La Fuga di Socrate di Guido Brignone (1923) è stato uno dei momenti più divertenti del Cinema Ritrovato 2023 grazie alla sua leggerezza e un accompagnamento musicale scanzonato a cura di Daniele Furlati e Frank Bockius. Per chi si aspettasse un drammatico film sul celebre filosofo greco avrà un colpo al cuore a sapere che Socrate altri non è che un pappagallo dispettoso che tra una fuga e l’altra ama ripetere “coccodrillina mia”, un affettuoso epiteto che il protagonista dice alla sua amata in intimità. Nel ruolo di protagonista il forzuto Carlo Aldini, attore che recitava, come da tradizione, con un nome classico: Aiace. Scopriamo in breve la trama:
Aiace (Carlo Aldini) è innamorato perdutamente di Annina (Ruy Vismara) che mette però al primo posto il suo pappagallino Socrate. Un giorno la ragazza pretende che Aiace dia un bacio al pappagallo. Nel tentare di farlo, il ragazzo viene però beccato violentemente e, dal breve scontro che ne consegue, Socrate parte e prende il volo. Inizia dunque un folle inseguimento del pappagallo, il cui ritrovamento è la conditio sine qua non al matrimonio tra i due. Nel finale Socrate tornerà da Annina ma senza Aiace che, stufo dei capricci della giovane, si è rifugiato nelle braccia della dolce e meno lunatica Liliana.
La fuga di Socrate è un film ad episodi il cui tema conduttore è ovviamente la ricerca del pappagallo. Ogni episodio vede Aiace mettersi nei guai nel tentativo di riprendere il pennuto tra guai con la giustizia e lotte con strani banditi (ad esempio l’imprendibile Mysterio). L’ossessione di Aiace per Socrate lo porteranno addirittura a finire in un manicomio da cui uscirà solo grazie ad una rocambolesca fuga.
Complice la breve durata, la presenza di battute azzeccate (tipiche del cinema di Brignone) e di personaggi bizzarri, La fuga di Socrate scorre con estrema piacevolezza. Non ci sono spunti di analisi particolare, il film punta all’intrattenimento e lo fa con successo. Nel giro di poco tempo si passa attraverso a tematiche tipiche del cinema d’avventura ma anche del cinema italiano dell’epoca: l’investigazione, l’elemento esoterico, la psicologia/psichiatria, l’inseguimento folle e scanzonato. Interessante che il finale non veda il ricongiungimento tra i due innamorati posto che, come evidenziato più volte, forse il vero amore di Annina era proprio Socrate e non lo sventurato Aiace. Insomma: tutti felici e contenti!