Con L’Uomo Meccanico il regista, attore e sceneggiatore André Deed ci mette di fronte a un film particolare di cui non possiamo godere pienamente a causa della pessima conservazione della pellicola. A lungo ritenuta perduta, infatti, ne è stata ritrovata una porzione di 740 metri in portoghese presso la Cinemateca Brasileira di San Paolo in Brasile. Secondo il visto della censura la lunghezza doveva essere di 1821 metri, per una lunghezza di un’ora circa. La pellicola è stata poi recuperata e restaurata nei primi anni ’90 dalla Cineteca di Bologna. La Cineteca, nei primi secondi del film, ci racconta la storia del restauro riferendo quella che doveva essere la trama completa. L’Uomo Meccanico doveva essere il secondo film di una trilogia, il cui primo capitolo era Il documento umano (del 1920 e andato perduto) e il terzo Gli strani amori di Mado, mai prodotto per motivi poco noti.
Uno scienziato costruisce un uomo meccanico che presenta capacità fisiche superiori a quelle di un normale uomo mosso da onde elettriche e controllato tramite un “tele-visore”. L’inventore viene ucciso da una banda di criminali, guidata dalla mascherata Mado (Valentina Frascaroli), che cerca di ottenere le istruzioni per comandare il robot. I malviventi vengono però catturati dalla polizia. -la pellicola inizia da questo punto- Mado riesce a fuggire e, dopo aver rapito Elena D’Ara (Matilde Lambert), la nipote dell’inventore, ottiene il controllo dell’uomo meccanico. Sotto shock, la giovane ragazza si riprende grazie alla simpatia di Modestino detto Saltarello (André Deed). Il robot, intanto, inizia la sua opera distruttrice che verrà fermata solo quando il fratello dell’inventore costruirà un secondo uomo meccanico. In uno scontro avvincente, grazie anche allo zampino di Saltarello, il robot di Mado viene sconfitto e lei perde la vita a causa di un corto-circuito.
André Deed, nome d’arte di Henri André Augustin Chapais, era noto in Italia come Cretinetti e aveva una lunga carriera comica alle spalle. Questo film stordisce perché unisce elementi fantascientifici ad elementi comici, creando come due storie parallele. Gli elementi farseschi non sembrano essere compatibili con la drammaticità degli eventi, lasciando alquanto sbigottiti. Attrice di spicco del film era Valentina Frascaroli, nonché moglie di André, una vera e propria diva del cinema italiano e francese. Fu molto amata da Fellini che la volle, negli anni ’50, ne “lo Sceicco Bianco“, ne “la Strada” e ne “i Vitelloni“. La Frascaroli interpreta alla perfezione la parte della spietata criminale, le cui gesta mi hanno ricordato Fantômas di Feuillade (specialmente nella scena della fuga rocambolesca). Nel film, ricco di presenze femminili, non mancano scene “sensuali”. La più enigmatica è quella in cui, durante il ballo in maschera, l’Uomo Meccanico rapisce Elena scoprendole il seno. L’assurdità della situazione fa sorridere, per quanto possa essere una scena ammiccante per un pubblico maschile, che vantaggio avrebbe un robot a denudare la povera Elena? Forse è un riferimento alle sculture classiche che non ho colto, in compenso la scena mi ha lasciato perplesso. Tralasciando queste “scene osé“, bisogna dire che il film nel suo complesso non convince, anche se risulta interessante per il contenuto. La lotta tra mostri meccanici è sicuramente un elemento presente nel nostro immaginario. Nella mia memoria di infanzia ricordo addirittura una storia di Topolino dalla trama molto simile in cui Paperone e la Banda Bassotti si sfidavano con dei robot deposito. Non so se il riferimento fosse proprio al nostro uomo meccanico ma di certo la presenza di questo elemento fa riflettere.
Il film è disponibile in DVD con didascalie in inglese edito dalla Alpha Video, altrimenti si può cercare di reperire l’edizione VHS della Cineteca di Bologna. Per maggiori informazioni riguardo al film vi consiglio questo articolo preso dal blog cinemante/cinemasema.