Il Cinema Ritrovato ha spesso dedicato spazio a Protazanov e al suo cinema regalandoci anche delle perle sconosciute che personalmente ho apprezzato molto in passato. L’unico film presentabile questa volta è stato To nadežda to revnost’ slepaja, incompleto e non certo dei miglior del regista.
Boris e Ol’ga (Boris Lukomskij –Ol’ga Bazanova) sono fidanzati e stanno per sposarsi, ma l’uomo, noto archeologo, deve allontanarsi perché chiamato ad Ostia per dirigere gli scavi. Durante la sua assenza il suo amico di sempre Vladimir (Evgenij Gajdarov) abusa della ragazza ingravidandola. Olga si rifiuta però di rivelare l’autore della violenza e Boris vive nel sospetto. Arriva persino a sfidare a duello un conte pensando sia stato lui e lo uccide. Nel finale, perduto, Wladimir si autoaccusa e tutti e tre i personaggi della vicenda si suicidano.
Il film è stato presentato alla rassegna in maniera davvero pessima da Peter Bagrov, che ha detto che è un classico esempio di cinema dei primi anni dopo la rivoluzione del ’17, in cui sostanzialmente i registi non sapevano cosa potevano girare e si rifacevano a un cinema asettico precedente con tanta attenzione ai paesaggi inseriti senza una soluzione di continuità con la trama e un gusto spassionato per i finali tragici, meglio se con suicidi di massa come in questo caso. Il film è davvero bruttino in effetti e soprattutto manca del finale che ci è stato però raccontato in sala.