Con Kinoglaz siamo di fronte ad un film complesso, geniale, difficile ed avanguardistico. Vertov riprende il mondo spinto dalla voglia di rappresentare la realtà nella sua verità, senza filtri, senza trucchi. Ideatore del progetto Kino-Pravda (Cine-Verità), il regista russo si convince che la macchina da presa non è solo capace di catturare la realtà, ma di andare ancora più nel profondo grazie all’utilizzo delle tecniche cinematografiche (fermo immagine, campo-controcampo, riproduzione accelerata, rallentata ecc). La sperimentazione di Vertov era particolarmente adatta ad essere utilizzata dal regime a scopi propagandistici, grazie alla sua capacità di mettere in risalto, attraverso la riproduzione della verità, la gloria della rivoluzione. Anche Kinoglaz è così: una storia di immagini e di volti, un soffermarsi sul percorso di produzione e distribuzione dei beni alimentari, con particolare attenzione sull’attività dei Giovani Pionieri, associazioni di bambini e ragazzi comunisti che ritrovano un riscontro nei Balilla italiani durante il Fascismo. Non so se sono stati effettuate ricerche a riguardo, ma certamente questa pellicola andrebbe analizzata più a fondo da uno studioso di Storia specializzato.
Attraverso immagini in presa diretta della sua Russia, senza attori o copioni, Vertov ci propone la società dei suoi tempi. Kinoglaz è un film difficile da vedere, ma che sa regalare forti emozioni. Nel corso di più di un’ora, il regista russo catturata la vita di una delle più grandi potenze mondiali dello scorso secolo, mettendone in evidenza anche aspetti drammatici e meno adatti ad essere rappresentati (il mercato nero, la pazzia, la tubercolosi, la morte).
Descrivere un’opera di questo tipo è sicuramente difficile, forse sarebbe più facile vederla in tutta la sua complessità. L’obbiettiva “pesantezza” del film è comunque smussata da un’ottima musica di accompagnamento e dai giochi arguti che il regista ci ha regalato attraverso le didascalie. L’originalità e la grandiosità del progetto di Vertov hanno lasciato sicuramente una forte impronta nella storia del cinema: tutt’oggi il solo titolo del film è utilizzato da siti o associazioni di tutti i tipi. Il Cineocchio è stato pubblicato dalla Enjoy Movies in Italia ed è reperibile ad un prezzo molto vantaggioso.
“Sono un occhio. Un Occhio meccanico. Io, una macchina, vi mostrerò un mondo in un modo che solo io posso vedere” – Dziga Vertov
Hi there, of course this paragraph is truly pleasant and I have learned lot of things from it on the topic of blogging.
thanks.
Can I comment in English?
Nice to read a piece of Vertov – one word in the article was translate d as ‘heaviness’, I assume that refers to the ‘complexity’ of the film.
I think the Factory of Facts output is mainly propaganda in the Socialist sense, for advanced elements. Certainly true in this case.
Sure you can comment in english. With “heaviness”, as you say, I was referring to the complecity of the film. That’s why I decided to put the word in quotes. Thanks for commenting.
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