Finalmente dopo tanti mesi si torna a parlare di Cinema Muto in maniera concreta con una nuova recensione. Colgo l’occasione per parlare di “un cappello di paglia di Firenze“, visto ieri sera al Cinema Trevi della Cineteca Nazionale con musica dal vivo del Maestro Antonio Coppola. Il film prende spunto da una farsa scritta da Eugène Labiche con la collaborazione del drammaturgo Marc-Michel. Dal soggetto originale René Clair scrisse la sceneggiatura per il suo film curandone anche la regia. Il risultato è una commedia di due ore circa che nonostante alcuni cali di ritmo dovuti alla differente percezione moderna di certe gag, risulta estremamente piacevole e divertente. Ma andiamo a vedere la trama:
Siamo nell’Agosto del 1895 e il giovane borghese Jules Ferdinard (Albert Préjean) sta per sposare Hélène Nonancourt (Maryse Maïa). Mentre Jules sta andando verso la sua futura casa a bordo di una carrozza, il cavallo che lo traina viene attratto da un cappello di paglia poggiato su un cespuglio che mangia avidamente distruggendolo. Sarà l’inizio dei guai per il povero Jules perché il copricapo apparteneva ad Anais de Beauperthuis (Olga Tschechowa) che si era appartata con l’amante, il Tenente Tavernier (Geymond Vital). Per non ledere l’onore di Anais, Jules, sotto minaccia del Tenente, dovrà andare alla ricerca di un Cappello di Paglia identico proprio nel mezzo del suo matrimonio. Seguiranno gag e misunderstanding a ripetizione fino al lieto fine conclusivo.
René Clair a mio avviso ha messo in scena una rappresentazione molto teatrale nei tempi e nella rappresentazione stessa. I personaggi sono ben caratterizzati fin dall’inizio tramite l’uso astuto di tic o azioni ripetute ad ogni scena. Forse tra i personaggi degli invitati il più riuscito è quello dello zio Vésinet (Paul Olivier) con seri problemi di udito che sono amplificati dall’otturazione del corno che utilizzava per sentire. Per tutto il film si limiterà quindi ad osservare gli altri per copiarne i gesti a seconda delle circostanze pur non capendo assolutamente nulla. A Clair bisogna dare il merito di aver creato uno splendido sordo nel cinema muto, cosa che fa sorridere anche solo nel controsenso. Divertente anche il ruolo del povero cameriere Félix (Alex Allin e non Fernandel come detto durante la proiezione) costretto a correre da una parte all’altra della città per evitare che il Tenente Tavernier distrugga la futura casa degli sposi. Ultime parole per Albert Préjean,attore feticcio della produzione muta di René Clair, che dimostra come la stima del regista non sia affatto casuale interpretando benissimo il ruolo del povero Jules. Pur essendo una pellicola decisamente più tradizionale sia a livello di trama che di regia, Clair non perde occasione per sperimentare e giocare con le inquadrature. Per chi ama le commedie mute questo è un film che consiglio senza remore.
Passiamo ora al consueto angolo finale sulle edizioni in dvd. Attualmente le versioni in commercio dovrebbero essere solo anglofone sotto il titolo di The Italian Straw Hat. Personalmente sconsiglio l’edizione della Grapivine e vi consiglierei di optare per quella della Flicker Alley, sempre NTSC, che contiene per altro i due corti La Tour (1928) e Ferdinand Zecca’s Noce en Goguette (1907).