Frankenstein – James Searle Dawley (1910)

Questo del 1910 è il primissimo adattamento cinematografico a noi noto dell’omonimo romanzo di Mary Shelley (1818). Prodotto dalla Edison Studios, venne scritto e diretto da J.S. Dawley. Si tratta, in realtà, di un cortometraggio di una decina di minuti, molto meno drammatico rispetto al romanzo a cui si ispira, pur mantenendo, però, una forte componente horror.

Il Dottor Frankenstein (Augustus Phillips), nel folle tentativo di dar vita alla materia inerte, crea un terribile Mostro (Charles Ogle) che inizia a perseguitarlo. Questi, però, sembra più intenzionato a spaventare il suo creatore che non a seminare distruzione. Ammalatosi per lo shock, Frankenstein torna dalla sua amata Elizabeth (Mary Fuller) che vuole finalmente sposare. Il giorno del matrimonio, però, il Mostro torna a perseguitare il suo creatore. Nell’ultima scena Frankenstein, guidato dall’amore che ha per Elizabeth, si convince della non esistenza del Mostro che scompare all’interno di uno specchio per poi dissolversi. L’amore puro ha finalmente trionfato…

Frankenstein è a tutti gli effetti una storia di fantascienza, dal momento in cui il Dottore, attraverso le sue conoscenze scientifiche, riesce a dare vita ad un essere vivente, seppur in tutta la sua mostruosità. Certo, questo Frankenstein è forse più un alchimista che non uno scienziato e il Mostro, lontano da quanto siamo abituati, prende vita grazie ad intrugli posti in un calderone. Ma la sua nascita è forse ancora più paurosa rispetto a quella che tutti conosciamo. Una massa incandescente e scheletrica, infatti, emerge, fotogramma dopo fotogramma, davanti agli occhi dello spettatore: una scena che colpisce ancora oggi, potete immaginare cosa abbia provocato nello spettatore dell’epoca. Tra gli attori spicca Charles Ogle, grande caratterista del cinema muto, che in un certo qual modo fornisce al suo Mostro tanti elementi caratteristici, tipici in realtà anche delle rappresentazioni teatrali, che accompagneranno i monsters degli anni successivi. Altra scena molto emozionante è quella finale dello specchio, in cui il mostro scompare finalmente e lascia posto all’amore puro. In un certo senso tutto il film è un vero inno all’amore e alla purezza, ma soprattutto al rispetto della dimensione propria dell’uomo. Il Mostro è una sorta di proiezione dei peccati del Dottor Frankenstein e scompare al termine della vicenda assieme ai suoi peccati giovanili.

Il film, a lungo ritenuto perduto, è stato invece conservato grazie ad un collezionista americano, Alois F. Dettlaff, che la acquistò negli anni ’50 pur ignorando per molto tempo il reale valore della pellicola in suo possesso. Quando, intorno alla metà degli anni ’70, ne venne resa nota l’esistenza, partirono i tentativi di restaurare la pellicola. Per fortuna, nonostante lo stato di deterioramento, erano ancora parzialmente conservate le tinte e gli intertitoli originali. Nel 2010, in occasione del centenario del film, la BearManor Media decise di mettere a disposizione di tutti una copia restaurata del film. Inoltre venne pubblicato il libro “Edison’s Frankenstein” di Frederick C. Wiebel Junior. Sempre in occasione del centenario, lo scrittore e regista Dave Mitchell decise di proporre una propria versione di questo cortometraggio noto come “Frankenstein 1910 2010“, con nuove didascalie tratte direttamente dal romanzo di Mary Shelley, tinte rinnovate per alcune scene e l’utilizzo della “Danse Macabre” di Camille Saint-Saëns come colonna sonora. Attraverso le modifiche apportate agli intertitoli, Mitchell ha voluto mettere maggior risalto alla necessità del Mostro di essere considerato un amico dal suo creatore. Personalmente preferisco questa seconda versione che ritengo più poetica, nonostante stravolga in gran parte il senso originario del film. Dopo una lunga indecisione ho deciso comunque di proporvi questa seconda versione, ma se desiderate vedere, e vi consiglio di farlo, la versione con gli intertitoli originali potete cliccare qui. Buona visione.

Curiosità: Nel 2003 Chris Yambar (testo) Robb Bihun (disegni) realizzarono un fumetto ispirato a questo film chiamato “Edison’s Frankenstein 1910“. Cliccando qui potete vederne una vignetta.

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