The Man Without Desire – Adrian Brunel (1923)

Nina_Vanna_and_Ivor_NovelloChi mi segue da qualche tempo conosce il mio interesse per Ivor Novello e i suoi film. Tra questi ce n’era uno che mi ripromettevo da tempo di vedere, questo The Man Without Desire che allo stesso tempo mi attraeva e mi respingeva. Come avrete visto il film rientrava tra quelli del progetto fantascientifico ma di fatto, terminata la visione, è più relativo al filone alchimistico/esoterico più che ad una scienza vera e propria. Il film mi ha ricordato per certi versi The Road to Yesterday ma anche Black Oxen, ma aggiunge a questi una componente davvero inusuale legata alla perdita del desiderio sessuale e, di fatto, all’impotenza.

Siamo nel 1800 e il conte veneziano Vittorio Dandolo (Ivor Novello) è innamorato della bella Leonora (Nina Vanna) che è però sposata con il malvagio Almoro (Sergio Mari), che la tradisce di continuo e la maltratta. Vittorio prova ad avvelenare di nascosto Almoro, ma per sbaglio uccide la sua amata. Disperato corre da Mawdesley (Christopher Walker), uno strano scenziato che ha soccorso qualche tempo prima, il quale gli propone di metterlo in uno stato di morte apparente che gli permetterà di risvegliarsi duecento anni dopo. Gli eredi di Mawdesley risvegliano effettivamente Vittorio duecento anni dopo e lui si ritroverà ad avere a che fare con una pronipote di Leonora, Genevia, uguale a lei e un parente di Almoro, Gordi. Per salvarla dalla sorte della sua antenata Vittorio sposa Genevia ma c’è un problema: il viaggio nel tempo ha completamente privato il giovane di ogni appetito sessuale e il matrimonio non viene consumato. Di fronte alla frustrazione della moglie, Vittorio decide di togliersi la vita avvelenandosi. Proprio in punto di morte ritroverà la sua passione con un lungo bacio appassionato.

Il film dura ben un’ora e quaranta e si divide più o meno equamente tra le vicende relative al passato veneziano del protagonista e quello nel mondo moderno. Escluso il momento inziale di spaesamento, però, non ci si sofferma affatto sulle difficoltà del giovane Vittorio di fronte alle difficoltà del mondo moderno e non rivela a nessuno, escluso l’erede di Mawdesley, la sua identità Ottocentesca. Emerge quindi un personaggio piatto, poco caratterizzato e la scelta, piuttosto scontata, di ripresentare la situazione del passato con i nuovi Almoro e Leonora contribuiscono allo stesso modo a creare questa piattezza e ripetitività. Il finale lascia poi spiazzati, perché Vittorio si toglie la vita e lascia, di fatto, Genevia al suo destino. In pratica tutta la vicenda è mossa dall’egoismo di un uomo che ha commesso un errore, seppur in buona fede, e per questo deve essere punito. Allo stesso modo sembrerebbe emergere che qualsiasi tentativo di cambiare la storia sia destinato a fallire. Nel film non ci sono guizzi particolari, tutto è comunque ben messo in scena e la storia si sviluppa in maniera lineare e scorrevole. Gran parte del mio parere negativo deriva sicuramente dalla mia solita e ormai arcinota avversione nei confronti dei film in costume.

Tra le immagini più belle troviamo sicuramente la scena finale che vi presento in galleria estesa. Per il resto non ci sono, come detto, scene particolarmente forti o emozionanti. Se potete recuperare il film e vi piacere il genere, vi consiglio comunque la visione che è piuttosto piacevole.

Rispondi