The Vortex – Adrian Brunel (1928)

the-vortexNel 1924 Noël Coward metteva in scena per la prima volta la storia struggente di un uomo che cadeva nel vortice della dipendenza da cocaina. Si tratta di una vicenda forte, ambientata subito dopo la Prima Guerra Mondiale e che racconta dei vizi della alta borghesia di fronte a un clima finalmente privo di preoccupazioni belliche. Visto il successo che lo spettacolo ebbe, i Gainsborough Studios comprarono i diritti e puntarono forte sul prodotto scritturando Ivor Novello nel ruolo di protagonista e mettendo Eliot Stannard, uno dei loro migliori sceneggiatori che stava lavorando anche al fianco di Hitchcock in quegli anni, a lavorare sulla trasposizione.

Nicky Lancaster (Ivor Novello) è un abile pianista e compositore che si innamora di una giovane giornalista, Bunty Mainwaring (Frances Doble). La madre di Nicky, Florence (Willette Kershaw), è una donna tutto pepe che vuole scrollarsi di dosso gli anni della guerra spendendo soldi in arredamenti alla moda per la casa, vestendosi in maniera giovanile e comprandosi la compagnia di uomini giovani e prestanti. L’ultimo di questi, di cui lei si invaghisce è Tom Veryan (Alan Hollis). Il caso vorrà che Bunty e Tom erano stati fidanzati, arrivando quasi a sposarsi, e mentre i due frequentano le nuove fiamme hanno un riavvicinamento. Roso dalla gelosia, Nicky si rifugia nella cocaina, mentre Florence ha un terribile attacco di gelosia svergognandosi in pubblico e mostrando la vera natura dei rapporti extraconiugali che portava avanti. Nel finale Nicky rivela alla madre la sua dipendenza e lei gli strappa la promessa di smettere in cambio di una ritrovata morigeratezza. Proprio Florence chiederà a Bunty di perdonarla per averla accusata, ingiustamente, di aver tradito il figlio e gli chiederà di tornare da lui.

Quest’ultima parte non mi pare fosse presente nell’opera finale di Conward, ma probabilmente è stata aggiunta per addolcire il finale che era comunque struggente, seppur per certi versi lieto. Nonostante in teoria le vicende possano sembrare avvincenti, la realtà dei fatti rivela una certa inconsistenza nello svolgimento e un’attenzione piuttosto scadente ai dettagli. Si perde più tempo nella premessa che nel descrivere in maniera ricercata il declino del protagonista che a volte sembra quasi passare in secondo piano trascinato dalle vicende e incapace di incidere su di esse. Anche la vicenda legata alla dipendenza, ovviamente anche perché era un argomento scomodo, viene lasciata intendere attraverso l’uso di una scatolina che non viene però mai realmente utilizzata.

Vedere la stessa sera questo film e Blind Husbands ha sicuramente fatto un torto a The Vortex, però quest’ultimo ha decisamente deluso le mie aspettative visto il cast e le premesse del soggetto. L’ho trovato anonimo e poco incisivo quando avrei sperato in qualcosa di più.

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