Tra il 1924 e il 1925 René Clair aveva iniziato brillantemente la sua carriera di regista grazie ad una serie di grandi successi: Entr’acte (1924), Paris qui dort (1925) e Le Fantôme du Moulin-Rouge (1925). Le Voyage imaginaire viene commissionato a Clair da Rolf de Maré, fondatore dei Ballets Suédois, che già aveva prodotto Entr’acte e che sperava di veder sfondare lo svedese Jean Börlin il primo ballerino della compagnia, nonché coreografo e suo presunto amante. Il film, però fu un vero e proprio fiasco nonostante alcuni elementi decisamente interessanti.
Jean (Jean Börlin), impiegato di banca, è innamorato della segretaria Dolly (Dolly Davis), ma i suoi due colleghi Albert (Albert Préjean) e Auguste (Jim Gérald) gli mettono continuamente i bastoni tra le ruote. Un giorno Jean si addormenta e comincia un sogno fantastico popolato da fate e avvenimenti magici…
La commedia risulta molto simpatica e leggera, nonostante Jean Börlin non sia decisamente all’altezza del ruolo. La vicenda riprende, parodiandoli, diversi film dell’epoca e fa largo uso degli effetti speciali più in voga in quel periodo. Tra i riferimenti più divertenti ci sono sicuramente quello relativo a “il Monello” di Chaplin (1921), con Chaplin e Jackie Coogan versione statue di cera provvidenziali, e quello a Grandma’s Boy (1922), con la trovata del talismano fittizio che dà coraggio al protagonista. Insomma un bel minestrone certamente gradevole ma a tratti lento. Fa quasi sorridere vedere come l’unica fata malvagia sia nera di pelle, ma probabilmente, al di là di ogni razzismo, per l’epoca era una scelta più che scontata. Per la cronaca la storia tra Börlin e de Maré non finirà bene, del resto il ballerino morirà nel 1930 a soli trentasette anni. Le Voyage Imaginaire è disponibile in dvd edito dalla Grapevine Video e disponibile ad un prezzo intorno ai 16$. Di certo non è un capolavoro ma per gli amanti del regista è sicuramente da vedere.
Giusto come precisazione il film è stato girato nel ’25 ma uscì in Francia solo nel ’26, per questo ho inserito la seconda data come riferimento.
Pingback: La tempesta in un cranio – Carlo Campogalliani (1921) - E Muto FuE Muto Fu