Jánosík – Jaroslav Siakeľ (1921)

janosikL’avrò detto mille volte, i film in costume, purtroppo, difficilmente li digerisco. Eppure questo Jánosík, unico film muto Slovacco che, a quanto ne so, ci è rimasto, è interessante per tanti motivi. Partiamo dalla produzione: il film venne finanziato dalla Tatra Film Corporation, una casa di produzione fondata a Chicago da una comunità slovacco-americana. Tra i fondatori anche Daniel Siakel’, fratello del regista, che aveva lavorato precedentemente per un’altra casa di produzione di Chicago, la Selig Polyscope, che aveva distribuito i primi film di Lloyd, Colleen Moore e “Fatty” Arbuckle. Se il nome non vi suona nuovo è perché ne avevamo parlato quando abbiamo fatto il progetto sul Mago di Oz. Sono stati loro, infatti, a produrre The Wonderful Wizard of Oz di Otis Turner (1910) e altri purtroppo andati perduti quando L. Frank Baum, per motivi economici, fu costretto a vendere i diritti cinematografici della sua creazione. Ma torniamo a Jánošík, che venne prodotto da Ján Závodný, uno dei cofondatori della Tetra Film. La regia fu invece affidata a Ludvik Jaroslav Siakel’, appena 25 enne e in America da una decina di anni. I fratelli Siakel’ decisero di girare il film proprio in Slovacchia e andarono vicino Blatnica, dove erano nati, e prepararono il setting per le riprese. Alcune scene sono state girate anche negli studios della praghese A-B Film, ma questo non inficia la “slovacchicità” del prodotto finale. Jánošík è infatti un eroe nazionale Slovacco, una sorta di Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri, capace di mettere a repentaglio la propria vita di fronte alle angherie dei potenti signorotti austro-ungarici. Per girare il film venne scelto Theodor Pištěk, un ceco, come protagonista, mentre per il resto degli attori si cercò di prendere attori amatoriali e locali. Tra questi anche l’attrice principale, Maria Fabryova, che in alcune fonti ho trovato essere stata sposata al poeta Pavol Országh Hviezdoslav anche se in realtà si tratta della sorella Ilona/Helena Országhová (alla nota 9 http://www.kinokultura.com/specials/3/votruba.shtml#cz1918)

Del film vennero fatte due copie, una restò in Cecoslovacchia ed andò perduta e l’altra venne portata negli Stati Uniti. Proprio questa venne ritrovata da Ján Závodný nel suo garage a Chicago e subito decise di donare la copia allo Slovenský filmový ústav (Slovak Film Institute – SFU).

Fatta tutta questa premessa andiamo quindi alla trama: Il Conte Šándor (Vladimír Šrámek) sfrutta i poveri cittadini locali e li costringe a lavorare senza sosta. Un giorno il giovane seminarista Juraj Jánošík (Theodor Pištěk) viene a trovare la sua famiglia ignorando quanto sia peggiorata la situazione. Tornato a casa scopre che la madre è appena morta e, visto che il padre non era andato a lavorare, viene preso di peso dalle guardie cittadine e ucciso a furia di frustate. Jánošík decide allora di vendicarsi e, abbandonato il saio, si unisce a un gruppo di briganti guidati da Hrajnoha (P. Kutný) e ne diventa presto il loro capo. Tra le malefatte di Šándor c’è anche il ripetuto tentativo di violenza ai danni della giovane Anička (Mária Fábryová) che viene da lui fatta rifugiare nel convento di un prete (František Horlivý). Neanche quest’ultimo sfugge però alla furia del conte e viene ucciso durante una perquisizione. Jánošík, rubando al conte per dare ai più poveri, diventa presto l’idolo delle genti del luogo ma la sua fortuna non è destinata a durare: viene infatti catturato, forse per un tradimento, e venne condannato ad una morte particolare: venne infatti appeso per la costola sinistra per poi essere fatto a pezzi.

Il film risente molto dell’inesperienza del regista, nel complesso non è nulla di particolarmente esaltante e rientra un po’ nel filone nazionalista delle prime produzioni locali che abbiamo imparato a conoscere nel corso di questi anni. Se dovessimo fare un raffronto con altri film del genere, sicuramente Jánosík ne uscirebbe sconfitto. Theodor Pištěk, comunque, è un buon Jánosík, così come Vladimír Šrámek riesce a dare vita a un detestabile Conte Šándor. Il resto degli attori è piuttosto anonimo e in generale mancano un po’ quegli elementi d’azione ben strutturati che hanno fatto la fortuna di attori come Fairbanks nello stesso periodo. Le scene di massa e i combattimenti sono comunque decenti anche se poco emozionanti. Troviamo molta attenzione ai paesaggi rurali e in genere la realizzazione ha un senso di amatorialità tipica dei film di questo tipo. Concludendo il film è da una parte un pezzo di storia Slovacca, dall’altra niente di incredibilmente avvincente. Non per questo Jánosík è comunque un brutto film, se dovesse capitarvi vi potrà comunque far passare un’ora in compagnia della storia di un dei personaggi più affascinanti della storia Slovacca.

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