, Borzage si dimostra abilissimo nel fare riprese in movimento con piani sequenza e non solo. Bellissima è la parte (che vedete parzialmente in gif) in cui i due salgono i sette piani di scale (da qui il settimo cielo) che portano alla casa di Chico con la loro ascesa che viene ripresa dalla cinepresa come se fosse un ascensore (non è una novità, ma è una ripresa davvero ben fatta). Come in tutti i film di Borzage di questo periodo, c’è un generale mood di dolcezza che non raggiunge mai l’eccesso che mi ha lasciato in una strana condizione di spirito, difficile da descrivere, che mi ha tenuto con il sorriso e una lacrimuccia pronta a scendere.

Concludendo questo 7th Heaven è un film gradevole ma ha qualche piccola pecca che non lascia pienamente soddisfatti. La cosa positiva è che, dei tre film che andremo ad analizzare, questo è a mio avviso il meno bello, quindi se ve li gustate in ordine cronologico potrete sicuramente trovare grande piacere dalla visione.

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