Moral – Willi Wolff (1928)

Con Moral siamo a mio avviso all’apice delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone 2021, in attesa dell’ultima giornata che potrebbe ovviamente riservare qualche sorpresa. Questo è quello che mi aspettavo ad esempio da Phil-for-Short, ovvero un film ironico, divertente e dissacrante senza mai però essere volgare. Protagonista assoluta del film è il personaggio interpretato da Ellen Richter, attrice e produttrice di questo film con la sua Ellen Richter-Film, società creata con il marito e regista del film Willi Wolff.

Nella città di Emilsburg arriva la celebre artista Ninon d’Hauteville (Ellen Richter), nota per i suoi spettacoli conditi con “note piccanti, umorismo e bellezza”. Si riunisce subito il comitato per la morale pubblica che decide che la sua presenza è talmente pericolosa che merita di subire un boicottaggio. Così quando la giovane si esibisce, i membri del club partono con fischi e rumori assordanti e chiedono a gran voce che lo spettacolo venga annullato. Ma Ninon non è tipo da farsi spaventare e decide dunque di restare nella città e diventare maestra di pianoforte. Uno dopo l’altro gli ipocriti membri del club della morale vanno da lei a prendere lezioni e fare i farfalloni, il tutto sotto la macchina da presa che la ragazza ha nascosto dietr a un muro. C’è però un altro importante cliente per Ninon, il principe ereditario (Harry Halm) che è stato spedito dal padre, Emil XXXVII (Julius Falkenstein), per fraternizzare con la…musica. Alla fine i membri del club della morale saranno costretti a fare le loro scuse a Ninon che potrà tornare a fare il suo spettacolo e a fare lezioni a corte al giovane principe che la ama e la rispetta.

Moral rappresenta un piccolo affresco dell’epoca Weimar e chi ama il cinema tedesco d quegli anni avrà modo di trovare tanti elementi interessanti. Prima tra tutti il mondo del teatro e dello spettacolo con la partecipazione della Haller-Revue, una vera compagnia dell’epoca. In questo contesto si muove la vicenda di Ninon e della sua piccola battaglia contro il falso perbenismo e la ricerca della vera morale. Sì, perché alla fine la giovane, per quanto disinibita e poco ingenua, è comunque ritratta come una donna forte e corretta. Al contrario i membri del club per la difesa della morale pubblica sono fin da subito i primi ad andare contro le loro regole e cercare di approfittare della presunta non rispettabilità di Ninon. Si tratta di una satira fine, divertente e ben costruita e che mi ha davvero messo la voglia di vedere altre opere di Wolff e Richter. Un altro motivo per adorare il film è la presenza del mitico “uomo inquietante” Ferdinand von Alten, che sicuramente ricorderete per Champagne di Hitchcock. Qui interpreta un personaggio davvero molto diverso, un ciambellano di corte capace di unire estrema ironia ed eleganza.

Che altro dire? Come sempre farei parlare le immagini quando mi mancano le parole. C’è una cura molto alta per l’immagine e i dettagli. Tutti i personaggi sono scelti e caratterizzati con cura a partire dai “moralisti”, che hanno aspetti quasi grotteschi, a Ninon con i suoi splendidi vestiti e modi a tratti seducenti, ammiccanti e irriverenti. Le scene più interessanti sono quelle con tante sovraesposizioni e montaggi serrati. Nella gif di fine galleria ho scelto la scena della contestazione (in realtà molto più lunga) dove tramite immagini si riesce a dar vita al frastuono della sala. Questo frastuono è stato reso magistralmente da Donald Sosin che ha musicato la versione proiettata durante il festival. Non mancano altre situazioni paradossali e divertenti come la pellicola strappata in frammenti ed evacuata tramite lo sciacquone del gabinetto o tutta la vicenda legata ai pantaloni che il più “integgerrimo” dei moralisti ha lasciato a casa di Ninon. Assolutamente da recuperare!

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