In queste pagine siamo andati in tanti paesi di tutti i continenti e non potevo esimermi da fare un piccolo salto in Colombia dove, tra i rari film muti rimasti, ritroviamo anche questo particolarissimo Garras de oro (1927) di cui si conosce poco anche perché chi vi partecipò decise di farlo con pseudonimi per evitare ripercussioni. Perché? Perché si tratta di un film estremamente antiamericano, forse il primo della storia. Il regista stesso, P.P. Jambrina era in realtà Alfonso Martínez Velasco, uno dei pionieri del cinema colombiano sia come azionista e investitore che, in seguito, come regista per questo suo progetto sgangherato. Nel 1927 fonda la Cali Film Company con l’obiettivo di girare il film che inizialmente doveva chiamarsi La venganza de Colombia o La muerte política de Teodoro Roosevelt. Il film è un modo per riflettere sulla perdita di Panama e sui rapporti con gli Stati Uniti creando una trama investigativa e cercando di portare lo spettatore verso una politica antimperialista. Martínez Velasco fu in effetti anche un politico ed arrivò ad essere sindaco della sua Cali nei primi anni ’30 e poi operò come revisore dei prezzi per il governo del presidente Alberto Lleras Camargo morendo a Bogotá verso la metà degli anni ’40. Il film è in pratica un suo manifesto, comunque reputato molto scomodo, tanto che scomparve senza lasciare traccia per quasi sessant’anni per poi ricomparire a Cali verso la metà degli anni ‘80. Garras de oro è stato restaurato dalla Fundación Patrimonio Fílmico Colombiano. Il film se la prende grandemente con Theodore Roosevelt che aveva a lungo supervisionato la creazione del canale di Panama assicurando inizialmente che esso sarebbe continuato ad essere giurisdizione colombiana come dal contratto stipulato nel 1846. Gli Stati Uniti avevano sostanzialmente il diritto di transitare gratuitamente per il canale e questo doveva servire per ripagare i lavori che si stavano facendo. Il film parte spiegando queste cose e dicendo che Il 3 novembre del 1903 Roosevelt violava il trattato attaccando la zona dicendo che “I trattati pubblici sono pezzi di carta“. Il film è insomma un attacco personale contro di lui e la sua politica. Uno dei personaggi è invece ispirato a Joseph Pulitzer e alle sue inchieste sul The World secondo cui il futuro presidente era colluso con Wall Street e aveva effettuato un pagamento fraudolento di 40 milioni di dollari dagli Stati Uniti alla French Panama Canal Company. Per questo venne denunciato da Theodore Roosevelt e John Pierpont Morgan anche se al corte fece decadere le accuse.
Protagonista della vicenda è qui Paterson, che si ritrova in mezzo all’affare panamense mentre corteggia la giovane Berta, figlia di un membro del consolato Colombiano. Paterson cade nelle grinfie di una spia di nome Ketty e cerca di redimersi facendo emergere quanto il governo americano sta tramando mettendosi in contatto con James Moore, un giornalista che è stato indagato dopo aver pubblicato del materiale che mostrano le malefatte di Roosevelt e compari. Giunto in Colombia, Paterson si ritrova a dover fronteggiare spie e tentativi di depistaggio ma alla fine, con l’aiuto dell’americano Russell Smith, riesce a recuperare dei documenti che dimostrano cosa è accaduto e sanciscono l’innocenza di Moore.
Le parti più evocative e ricordate de film sono due: la prima (divisa in due parti) vede Zio Sam che cerca di accaparrarsi Panama e poi di corrompere la giustizia senza riuscirci. La seconda è la scena della danza dei serpenti, piuttosto lunga ed evocativa, in cui la protagonista è proprio la spia Ketty. Altra cosa interessante, le uniche scene colorate sono quelle che presentano la bandiera colombiana, come a dare un chiaro messaggio sulla natura nazionalista del film. Le bandiere americane, invece, sventolano solo per cose negative, come ad esempio quando si vedono le navi da guerra statunitensi sparare.
Nel film gli Stati Uniti sono chiamati Yanquilandia ovvero Yankeeland e Roosevelt è indicato con le sole iniziali T.R., mentre la città di New York è “Rasca-Cielo” ovvero Grattacielo. La situazione politica dentro cui si muove il film e la legittimità o meno dell’indipendenza di Panama hanno diviso gli storici, quel che è certa è l’ingerenza degli Stati Uniti nella questione per fini tutt’altro che etici. Il regista conosce comunque molto bene la questione politica e dipinge diversi personaggi come estremamente complessi nella loro opinione relativa alla questione e non mancano momenti di scontro tra personaggi proprio relativamente alla loro posizione sull’operato di Roosevelt.
Il film presenta anche dei momenti buffi e poco chiari: ad un certo punto c’è un inseguimento per poter prendere possesso della valigia contenenti i famosi documenti che accuserebbe Roosevelt. Tutto cade in acqua ma non sembrano esserci conseguenze e i documenti tornano al loro posto. Nonostante questa e altre stranezze e problematiche il film appare fin da subito molto interessante e si prende talmente sul serio da sembrare muoversi in questioni storiche realmente avvenute anche se così evidentemente non è. Si tratta di una sorta di distopia però molto vicina alla realtà in cui gli americani hanno un ruolo e responsabilità di gran lunga maggiori di quanto probabilmente non sia avvenuto storicamente.