Il viaggio intorno al mondo con il cinema muto ci porta questa volta in Costa Rica con un tocco d’Italia perché il regista è un italiano, Alberto Francis Bertone (noto anche come Albert-Francis Bertoni e per aver interepretato Grigione nei Topi Grigi) che operò prima in Italia, poi in Francia e chiuse la carriera proprio con questo film in Costa Rica. El Retorno è un film del 1930 che però sembra stato fatto almeno 10 anni prima, ma, al contrario di tanti film periferici, ha degli elementi di fino e ben riusciti.
La trama è piuttosto scontata e molto “europea” se non addirittura italiana. Nella dialettica campagna-città/purezza-peccato, il giovane Rodrigo (Rodrigo Tinoco) lascia l’hacienda dello zio (Fernando Montealegre) e la giovane fidanzatina Eugenia (María Eugenia del Barco) per andare a studiare in città. Qui, complice la frequentazione di “Cupido” (Abelardo Castro) un giornalista in erba che passa più tempo tra le belle della città che a fare scoop, conosce una giovane attrice (Dorita Odio) di cui si innamora iniziando a trascurare studi e fidanzata. La situazione degenera fino a quando una collana di perle dell’attrice non scompare e vengono accusati di furto proprio Cupido e Rodrigo. In questo frangente il film è costruito molto bene perché grazie a un buon montaggio il regista lascia credere lo spettatore che il ragazzo sia realmente l’autore de furto mentre in realtà altri non era che… il solito maggiordomo! Risolta la situazione Rodrigo decide di lasciare gli studi e tornare all’hacienda e sposare l’amata Eugenia.
La cosa particolare di questo film è che alterna momenti estremamente “ingenui” dal punto di vista cinematografico a piccoli colpi di genio. Partiamo dalle banalità che sono prima di tutto nella trama. La storia del ragazzo di campagna inglobato dalla vita dissoluta di città era inflazionatissima già all’epoca così come l’incontro con una donna dello spettacolo che lo faceva vacillare. Bisogna dire che, a differenza di tanti film analoghi, l’attrice qui non è però una “bella dama senza pietà” ma viene rappresentata come una ragazza semplice e molto chiara: dichiara infatti fin da subito che con Rodrigo il rapporto potrà essere solo di amicizia. Passiamo alle sezioni più particolari: prima fra tutte il politicamente scorretto: il povero “Cupido” è piuttosto in carne ed eccolo allora chiamato “Gordito” ma anche ippopotamo e in altri modi decisamente poco carini. Le altre particolarità riguardano alcune riprese o scene in particolare che trovate nelle gif di questo articolo. Quella che più mi ha colpito nel piattume generale è quella di un pendolo che grazie a un montaggio molto ispirato sfuma nel dondolio delle gambe di una donna al bar. Segue una bella visione onirica di Cupido ubriaco che si immagina tutto deformato a causa dei giramenti alcolici.
Abbiamo poi la già citata scena del presunto furto della collana di perle da parte di Rodrigo e, infine un’ultima scena, non certo innovativa ma carina, riguarda il modo in cui il cameriere viene sgamato dai poliziotti nascosti tra i cappotti.
Come tanti film di aree periferiche c’è molta attenzione agli elementi locali come fiumi, campagne ma specialmente le sezioni più importanti della capitale, San José, che stava crescendo e diventando sempre più viva e grande.
Conclusioni? Film davvero insperatamente gradevole che, superata una prima parte decisamente sottotono e poco inquadrata, si porta avanti in maniera piacevole grazie ad alcune trovate carine e personaggi tutto sommato gradevoli (ogni riferimento a Grešnica bez greha è puramente casuale). Se siete curiosi di vedere questo film è stato messo a disposizione gratuitamente su Vimeo dal centro cinematografico costaricano.
Ciao Yann, Bertone/i è, come saprai, anche il Grigione dei Topi grigi. Hai per caso trovato notizie sulla sua permanenza in Costa Rica? Spero tutto bene. Grazie, d.