Nel 1908, lo abbiamo visto con Enrico Stamberghi, faceva capolino nelle sale italiane il mitico Nick Winter diretto da Victorin-Hippolyte Jasset per la Société Française des Films Éclair. Si trattò di una vera e propria rivoluzione che portò l’affermarsi del cinema di spionaggio in tutte le sue mille varianti. Ma perché non fare un personaggio femminile che potesse far appassionare e innamorare gli spettatori? Come avrete capito non stiamo parlando di Les Vampires e di Musidora, che uscirà nel 1915, ma di un personaggio diverso, Protéa, che ha il volto di Josette Andriot e che è decisamente un personaggio positivo. Tra travestimenti vari, fughe rocambolesche e una certa comicità ci ritroviamo dunque a seguire le vicende di questo mitico personaggio nato appositamente per il grande schermo e che vanterà ben quattro sequel!
Riassumiamo brevemente la vicenda: il regno di Messenia si ritrova in grande difficoltà visto che le vicine Celtie e Slovonia stanno facendo un accordo segreto che potrebbe creare gravi danni. Viene dunque il barone de Nyborg (Charles Krauss) decide dunque di chiamare urgentemente a rapporto Protéa (Josette Androit) che parte per la Celtie assieme al suo fido compare Anguilla (Lucien Bataille). Parte dunque una sfida senza esclusione di colpi tra Monsieur de Robertsau (Henri Gouget), capo diplomatico della Celtie, e Protéa, per cercare di ottenere il controllo del trattato. Dopo mille peripezie i nostri riusciranno ovviamente a riportare a casa il prezioso documento e salvare la Messenia.
Nel film ritroviamo tante nostre vecchie conoscenze, primo tra tutti il mitico Lucien Bataille, qui nei panni dello strambo personaggio dell’anguilla e che Enrico ha seguito nei panni di Zigoto. Ma non possiamo dimenticare Charles Krauss, che sarà più tardi anche Nick Carter. Non mancano poi stramberie ed espedienti comici che abbiamo trovato tante volte nelle vicende dirette da Jean Durand tra crolli e salti incredibili ai limiti del paradossale. Sì perché Protéa ha una caratteristica bizzarra di muoversi tra il serio e il comico creando forse un anello di congiunzione tra Nick Carter e Nick Winter. Tutto è esagerato e le trovate sono sempre al limite del ridicolo (tra i tanti il povero Anguilla costretto a travestirsi da scimmia) ma Victorin-Hippolyte Jasset è bravo a non perdere mai le redini della narrazione e tenere lo spettatore appeso alla vicenda. Possiamo dire, in altre parole, che nonostante la vena parodica non si arriva mai a perdere la sospensione d’incredulità e questo permette allo spettatore di godere anche della componente spionistica.
Ignoro sinceramente se la scelta di rendere parzialmente comico il film sia dovuto al fatto che essendo la protagonista una donna gli autori non volevano prendersi troppo sul serio o se le due cose non sono collegate. Resta il fatto che, al di là di qualsiasi congettura, il personaggio di Protéa è molto interessante: astuto, istrionico, intraprendente e coraggioso. Insomma il perfetto prototipo per Musidora e Pearl White che imperverseranno negli anni successivi!
Come al solito vi lascio con qualche scena bizzarra o interessante tratte dal film. Nella prima troviamo un bizzarro travestimento di Anguilla, che si palesa al barone in un modo decisamente particolare… segue un gioco di trasparenze per mostrare le trasformazioni dei due eroi attraverso delle porte; la terza è una delle scene più divertenti con la sostituzione di Monsieur de Robertsau con un manichino; ultima gif con un pericoloso stunt con crollo di ponte in fiamme a pochi metri dai poveri attori. Sinceramente mi ha dato l’idea di una cosa un tantino pericolosa ma fortunatamente non sembrano esserci stati feriti!
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