Ed eccoci all’ultimo appuntamento con i corti, una sorta di “tutto quello di cui non abbiamo parlato fino ad oggi ma che merita di essere visto“. Sì perché questi quattro cortometraggi sono davvero divertenti e sono davvero meritevoli di essere trattati tutti insieme. Il viaggio per la Fantascienza del Cinema Muto ci ha fatto scoprire tanti cortometraggi interessanti ed è giusto finire in bellezza.
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– El Hotel Electrico – Segundo de Chomón (1905)
Come ci immaginiamo il futuro? Da sempre se pensiamo al nostro futuro tra un centinaio di anni lo immaginiamo pieno di stravaganti invenzioni e ricco di nuove incredibili tecnologie. Era così era anche nel 1905, quando Segundo de Chomón immaginava un Hotel elettrico, altresì un hotel controllato completamente da sistemi elettronici o da computer come diremmo noi oggi. Così quando i due protagonisti del nostro corto arrivano nell’incredibile Hotel Electrico, la loro valigia viene portata automaticamente nella loro stanza e svuotata nei cassetti adeguati ad ogni capo. Poi, una volta giunti nella sala, i due vengono svestiti e pettinati. Pronti finalmente per andare a dormire ecco il dramma, un dipendente ubriaco gioca con l’impianto elettrico e l’Hotel Electrico impazzisce.
De Chomón incanta e diverte con un uso sapiente dello stop-motion e una notevole dose di ironia. Il senso sembra essere lo stesso di molti corti di Méliès ma il messaggio contiene un monito molto attuale, diffidate da controlli completamente elettronici, perché l’imprevisto è sempre dietro l’angolo.
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– Le Voleur Invisible – Segundo de Chomón (1909)
Nel 1897 veniva pubblicato The Invisible Man di H.G. Wells, un libro destino a cambiare e ispirare profondamente tutti noi, tanto che ancora oggi, a distanza di quasi 120 anni, la vicenda è ancora nota a tutti. La prima versione francese del libro uscì nel 1901 ma ci vollero otto anni prima che il cinema muto ne fosse ispirato. Il protagonista di questa vicenda, dopo aver acquistato il libro, decide di seguire la fantastica ricetta di Wells per diventare invisibile. L’esperimento ha successo e l’uomo, dopo essersi tolto i vestiti, inizia una nuova sfavillante carriera come ladro inafferrabile.
Anche qui Segundo de Chomón riesce a incantare e divertire grazie all’uso intelligente di effetti speciali godibili ancora oggi. Consiglio caldamente la visione.
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– Onésime horloger – Jean Durand (1912)
Onésime è un personaggio di fantasia interpretato da Ernest Bourbon che prese vita per la prima volta nel 1912, sulla scia di altri personaggi burleschi del cinema muto apparsi dopo la guerra mondiale. Visto l’immediato successo del personaggio, alla prima avventura Onésime gentleman détective ne seguirono tantissime altre, tanto che fino al 1914 ne erano state girate più di 50. Onésime horloger è una storia divertente e affatto banale che cerca di far comprendere a suon di risate che in fondo il tempo è relativo.
Onésime viene designato erede di un suo vecchio zio che ha però posto una clausola. Nella speranza che lo sciocco nipote riesca a maturare negli anni, l’anziano impone che Onésime possa riscuotere la ricca eredità solo dopo che saranno passati vent’anni. Onésime è disperato ma non si rassegna e cerca uno stratagemma per incassare prima il denaro. Un giorno, mentre è intento a leggere un libro sugli orologi, scopre un metodo per velocizzare il passare delle ore. Onésime decide allora di aumentare la velocità dell’orologio centrale del mondo per rendere più rapida la vita e ricevere in meno tempo il denaro. La città inizia allora a prendere ritmi forsennati e tutte le attività quotidiane si svolgono ad una velocità insostenibile. Vengono allora analizzate diverse situazioni di ogni giorno mostrando come esse vengano svolte dopo lo stravolgimento del tempo. Alla fine Onésime, passati i vent’anni più veloci della sua vita, può ricevere finalmente la pensione.
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– The Fugitive Futurist: a Q-riosity by “Q – Gaston Quiribet (1924)
Vi avverto prima di farvi leggere quanto segue. Vedete il cortometraggio in fondo alla pagina prima di leggere, perché The Fugitive Futurist è breve e divertente e non vi consiglio di rovinarvi il finale. Se non vi interessa più di tanto passiamo alla trama:
All’ippodromo un uomo ha appena perso tutto ciò che aveva scommettendo sui cavalli. Mentre questi si è seduto su una panchina desolato, gli si avvicina di soppiatto uno strano signore che trasporta un pacchetto voluminoso. L’uomo racconta di essere un inventore braccato da malviventi che vogliono entrare in possesso di una macchina prodigiosa di sua invenzione, che si trova dentro al pacco, in grado di vedere nel futuro. Davanti ai nostri occhi appaiono così le varie aree di Londra come sono e come dovrebbero essere nel futuro. Quando l’uomo sta per essere conquistato definitivamente di questa invenzione, ecco arrivare due guardie. L’inventore non è che un pazzo fuggito dal manicomio e il pacchetto non contiene altro che mattoni.
L’effetto “liquido” del prima e dopo delle varie aree di Londra è davvero molto bello e nel complesso tutto il cortometraggio è estremamente piacevole e avvincente. Gaston Quiribet mette in scena una commedia breve ma estremamente divertente, forse la più bella tra i corti di fantascienza che abbiamo analizzato. Non c’era modo per terminare in maniera migliore i corti del Progetto Fantascienza.
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