Lo Scoiattolo (Die Bergkatze) – Ernst Lubitsch (1921)

bergkatzeQuesta edizione del Cinema Ritrovato ha cospirato per farmi parlare di alcuni dei più grandi classici del cinema muto. Così, dopo aver dovuto scrivere de Il Carretto Fantasma, di La chute de la maison Usher e di die Hintertreppe eccomi di fronte al mitico Die Bergkatze (it. Lo Scoiattolo), una delle commedie mute più amate e apprezzate dal pubblico contemporaneo con protagonista una spettacolare Pola Negri. Sapete che non amo le commedie, ma seguendomi saprete anche che il mitico Lubitsch fa eccezione grazie alla sua capacità di confezionare dei film molto raffinati e curati a partire dalle immagini fino alle situazioni comiche.

Nella sgangherata fortezza del Tossenstein capitanata da un comandante tutto fumo e niente arrosto (Victor Janson), viene trasferito il Don Giovanni dell’esercito tedesco, il tenente Alexis (Paul Heidemann). Se lo contenderanno Lilli (Edith Meller), figlia del comandante del forte, e Rischka (Pola Negri), selvaggia brigantessa che sta recando tanti danni all’esercito locale…

Il film sprizza esuberanza da ogni poro e tutto si realizza nella figura della selvaggia Rischka, che è vero motore della vicenda. Donna forte e risoluta si prende quasi con la forza il suo amato tenente Alexis per poi buttarlo via quando scopre la povera Lilli disperata. Ma Rischka non è il classico maschiaccio perché ama anche vestirsi in maniera femminile e scoprire nuovi usi e profumi. Sicuramente quello che per noi è un semplice pregio, all’epoca doveva essere parte del fattore comico. Vedere una donna del genere doveva far ridere molto il pubblico di riferimento. Questo però ci porta a un aspetto interessante che riguarda come venne accolto alla sua uscita. Siamo nel 1921 e il primo conflitto mondiale era terminato da appena 3 anni con condizioni di resa per la Germania tutt’altro che leggere. Die Bergkatze è una satira contro i militari e la guerra e potete immaginare bene che questo non venne apprezzato affatto dal pubblico. Visto con gli occhi di oggi questo manipolo di soldati scalcagnati che vivono in un castello dal folle mobilio (come in Die Austernprinzessin de 1919) fa morire dal ridere!

Ho detto più volte quanto una delle mie passioni siano le autobiografie belliche in particolare dei due conflitti mondiali, ma un altro filone è quello della satira bellica proprio riferita a questi due periodi. Abbiamo visto in passato la trasposizione cinematografica in più parte de Il Buon Soldato Sc’vèik ma questo mi ricorda forse più la saga 08/15 di Kirst con protagonista Asch. La follia visiva del film di Lubitsch viene esasperata anche dall’uso eccessivo di mascherine a creare forme sempre nuove e bizzarre. La mia preferita, la vedete nell’immagine, è quella in cui un Alexis rimasto in camicia e pantaloni intimi viene racchiuso in una sorta di cipolla o limone perché ha fatto una figura barbina. Ma ci sono più scene con mascherine che senza all’interno di tutto il film. La scena che reputo in assoluto più divertente è quella del ballo scatenato dei soldati per la “vittoria” contro i briganti che coinvolge anche i briganti stessi che sono venuti a razziare di notte l’accampamento nemico. Qui bisogna dire che molto lo ha fatto l’accompagnamento dal vivo in stile jazz di Donald Sosin e Frank Bockius che erano veramente scatenati e credo anche divertiti. Altre due scene divertenti sono le introduzioni ai personaggi di Lilli (che sembra depressa e pronta a spararsi con una pistola che si rivela essere un dolciume) e Alexis (che viene salutato per la sua partenza da milioni di donne e figli che ha avuto durante la sua permanenza alla fortezza di confine).

Se dovete cominciare a vedere una commedia di Lubitsch vi consiglio di partire da qui, se invece lo amate già ma non l’avete mai visto dovete assolutamente rimediare! Il film, in edizione restaurata, fa parte del mitico cofanetto della Eureka! Masters of Cinema dal titolo Lubitsch in Berlin che è un modo per approcciarsi all’autore nel migliore dei modi possibili.

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