Visto il grande successo del primo The Rat, la Gainsborough Pictures decise di mettere subito in cantiere un seguito della serie. Questa volta la sceneggiatura non vedeva però coinvolto Ivor Novello, ma lo stesso Graham Cutts, a cui venne nuovamente affidata la regia, in collaborazione con Reginald Fogwell. Il risultato è un film dallo stampo decisamente diverso rispetto al primo The Rat, e sotto diversi aspetti mi è apparso meno coinvolgente. Molti degli attori presenti nel primo capitolo parteciparono anche a The Triumph of The Rat, grande assente la sola Mae Marsh (ormai praticamente ritiratasi dalle scene).
Pierre Boucheron alias The Rat (Ivor Novello), ha abbandonato la vita dei bassifondi per frequentare la nobiltà parigina. Zélie de Chaumet (Isabel Jeans), anche se ancora innamorata di Pierre, vive nella ricchezza grazie alle elargizioni dell’ennesimo anziano facoltoso, il Conte Henri Mercereau (Lewin Mannering, attore polacco che sarebbe morto pochi anni dopo). La situazione precipita quando The Rat scommette con Zélie di riuscire a sedurre la bella Madeleine de l’Orme (la russa Nina Vanna, dalla breve carriera cinematografica). La scommessa, infatti, manderà la de Chaumet su tutte le furie e la gelosia la porterà a compiere ogni sforzo per rovinare il povero Pierre…
In questo secondo capitolo The Rat si aliena dal suo mondo passato, pur senza rinnegarlo (come dimostrano le diverse scene girate nuovamente nel White Coffin Club dove ritroviamo l’immancabile Marie Ault). Egli infatti rifiuta con fermezza di tornare a compiere azioni malavitose, anche quando la sua situazione appare disperata. Il finale, decisamente inatteso, sembra poi ergere Pierre ad una sorta di martire della società parigina di inizio secolo. Ivor Novello è il vero punto di riferimento dell’intera vicenda, unico in grado di tenere in piedi il film praticamente da solo. Dietro la macchina da presa, Graham Cutts si trova decisamente a suo agio nel dirigere una storia d’amore dai toni drammatici, tipica della sua produzione.
Sebbene questo secondo episodio di The Rat non riesca a concorrere con il suo predecessore, vi sono comunque degli elementi interessanti che ne rendono piacevole la visione. Il film ebbe tra l’altro un discreto successo, come dimostra anche la locandina in lingua olandese che sono riuscito a trovare sulla rete. Il titolo, “De val van de Rat” è traducibile come “la caduta di the Rat“, che forse più si adatta a descrivere questo film (sebbene il termine Triumph si presti a diverse interpretazioni ugualmente valide). Ancora una volta non esiste una versione in DVD ma ho potuto visionare solo un riversamento tratto direttamente da un negativo. In attesa o, meglio, nella speranza, di poter godere presto di un cofanetto con la trilogia del nostro apache vi lascio con un video tratto dallo stesso riversamento da me visionato.
Approfondimenti: se volete un’analisi più approfondita del film vi consiglio questo articolo (in inglese) molto ben fatto ma ricco di spoiler!
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Window Blinds And Shades “The Triumph of the Rat – Graham Cutts (1926)
| E Muto Fu” the very best. Cya ,Albertha
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