Zigomar e il fascino del criminale

Il Cinema Ritrovato 2022 è stato un modo per poter finalmente recuperare la trilogia di Zigomar composta da Zigomar, roi des voleurs (1911), Zigomar contre Nick Carter (1912) e Zigomar, peau d’anguille (1913) di cui si era occupato rapidamente Enrico Stamberghi nel suo progetto relativo a Nick Winter e Nick Carter. Société Française des Films Éclair e Victorin-Hippolyte Jasset portano avanti ormai dal 1908 le serie poliziesche che stanno appassionando la Francia e il mondo intero che non vedono l’ora di sapere quali nuove avventure vivranno i loro beniamini. La saga di Zigomar nello specifico è sicuramente una di quelle di maggior successo e scopriamo che questo si estese addirittura fino al Giappone dove videro la luce almeno 4 Zigomar apocrifi e decine di libri con storie a lui dedicate. Questo nonostante il governo giapponese avesse messo al bando la serie nell’ottobre del 1912 per motivi legati alla sicurezza nazionale e il possibile incremento della criminalità. Il successo era però tale che l’anno successivo venne comunque esportato Zigomar, peau d’anguille pur con un nome differente. Come per Fantômas, Diabolik e tanti altri, il personaggio di Zigomar, certamente negativo, diventa però protagonista e motore della vicenda e spinge quasi lo spettatore a prendere le sue parti nella speranza che non venga mai catturato dall’investigatore di turno per poter continuare in eterno a seguire le sue storie.

Visto che Zigomar contre Nick Carter (1912) è stato già trattato da Enrico, andiamo dunque a scoprire cosa ci riservano gli altri due capitoli e andiamo a ricostruire la storia del terribile Zigomar!

Zigomar, roi des voleurs – Victorin-Hippolyte Jasset (1911)

Zigomar, roi des voleurs non ha una sua organicità, come tutte le vicende del malvivente, ma racconta tante piccole vicende legate dal rapimento della giovane sarta Riri-la-Jolie (Josette Andriot). Sulle sue tracce si getta Paulin Broquet (André Liabel) che sta da tempo cercando indizi sulla terribile banda. E l’indizio arriva quasi casualmente con un “pizzino” caduto ad un passante relativo ad un incontro all’interno di una cattedrale oscura. Broquet si nasconderà prendendo il posto di una scultura (sic) e scoprirà che nei sotterranei, a cui si accede da un passaggio segreto, si nasconde la banda di Zigomar (Alexandre Arquillière). Peccato che l’arresto dovrà attendere a causa di una terribile trappola (che vedete nella gif sotto). Seguono ulteriori tentativi di cattura, anche ad alta quota, e la vicenda termina infine con la liberazione di Riri e il crollo del covo che lascia presagire una forse morte del criminale (che ovviamente non avverrà).

Questo primo episodio è molto carino e frizzantino e presenta una serie di inseguimenti interessanti e scene piuttosto rapide di trasformazioni e tentativi di fuga (la più veloce e rocambolesca in gif). Resta comunque, rispetto al già citato Fantômas, una semplicità di fondo e a volte un’eccessiva lentezza. Alcune situazioni, come il tentativo di cattura in alta quota, non sembrano avere motivazioni reali. Tra le scene più interessanti, anche se pure qui non esattamente giustificata, la danza dei fuochi fatui al Moulin Rouge che all’epoca venne molto apprezzata.

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Zigomar, peau d’anguille – Victorin-Hippolyte Jasset (1913)

Se con Zigomar contre Nick Carter (1912) Broquet era stato messo in pausa per passare le ricerche a Nick Carter, eccolo tornare con l’ultimo episodio della trilogia, Zigomar, peau d’anguille. Zigomar (Alexandre Arquillière) è creduto ormai morto ma grazie a un serio somministrato dalla sua aiutante La Rosaria (Josette Andriot) riprende vita e fugge via. Come prima azione fa rapire Paulin Broquet (André Liabel) proponendogli soldi in cambio della rinuncia a catturarlo ricevendo però un netto rifiuto. Il criminale imprigiona dunque il detective che viene però liberato da un suo luogotenente e riesce a fuggire. Anche questa avventura è molto spezzettata e gli altri due episodi vedono prima Zigomar alle prese con un circo e il furto di una cassaforte finito male e, infine, il tentativo di rubare denaro a un banchiere che termina finalmente con l’arresto di tutta la banda.

Dei tre forse Zigomar, peau d’anguille è il meno frizzante e riuscito, pieno di ricicli e vicende poco interessanti. Il momento più alto è indubbiamente il bombardamento in volo della barchetta dove si trova Broquet. Se avete seguito gli altri articoli su Jasset e la Andriot saprete inoltre che l’uso dell’ambientazione circense è un riciclo della location (e degli animali) perché nel 1913 si ritrova la stessa cosa almeno in Protéa e certamente in altri film dell’epoca. Proprio la figura della Andriot, già vista nei panni dell’aiutante di Zigomar nel capitolo precedente, è sicuramente un’aggiunta rispetto al primo episodio ma non abbastanza da salvare un capitolo tutto sommato poco avvincente.

Eccoci dunque alla conclusione del nostro progetto Zigomar: un criminale che ha saputo emozionare generazioni di spettatori e che è tornato sul grande schermo con tutti i suoi pregi e difetti. Chissà che un giorno non possa far ritorno con una serie tutta sua…

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