Prem Sanyas (प्रेम सन्यास) – Himanshu Rai, Franz Osten (1925)

Light of AsiaPrem Sanyas sancisce un nuovo ritorno in terra indiana per E Muto Fu. La storia di Gautama raccontata in questo film è tratta dall’omonimo poema in versi The Light of Asia di Sir Edwin Arnold (1879) che ebbe il merito di diffondere il buddismo in occidente. Il film ha due cose in comune con un film che già abbiamo recensito diversi anni fa, il mitico Shiraz (1928), ovvero il regista Franz Osten e il personaggio principale, qui anche co-regista, Himansu Rail. Nonostante si millanti il fatto che sia un film girato in India da indiani e che sia “autentico” condivide con Shiraz anche il fatto di essere molto occidentale rispetto magari a Béhula che abbiamo visto qualche settimana fa.

Un gruppo di turisti occidentali si ritrova al tempio di Mahabodh dove sorge il sacro Sri Maha Bodhi, nato dall’albero di Bodhi, dove Siddhartha Gautama meditava prima di avere l’illuminazione. Trovano un locale che spiega loro la storia di Gautama…

Gautama (Himansu Rai), figlio del Raja Suddodhana (Sarada Ukil) e di Maya (Rani Bala), nasce miracolosamente senza alcun dolore provocando però la morte della madre. La sua strada è però divisa in due: potrà o diventare un monarca universale o rinunciare alle sue agiatezze scoprendo la via che lo porta al di là della morte, diventando un Buddha. Il padre cerca in tutti i modi di evitare questa seconda ipotesi e per farlo lo avvicina all’amore facendogli conoscere Gopa (Seeta Devi) di cui Gautama si innamora follemente e la sposa. Messo in una prigione dorata, il giovane non pensa minimamente alle condizioni in cui versa la popolazione finché un giorno, mentre sta partecipando ad una processione per mostrarsi ai suoi sudditi, non si rende conto della sofferenza in cui versano i poveri. Decide dunque di fuggire e spogliarsi di ogni ricchezza e iniziare a predicare. Gopa, dopo aver rifiutato le avance del cugino di Gautama, seguirà le sue orme e diventerà la sua prima adepta.

Il film, oltre a raccontare le vicende di un personaggio tanto importante, è anche un modo per dare un affresco etnografico dell’India. L’attenzione per gli usi e i costumi è a tratti più focalizzata rispetto alla vicenda stessa. L’idea che sembra emergere, dopo aver approfondito un pochino questi film, è che si cercasse di selezionare storie e leggende locali che potessero il più possibile essere occidentalizzate. Il Gautama di questo film appare come una sorta di San Francesco, che si spoglia dei suoi averi ed iniziare a predicare una vita fatta di buone azioni e rispetto del prossimo. Tanti sono anche i paralleli con Cristo ed infatti, secondo quanto ripotato sul sito del San Francisco Film Festival, Rai decise di creare una controparte indiana della storia di Cristo mentre si trovava ad un festival teatrale in Germania. Tornato in India Rai decise quindi di dare vita a questa storia ispirandosi all’opera di Arnold e mettendo se stesso come protagonista e la 14enne Seeta Devi come protagonista principale. Non si era ovviamente mai visto un simile dispendio di risorse per un film indiano ma non riscosse in loco il successo sperato.

Anche se Prem Sanyas è un po’ un mischione che tenta di piacere sia agli occidentali che agli indiani senza troppo successo, colpisce in generale l’atmosfera, l’attenzione al dettaglio e alla costruzione delle scene. Tutto è molto studiato e delicato ma allo stesso tempo è mancato l’elemento capace di catturarmi totalmente. Potete comunque vedere dalle immagini condivise (tantissime) quando tutto sia visivamente fantastico.

Prem Sanyas è recuperabile facilmente anche su internet anche se non alla qualità che vedete nelle immagini. Quindi, se vi siete incuriositi e avete amato Shiraz, potete tranquillamente recuperarlo e farvi trasportare in questa strana India a uso e consumo degli occidentali.

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