All’assalto del viale – John Ford (1917)

Bucking_broadwayIl secondo film di John Ford  sopravvissuto al tempo è All’assalto del viale (titolo originale Bucking Broadway) ed è del 1917. Si credeva perduto finché non ne fu ritrovata una copia nell’Archivio francese del film, depositata da un collezionista senza indicazioni precise, solo una scritta: “Un dramma nel Far West”. Il Centre national du cinéma et de l’image animée vista l’eccezionalità del ritrovamento ha subito finanziato un restauro, realizzato presso i laboratori Centrimage, e la copia oggi pubblicata è favolosa, nitida, stabile, uniforme, sembra che quasi nessuna sfumatura si sia persa. Bucking Broadway non può dirsi un tassello imperdibile della cinematografia muta di Ford, eppure c’è una grazia, un sentimento, un amore per i dettagli, per i volti, che prefigurano le emozioni colossali delle sue opere più mature, a confermare, se ancora ce ne sia bisogno, che ogni opera va vista in prospettiva.

 

La trama non è certo originale. Il cowboy più guascone del ranch di Ben Clayton si innamora della figlia del proprietario, una ragazza timida, ingenua e facilmente impressionabile. Per annunciare l’intenzione di sposarsi al padre, attaccatissimo a sua figlia Helen (Molly Malone), c’è bisogno di una buona dose di coraggio. Cheyenne Harry – questo il nome del protagonista interpretato da Harry Carey – si fa forza e l’uomo accetta. Proprio in quei giorni un ricco mercante di bestiame, Eugene Thornton, viene dalla città, a bordo di un auto il cui rombo sconvolge le tranquille vallate di Fortune, Wyoming, viene a far visita al ranch di Clayton e non può fare a meno di notare la giovane Helen e, sicuro del suo fascino e dell’attrattiva della sua posizione sociale, tenta di sedurla. Helen prende una decisione avventata e parte con lui, lasciando un biglietto scarno ed essenziale, proprio nel giorno in cui al ranch si sarebbe annunciato ufficialmente il fidanzamento. Il padre ed il promesso sposo restano di stucco, ma non rassegnati attendono notizie da Helen, convinti che ritornerà. È proprio così, Cheyenne riceve una lettera contenente un cuore intagliato nel legno che le aveva donato prima di partire. Senza esitare insegue il primo treno per New York e arriva in città deciso a riprenderla con sé. Qui, vista la celebrità di Thornton, non impiega molto a trovarla e con l’aiuto dei suoi compagni cowboy la salva dalle mani di un Thornton ubriaco, insicuro del suo amore e della sua scelta.

 

Mettendo in scena il dramma di un padre, Bucking Broadway non può che richiamare alla mente Four Sons (1928), sempre di Ford, dove la genitorialità sarà vivisezionata e celebrata. Ben Clayton è simbolo palese di valori, di moderazione, rispettabilità, è lui a tenere alta la serenità nel ranch. Si muove nell’ombra ma è nascosto in ogni scena, come un occhio ubiquo. In ogni pensiero della figlia c’è il suo pensiero e il suo giudizio. Quando arrivata in città si sente fuori posto e mal vista, soprattutto dalla sorella di Eugene, ripensa a Cheyenne, ma il suo ritorno è più verso “casa” che verso il suo futuro marito. Anche nel conflitto finale – una zuffa enorme ed esagerata, protratta ed esemplare – il vero contrasto non è tra protagonista e antagonista, ma tra città e campagna, tra le auto ed i cavalli, tra senso comunitario ed egoismo. Il fatto che il recupero di Helen avvenga in gruppo e non solamente ad opera di Cheyenne ne è una chiara dimostrazione. A tratti si respira l’aria nostalgica che dominerà Com’era verde la mia valle (1941), quello scollamento tra “casa” e società, tra sogno e sobrietà. C’è un personaggio secondario che salta all’occhio ed è fondamentale per la vicenda e per valutare il film: appena Buck arriva in hotel a New York un uomo e una donna, distraendolo e mostrandosi affabili, lo derubano, ma la donna conosciuta la sua storia ed il suo scopo si impietosisce e gli restituisce il portafogli. Sarà proprio lei ad avvistare Helen e ad avvertire Cheyenne, invitandolo ad intervenire. In lei c’è tutta la speranza della storia: questa donna è un ponte tra vecchio e nuovo, è il treno che unisce ruralità e modernità, umiltà e lussi, rinuncia e avidità. Ford sembra già avere una mano sicura su tutti questi elementi e non si fa neppure mancare una comicissima gag con protagonista Cheyenne. Ai paesaggi di Straight Shooting si sostituiscono l’uomo, le sue passioni, la sua semplicità emotiva: se Ford è sempre sembrato un burbero, nessuno ci ha mai creduto.

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