Le mani dell’altro (Orlacs Hände) – Robert Wiene (1924)

Nel 1924 Robert Wiene era a Vienna come direttore artistico della società di produzione Pan-Film. Qui diede vita ad uno degli ultimi grandi film espressionisti. La storia, tratta romanzo Les Mains d’Orlac di Maurice Renard, ben si prestava ad un adattamento a cura del regista austriaco, il quale si mise subito al lavoro per dar vita alla sua nuova creatura. Per il ruolo del protagonista Wiene scelse nuovamente Conrad Veidt, con cui aveva già collaborato in diversi film tra cui, ovviamente, Il gabinetto del dottor Caligari, che di fatto aveva contribuito a rendere l’attore una vera e propria star in Germania ma non solo.

Paul Orlac (Conrad Veidt), pianista di fama mondiale, perde le sue mani in un terribile incidente ferroviario. Vista la disperazione della moglie Yvonne Orlac (Alexandra Sorina), il Dottor Serral (Hans Homma) e il suo aiutante Nera (Fritz Kortner) trapiantano a Paul le mani di Visseur, terribile assassino appena giustiziato. Paul, scoperta la verità, si rifiuterà di utilizzare le sue mani ed entrerà in una spirale psicotica che lo porterà a convincersi di aver assassinato il padre (Fritz Strassny).

Il film, che forse paga l’eccessiva lentezza nello svolgimento, offre ottimi spunti di riflessione. Wiene, alla regia, realizza diverse scene estremamente intense a partire da quella dell’incidente, girata praticamente al buio con l’ausilio di poche luci (fari della macchina o lanterne). Una costante della vicenda sono le tinte fosche come a sottolineare la spirale di disperazione che avvolge i protagonisti. Tra gli attori (tra cui non ho potuto menzionare Carmen Cartellieri nel ruolo della domestica Regine) è senza dubbio da sottolineare l’interpretazione di Conrad Veidt, abile ancora una volta a dare corpo ad un personaggio molto complesso, la cui gestualità e mimica servono a delineare lo stato di estremo shock psicofisico in cui il protagonista si viene a trovare. Mi piace ricordare come Veidt sia stato uno dei pochi attori ad avere una carriera di successo sia in America (e Gran Bretagna) che in Germania ma soprattutto attraversando felicemente l’epoca del muto (nello stesso 1924 venne distribuito anche il Gabinetto delle figure di cera di Leni con cui lavorò anche per il suo ultimo film non sonoro, ovvero l’Uomo che ride del 1929), sia quella del cinema sonoro (ricordo ad esempio la sua partecipazione a Casablanca nel ruolo del Maggiore Strasser). Solo un infarto, nel 1943 quando aveva 50anni, pose fine definitivamente alla sua carriera. Tornando al nostro film, vale la pena ricordare l’interpretazione di Alexandra Sorina, attrice Russa dalla breve carriera cinematografica qui forse nella sua interpretazione di maggior rilievo. La fotografia è ottima così come la capacità di tenere la tensione alta nei momenti più opportuni. Visto l’argomento trattato e l’epoca in cui il film venne prodotto, la censura decise di vietarne la visione ad un pubblico non adulto. Anche Korner caratterizza molto bene il proprio personaggio dimostrando Il successo del film fece sì che, nel corso degli anni, venissero prodotti numerosi remake come Mad Love di Karl Freund (1935) e Les mains d’Orlac di Gréville con Christopher Lee (1960).

Orlacs Hände, noto fino a poco tempo fa nella sua versione ridotta di 90 minuti, è stato di recente restaurato dalla  Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung in una versione leggermente più lunga ed impreziosita dalla colonna sonora di Henning Lohner. Questa nuova versione è stata distribuita dalla Kino International con intertitoli in inglese e il titolo tradotto: The Hands of Horlac.

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