Bébé e Bout-de-Zan: i baby comici di Feuillade

bébé_bout-de-zanTra le comiche di maggior successo nei primi anni ’10, capaci anche di insidiare il successo di Max Linder, troviamo quelle dei baby attori dirette da Louis Feuillade in casa Gaumont. Il primo in ordine cronologico è un figlio d’arte, Clement Mary detto René Dary, figlio del “comique idiotAbélard Mary, che si esibiva nei café-concert parigini. Debutta nel 1909 con Mange ta soupe all’età di 4 anni e, visto il successo, viene trasformato da Feuillade nel bambino pestifero della serie Bébé. Insieme gireranno un’ottantina di titoli tra il 1909 e il 1913. Andando ad analizzare i titoli dei diversi corti, la maggioranza perduti o di difficile reperibilità, emerge un quadro molto interessante sulla società dell’epoca. Visto che sono comiche la gente doveva ridere su determinati argomenti e vedere cosa li faceva ridere ci permette di capire meglio l’inclinazione politica e il pensiero dello spettatore medio dei primi anni ’10. Ecco allora titoli come Bébé est socialiste, Bébé moraliste, Bébé fume, Bébé negre, Bébé corrige son père, Bébé devient féministe, C’est Bébé qui boit le muscat, Le suicide de Bébé. A dar retta ai titoli parrebbe che per l’epoca fosse divertente vedere un bambino che beveva e fumava (ma del resto basta guardare i film ambientati nei circhi e nelle fiere itineranti), che ribaltava le convenzioni sociali sgridando il padre, che faceva il socialista o addirittura il femminista o che si tingeva di nero o pensava al suicidio. Premetto che di tutti questi titoli l’unico visibile (o quantomeno che ho visto) è Bébé negre, titolo che mi ricorda tanto il famoso Cicciobello angelo negro dei tempi che furono. Dei titoli non trovati ma che sicuramente sono conservati perché proiettati tra Bologna e Pordenone: Bébé a le béguin, bébé apache, bébé court après sa montre e forse anche Bébé pêcheur e Bébé fume. Da quanto vediamo nei corti il canovaccio è più o meno il solito: Bébé combina una bravata per un motivo sempre diverso e alla fine finisce tutto in grasse risate da parte di tutti. Quelle di Bébé sono in realtà più parodie che comiche vere e proprie, non c’è l’elemento slapstick o di risata immediata, ricordano un po’ quanto visto con Léonce, in sostanza si tende per lo più a strizzare l’occhio bonariamente allo spettatore. Feuillade aveva capito che far fare a un bimbo delle smorfie sullo schermo faceva sempre colpo e si poteva anche risparmiare sulla sceneggiatura e darci dentro con la qualità.

Les Chefs d’œuvre de Bébé (it. I capolavori di Bébé – 1910)

Bébé ha un suo atelier dove dipinge quadri strabilianti. Un cliente arriva e ne resta strabiliato. Bébé è solo un pretesto per fare un corto animato molto carino visivamente. Vi lascio sotto tre suoi “dipinti”.

Bébé nègre (it. Bébé nero – 1910)

Certe parole uno non vorrebbe neanche pensarle, però anche questo è specchio di un’epoca e riportiamo il film per come è contestualizzandolo al periodo in cui è stato girato. Basti pensare che nell’esposizione coloniale del 1931 a Parigi venero esposti dei Kanak della Nuova Caledonia in gabbia come animali. Tra questi c’era i parenti del celebre ex calciatore Christian Karembeu…

Bébé è un orfano che si guadagna da vivere come lustrascarpe. Legge sul giornale che una famiglia accoglie bambini neri e, su suggerimento di un amico, decide di tingersi di nero con il lucido da scarpe. Viene scoperto ma, tra le risate dei presenti, viene comunque accettato.

Bébé tire a la cible (it. Bébé tira al bersaglio – 1910)

Lo zio di Bébé ha la brutta idea di regalargli una piccola carabina. Dopo aver sparato al lampadario e combinato altri guai sparerà al sedere della domestica a cui si era attaccato per sbaglio un bersaglio. Grasse risate da parte di tutti, del resto chissene se una povera domestica ha dei proiettili nelle chiappe!

Bébé et sa propriétaire (it. Bébé e la pardona di casa – 1911)

Bébé_propriétaireIl corto non è purtroppo completo ma è piuttosto prevedibile cosa succede. La mamma di Bébé e altri bambini non può pagare l’affitto e quindi la padrona di casa decide di cacciarli. Il piccolo ha però un’idea: scopre che la donna ha un amante e finge poi di saper leggere la mano per ingannarla e farli tornare a casa.

Bébé Veut Imiter Saint Martin (it. Bébé vuole imitare San Martino – 1911)

Bébé sente dalla zia la storia di San Martino che aveva dato metà del suo mantello ai poveri per proteggersi dal freddo. Stupito il piccolo incontra poco dopo un senzatetto e suo figlio infreddoliti. Decide allora di dargli metà del suo cappotto. Giù grasse risate dal pubblico! Non si rende conto che metà cappotto non scalda nulla? Arriva in soccorso la zia che regala anche l’altra metà al bambino povero sistemandolo con delle spille da balia. I due bisognosi ringraziano e quando Bébé e zia si allontanano iniziano una scimmiottatura del borghesuccio.

Bébé fils de l’empereur (it. Bébé figlio dell’imperatore – 1911)

Bébé è figlio di Napoleone e lo convince ad accettare di aiutare una contessa (mi sembra di leggere di Gourville). Purtroppo la copia viene dall’Eye Filmmuseum e non sono in grado di decifrare correttamente un testo olandese scritto a mano. Più che una comica sembra un corto buonista da baci e abbracci. Viva i bambini tenerini!

Bébé fait du spiritisme (it. Bébé fa una seduta spiritica – 1912)

Gli zii di Bébé vengono per una seduta notturna spiritica (di grande voga in quel periodo) e lui è tagliato fuori. Decide allora di vendicarsi legando dei fili a dei vasi e facendoli rompere creando grande spavento tra i parenti. Quando si accorgono del trucco lo corcano di mazzate! Del resto questa volta non c’entra una domestica ma lo spavento lo hanno preso i genitori, altrimenti si sarebbero solo messi a ridere!

Bébé victime d’une erreur judiciaire (it. Bébé vittima di un errore giudiziario – 1912)

Evvai di gag sui gendarmi! Bébé sta girando con la sua troupe un corto ma vengono tutti arrestati perché una gang sta compiendo vari furti proprio fingendo di lavorare a progetti cinematografici. Arrivati in gendarmeria il capitano deve allontanarsi un attimo e Bébé ha un’idea delle sue. Aggiunge una nota al mandato di cattura specificando che qualora dovessero incontrare Bébé (di cui una foto è allegata) di fargli tanti complimenti. Riesce così a uscire dall’impaccio!

Bébé n’aime pas sa concierge (it. Bébé non ama la sua portiera – 1912)

La portiera di casa di Bébé e della sorella (la sua vera sorella Alphonsine) è una vera rompiscatole. Che fare? Prima le due birbe fanno delle righe al suo cane facendolo diventare una sorta di zebra (ma vengono beccati e messi in punizione), poi mettono in atto una vendetta ancora più cattiva. Nel cuore della notte suonano ripetutamente il campanello e poi, quando la donna è costretta a uscire perché pensa che l’apertura automatica sia rotta, le chiudono il portone alle spalle. Passano dei poliziotti che la arrestano perché è in pigiama e visibilmente scossa. I due se la ridono di gusto dalla finestra del piano terra! Da notare le matte risate dei genitori dopo aver sgridato i figli perché tanto, come sopra, la vittima era la portiera di cui non gliene frega una mazza.

Nel 1912 Bébé ha ormai 7 anni e inizia ad essere troppo grandicello per il ruolo. Viene quindi scritturato René Poyen, che aveva 4 anni, e dopo essere stato presentato al pubblico in compagnia di René Dary nei due corti Bébé adopte un petit frère e Bébé, Bout-de-Zan et le voleur, è pronto ad avere una sua propria serie. Il nome del suo personaggio è Bout de Zan, in italiano è noto come Pallottolino. Il nome vuol dire in realtà pezzo di liquirizia (Zan è una marca di liquirizie tipo Amarelli o Tabù che fa pezzettini di liquirizia appunto), il nome è dato forse per dire che è piccolino e scuro (forse di capelli o di carnagione). La sua vita cinematografica sarà più o meno longeva rispetto a quella di Bébé (dal 1912 al 1916) ma vista la guerra sarà più povera a livello numerico (“solo” una cinquantina di titoli). Di Pallottolino è possibile vedere ancora meno corti ma, guardando i titoli, sembrerebbe che sia un personaggio meno borghese e con vicende più avventurose e meno “sociali”. Le sue sono sicuramente più comiche di quelle di Bébé ma resta comunque più che altro la strizzata d’occhio birbante. Lo vediamo a che fare con crimini, spie e animali esotici di vario tipo. Oggi viene ricordato per lo più per il ruolo di Réglisse (it. Liquirizia) nella serie Judex.

Ma com’era questa maschera comica in miniatura? Bombetta, capelli arruffati, vestiti troppo larghi: Bout-de-zan incarnava i bambini poveri e fanfaroni dei bassifondi Parigi. A volte era invece come Bébé e, vestito di tutto punto, rappresentava il bambino ricco e malizioso. I bambini facevano a gara per fare i buoni e poter assistere di volta in volta ai suoi spettacoli e applaudivano festanti alle sue imprese. Anche i più grandi ridevano per quell’ometto in miniatura che si presenteva in maneira meno antipatica del borghese Bébé ed era anche più esuberante.

Le Bonheur perdu (?) – Henri Fescourt (it. Il buon uomore smarrito – 1912)

La scheda dell’archivio Pathé-Gaumont non riporta nulla ma credo possa essere questo perché data 1912 e gli attori sembrerebbero essere quelli. Il corto è frammentario e non si capisce molto e, bisogna dire, non credo faccia parte effettivamente della serie Bout de Zan perché il suo personaggio è fin troppo borghese. Viene annunciato l’arrivo di uno zio dall’America! Tutti contenti pensando sia miliardario ma invece si presenta povero in canna. L’unico a fargli le feste è proprio il piccolo di casa che lo riempie di baci. Viene sostanzialmente cacciato (qui si interrompe il frammento) e, immagino, in qualche modo lo zio o sia in realtà ricco o riesca a ottenere una grande fortuna che cede tutta al nipotino.

Bout-de-Zan vole un éléphant (it. Pallottino ruba un elefante – 1913)

Bout-de-Zan vede passare una compagnia con un elefante e decide, nella notte, di rapirlo e portarlo con sé. Creerà tutta una serie di casini finché non verrà adottato da una signora assieme alla sua padrona (che ama bambini e animali). Comica molto carina in particolare per motivi più o meno involontari. Per gli elementi distruttivi sembra fatta da Durand più che da Feuillade. Assurda la scena del finto cieco sulla sedia a rotelle che scappa terrorizzato vedendo arrivare il nostro baby eroe con il suo elefante (vedi gif).

Bout-de-Zan fait les commissions (it. Pallottino fa delle commissioni – 1913)

I genitori di Bout-de-Zan litigano e lui si ritrova a fare da tramite tra i due. “Vai a dire a tua madre che è una cagna!” “digli che è un porco!”. Il bimbo trova il modo di risolvere più o meno la situazione…

Bout-de-Zan s’amuse (? – it. Pallottino si diverte -1913)

I grandi hanno organizzato una serata insieme e cosa fanno i bambini? Prendono cappotti e cappelli e si fingono adulti. Tra trucchi e balli strampalati arrivano a far vedere il loro teatrino ai grandi (che si stanno annoiando) che per nulla contenti li sculacciano avidamente. Il titolo riporta un punto interrogativo perché il master proviene dall’Eye Filmmuseum con il titolo Bout-de-Zan vermkaakt zich che dovrebbe essere, appunto, “si diverte” ma ci sono alcuni titoli simili che potrebbero trarre in inganno.

Bout-de-Zan et le Crocodile (it. Pallottolino ed il coccodrillo – 1913)

Il nostro Pallottolino vede un pescatore e decide di disturbarlo senza motivo ricevendo in cambio qualche sculacciata. Il piccolo decide allora di vendicarsi: prende un costume da coccodrillo e lo mette al cagnolino del pescatore e lo aizza contro il padrone. Pensando di essere inseguito da un vero coccodrillo l’uomo scappa con grande divertimento di un cacciatore che lo soccorre.

Per me la più divertente delle comiche di questa lunga sezione. Bout-de-Zan batte Bébé 2 a 0! Splendida la copia colorata proveniente dall’Eye!

Bout-de-Zan et l’Embusqué (it. Pallottolino e il cacciatore – 1915)

A casa di Bout-de-Zan c’è un presunto cacciatore che millanta le sue grandi doti di tiratore ed è disposto a mostrarlo pubblicamente. Pallottolino scopre però che questi ha un trucco: dietro un albero c’è un ragazzo appostato che al momento giusto deve rilasciare un coniglio già morto. Il nostro lo paga per darsela a gambe e quando è il momento convenuto fa cadere un peluche invece del coniglio in carne e ossa. Allegato un biglietto in cui svela a tutti la verità. Il contenuto? Incrediiblmente filobellico (siamo nel ’15 del resto): “Signor Spaccone, visto che sei così bravo a tirare, perché, invece di raccontare storie, non fai come mio padre e non vai al fronte ad amazzare i crucchi?“. Il cacciatore fugge di gran lena per la vergogna (forse per arruolarsi)…

Termina dunque qui il nostro percorso sui baby divi di casa Gaumont diretti da Louis Feuillade. Molti non sanno che il regista ha diretto anche tante comiche e si limitano a conoscere i grandi serial di fama internazionale. Conoscere un lato della cultura francese (e non solo visto che erano film esportati ovunque) e del grande Feuillade è secondo me essenziale e così, collateralmente al progetto Jean Durand, non poteva mancare un articolo come questo! Ovviamente quelli di casa Gaumont non sono stati gli unici attori bambini comici del cinema francese: la Éclair aveva l’inglese Willy (Willy Sanders) e Tommy (figlio del clown George Footit). Giacovelli segnala anche dei brevissimi intermezzi di piccoli Toto, Titi, Tata, Tété e Toutou (che fantasia) che non ebbero però mai il successo dei due a cui ho dedicato l’articolo. Per gli altri stati (Uniti!?) è ovviamente tutta un’altra storia. Largo ai giovani… comici!

Bibliografia:

  • Abel R., The Ciné Goes to Town: French Cinema, 1896-1914, Updated and Expanded Edition, California 1998.
  • Anonimo, La cinémathèque rose, in 1895: revue d’histoire du cinéma, 1/1986, pp. 14-18.
  • Giacovelli E., La bottega delle illusioni: Georges Méliès e il cinema comico e fantastico francese (1896-1914), Bergamo 2015.
  • Lacassin F., Alla ricerca di Jean Durand, Recco, 2004.

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