Il Fantastico Mondo di Hugo Cabret

Ma come? Un intervento solo adesso? Il libro è uscito nel 2007 e il film nel 2011, non è un po’ tardi?

Scherzi a parte, quella che vi racconto è una vicenda particolare, di come una storia sia scivolata dalle mie mani ripetutamente fino alla grande abbuffata di qualche giorno fa. Ma cominciamo dall’inizio. Di Hugo Cabret, devo ammettere, sapevo molto poco nel 2012 quando andai al Museo della Cinémathèque Française a Parigi. Ecco, quando entrai in quel meraviglioso piccolo mondo, venni disturbato da un particolare. Un anno prima era uscito un film, a cui avevo dato poco credito, su tale Hugo Cabret, una storiella per bambini che per qualche motivo pensavo fosse animata e in 3d, due cose che difficilmente sono compatibili con me. Ecco, Martin Scorsese aveva donato alcuni cimeli del film al mnuseo della Cinetca. Ma cosa ci facevano lì dentro? Cosa diavolo c’entravano? Feci una recensione sul mio viaggio a Parigi alla ricerca di Méliès e se ci fate caso non vi è alcuna traccia di quello che vi sto dicendo. Eppure mia sorella era molto attratta da questo film, tanto da ripetere a gran voce “ah! Come vorrei quel dvd per Natale!“. Ma il destino mi era avverso e così, ridottomi all’ultimo secondo per i regali, non trovai il DVD e il film ricadde momentaneamente nel dimenticatoio. Ma dentro di me il seme era stato piantato. Così per un qualche caso, decisi questo Natale di prendere in regalo per mia sorella il libro scritto da Brian Selznick ed edito dalla Mondadori in una splendida edizione che davvero consiglio a tutti. Eppure non gli diedi neanche una sbirciata. Decisamente non c’era amore tra me e Hugo Cabret. Lo scorso giorno la Rai ha deciso di trasmettere il film in prima serata. Per evitare la solita e noiosa pubblicità ho così tirato fuori il famoso dvd (acquistato nel frattempo e che in realtà, con gli aggiornamento tecnologici, era diventato un bluray) e di vederlo! Per me è un periodo di cose giuste al momento giusto, bene questo era il momento, forse l’unico, in cui l’amore tra me e questo film poteva sbocciare. Ma di cosa parla questa storia?

Il giovane Hugo Cabret sta riparando un automa (automat) in grado di scrivere, unico ricordo del padre morto in un incendio. Il ragazzo di giorno regola gli orologi della Gare de Lyon per conto del perfido zio, di notte lavora al suo prezioso cimelio con pezzi rubacchiati dal negozio di giocattoli. Ma chi sarà mai il propietario del negozio di giocattoli? Non è altri che Méliès (nel film uno splendido Ben Kingsley), che dopo la Guerra ha smesso dolorasamente di fare film, per dedicarsi a qualcosa di differente.

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Due sono le storie che si intrecciano, una riguarda la riparazione dell’automat, mentre la seconda riguarda la riscoperta delle opere di Méliès, ormai anziano e disilluso, che sogna di tornare a far sognare le persone con i suoi film. Perché mi è piaciuto? Forse perché riunisce in un’unica opera tutto lo spirito di Méliès, sognante, unico e colorato. Mi hanno esaltato inoltre i riferimenti a film e avvenimenti della vita del regista, tra cui proprio l’automat che lui utilizzò addirittura in un film, purtroppo ancora perduto, Gugusse et l’automate (1897). Certo il tutto va preso per quello che è, un racconto di fantasia assolutamente fittizio, ma credo che come Méliès entrava nei suoi film interpretando tanti personaggi diversi, questo in fondo è solo un altro dei suoi personaggi fantastici.

Ma è meglio il libro o il film? Personalmente penso che si compensino ed incastrino a vicenda. Non si può leggere il libro senza aver visto il film e viceversa, anche perché il libro è un’esperienza fantastica, un film nel libro e un libro nel film grazie a intere frazioni raccontate tramite  il susseguirsi di splendide immagini. Il libro che ho (o meglio quello di mia sorella) è “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret” traduzione di Fabio Paracchini de “I Grandi” Mondadori. Come Bluray ho preso quello classico 2d, come detto prima odio il 3d e penso che rovini i film nella quasi totalità dei casi. Ho spesso espresso questo giudizio ma amo il cinema muto perché è quello che è, senza il bisogno di effetti speciali computerizzati che mi distolgono dalla trama e dalle diverse emozioni che gli attori e i registi dovrebbero trasmettere attraverso la loro opera. La colonna sonora del film, curata da Howard Shore è davvero molto bella e spiccano le musiche di Camille Saint-Saëns ed Erik Satie. Ah per chi se lo stesse chiedendo il libro che appare ad un certo punto dal titolo Inventer le rêve – Histoire des Premiers Films di René Tabard è totalmente inventato come il suo autore.

Hugo Cabret è facilmente reperibile sia in versione cartacea che in dvd e bluray.

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Concluderei con un elenco dei corti di Méliès o film muti in generale citati nel film di Scorsese (riportato nell’ordine dei titoli di coda) così da aggiornare i collegamenti di tanto in tanto:

Scene di Méliès inserite nel film:
Voyage Dans la Lune (1902)
Le Roi du Maquillage (1904)
À la conquête du Pole (1912)
Le Mélomane (1903)
Le Royaume des Fées (1903)
Papillon Fantastique (1909)
La Fée Carabosse ou le Poignard Fatal (1906)
Les Illusions Fantaisistes (1910)
Voyage à Travers l’Impossibile (1904)
Les Quat’cents farces du Diable (1906)

Set di Méliès Ricreati per il film:
Le Palais des Mille et une Nuits (1905)
Faust Aux Enfers (1903)
L’Éclipse de Soleil en pleine Lune (1907)
Les Quat’cents farces du Diable (1906)
Le Cake-Walk Infernal (1903)
Le Raid Paris-Montecarlo en deux heures (1905)
Cendrillon (1899)
La Libellule (1908)
Le Cauchemar (1896)
L’Homme a la Tête en Caoutchouc (1901)
La Chrysalide et le Papillon d’Or (1901)
Le Menuet Lilliputien (1905)
Grotte avec Flames (?)
La difthigijika chez les Tcherkesses (1880)

Fratelli Lumière:
Sortie D’Usine Lumière (1895)
Arrivèe d’un Train à la Ciotat (1897)

Altri:
Safety Last con Harold Lloyd (1923)
Das Cabinet des Dr. Caligari di Robert Wiene (1920)
The Four Horsemen Of the Apocalypse di Rex Ingram (1921)
La fille de l’eau di Jean Renoir (1925)
The Kid di Charlie Chaplin (1921)
Die Büchse der Pandora di Georg Wilhelm Pabst (1929)
The General di Buster Keaton (1926)
The Thief of Bagdad con Douglas Fairbanks (1924)
Tumbleweeds di William S. Hart (1925)
The Great Train Robbery di Edwin S. Porter (1903)
Intolerance di D.W. Griffith (1916)
Hell’s Hinges con William S. Hart (1916)

Aggiunte dal Libro Muti e non:
Escamotage d’une dame au theatre Robert-Houdin di Mèliès (1896)
A Clock Store della Walt Disney (1931)
Paris Qui Dort di René Clair (1921)
Sherlock Jr. con Buster Keaton (1924)
La Petite Marchande d’Alumettes di Jean Renoir (1928)
Zero de conduit di Jean Vego (1933)
Le quatre cents coups di François Truffaut (1959)
Sous les Toits de Paris di René Clair (1930)

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