Maudite Soit la Guerre (Vervloekt zij den oorlog) – Alfred Machin (1914)

Tra i film proiettati sotto le stelli bolognesi di Piazza Maggiore, Maudite soit la Guerre è probabilmente il più intenso. Era il Maggio del 1914 quando il film veniva presentato ufficialmente al grande pubblico, prima dell’assassinio dell’Arciduca Francesco Ferdinando del 28 Giugno e della dichiarazione ufficiale della Prima Guerra Mondiale del 28 Luglio dello stesso anno. Alfred Machin scrive e dirige un film antimilitarista piuttosto profetico visto il periodo in cui è stato girato, a cavallo tra il ’13 e il ’14, e la sua data di uscita. Teniamo comunque presente che il sentore di una guerra ad ampio respiro era molto sentito in Europa in quel periodo, come dimostrano i tanti film dello stesso tipo girati prima del 1914. Per rendere universale il suo racconto, come spesso è capitato, Machin non dice mai il nome degli stati in conflitto.

Adolphe Hardeff (Baert) è un giovane aviatore che, per migliorare la propria formazione, viene inviato dal padre a casa di un amico che abita in un altro stato. Viene ben accolto dal Signor Modzel (Fernand Crommelynck) e dalla Moglie (Nadia D’Angely) che hanno due figli Sigismond (Albert Hendrickx) e Liza (Suzanne Berni). Il ragazzo si ambienta subito nel nuovo stato tanto da sentirlo proprio. A cementare questo sentimento, nasce anche l’amore con Liza, che lo ricambia. Viene però data una triste notizia: tra lo stato di Liza e quello di Adolphe scoppia la guerra. Il ragazzo torna a casa ed sotto gli ordini del suo generale bombarda con il proprio aereo lo stato d’adozione. Un giorno il suo aereo viene abbattuto e Adolphe, a seguito di uno scontro sanguinoso, perde la vita. Ironia della sorte, nello scontro muore anche Sigismond, colpito da una pallottola di Adolphe. Il Tenente nemico Maxime (Henri Goidsen), ruba un ciondolo dal corpo senza vita di Adolphe e si reca dalla famiglia Modzel per recargli la triste notizia della morte del loro figlio Sigismond. Nel farlo nota Liza di cui si innamora. Un anno dopo questi accadimenti, Maxime è sempre più deciso a sposare Liza. Un giorno lei nota il ciondolo di Adolphe, che proprio lei gli aveva regalato. Maxime le racconta dunque come se lo è procurato. Sconvolta dall’atrocità della guerra, la ragazza fugge ed entra in un ordine monastico: “la tristezza di un amore dura tutta la vita: maledetta sia la guerra!

“Maledetta sia la guerra” (Vervloekt zij den oorlog) è in realtà la frase che Adolphe aveva segnato su una foto che aveva donato a Liza. Questo rafforza ancora di più il legame emotivo tra Adolphe e Liza, perché lei, ogni volta che riguarderà il ritratto del ragazzo, si ricorderà dei terribili avvenimenti bellici che le hanno strappato la giovinezza ma soprattutto la felicità. Alfred Machin costruisce un racconto breve ma estremamente intenso che si gioca essenzialmente sul rapporto tra quattro personaggi. Ma il protagonista non è di fatto un uomo, quanto l’atrocità della guerra stessa e il conseguente dolore provocato alle famiglie, spesso completamente devastate da decisioni folli, dettate più dall’interesse economico che non sociale. Adolphe ne è la testimonianza, perché lui ama il suo paese tanto quanto la terra che l’ha ospitato, ma è costretto per volere dei ministri a lottare contro il suo amore, spinto dagli ordini di chi poi la guerra non la vive in prima persona, limitandosi a dare indicazioni. Punto di forza di questo film, oltre al significato, è la splendida colorazione a mano della pellicola, restaurata in tutta la sua bellezza dall’EYE Filmmuseum e dalla Cinématèque Royale de Belgique. Grazie ad essa le immagini assumono nuova profondità e le scene più intense vengono amplificate dagli splendidi colori selezionati nei minimi dettagli. Maudite soit la Guerre è il primo film muto belga che io abbia mai visto e devo dire che sono rimasto molto colpito tanto da voler approfondire l’argomento. L’edizione in dvd attualmente in commercio è quella edita dal Filmmuseum che ripota il titolo fiammingo Vervloekt zij den oorlog. Se non l’avete ancora visto consiglio vivamente l’acquisto.

Note:la foto in alto ritrae il monumento ai caduti di Gentioux, nel Limosino.

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