Con Historien om en gut il Cinema Ritrovato ha attraversato il cinema norvegese anche se forse avrei preferito un’altra pellicola. Questo film ricorda un po’ nello spirito le storie di alcuni fumetti o libri per ragazzi tipo Piccolo Ranger o Piccolo alpino. Si tratta di un ragazzo per bene che si ritrova a doversi far valere nella vita di tutti i giorni o perché fuggito dalla famiglia o perché l’ha perduta.
Esben Gram (Esben Lykke-Seest), figlio di un console, viene accusato ingiustamente di aver rubato l’orologio a un professore. Distrutto per aver subito un’ingiustizia, vende le sue cose e scappa di casa. Inizia una serie di avventure che lo riporteranno poi sano e salvo dai genitori grazie a una compagnia di scout che lo salva dall’ira di una banda di ladri.
Il film è quindi composto da una serie di disavventure che si svolgono in posti diversi: prima una nave capitanata da un uomo alcolizzato e violento, poi una fattoria e infine una città dove viene costretto da una banda di ragazzi a compiere furti. Nel finale c’è uno strano inno allo scautismo che era stato introdotto in Norvegia da circa una decina di anni. Non mi pare ci sia stato un contributo da parte dell’associazione scoutistica locale, probabilmente Esben Lykke-Seest, che immagino abbia qualche grado di parentela con il regista, vi faceva parte e il regista ha voluto inserirlo credendo di consigliare quei valori al pubblico a cui era indirizzato il film.
Che dire, è un film carino, ma pensare che sia il film più noto del regista mi fa un po’ storcere la bocca, ma è evidente che il target non sono decisamente io. Inoltre il ragazzino alto-borghese perfettino può facilmente stare sulle scatole.