Dollari e fracks – Emilio Ghione (1919)

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Inizialmente diviso in quattro episodi, La X di un delitto, La mano guantata, I quaranta pugnali, La sedia elettrica, a tutt’oggi ci rimane solamente un frammento di durata non superiore ai dieci minuti dell’ultimo episodio di cui faccio qualche osservazione.

L’azione della censura fu in Dollari e fracks massiccia e particolarmente esigente e molti altri imprevisti ne rallentarono la produzione; nelle ultime pagine di Memorie e Confessioni (15 anni d’Arte Muta) (le memorie pubblicate a puntate dallo stesso Ghione sulla rivista “Cinemalia” dal 1928 al 1929), ad esempio,vi è un aneddoto che coincide con gli ultimi quadri di La sedia elettricae che illustra gli ultimi e faticosi momenti di lavorazione. Il ruolo del Gran Paralitico, villain di Dollari e fracks, affidato ad Amilcare Taglienti, è per Ghione inizialmente motivo di orgoglio, in quanto ritiene Taglienti perfetto per quella parte. L’improvvisa richiesta di Taglienti di un aumento di stipendio, per conto di Enrico Fiori, manda Ghione su tutte le furie e, con una punta di orgoglio che sempre lo contraddistingue, decide che La sedia elettrica può benissimo essere conclusa anche senza di lui. Per questo motivo lo sostituisce brutalmente con un fantoccio, facendo morire il Gran Paralitico, eppure inspiegabilmente Taglienti avrà parti importanti in Senza pietà (1921) e La Maga e il Grifo (1922). Secondo Vittorio Martinelli vi sarebbe dovuta essere una risoluzione finale tra il GranParalitico e Za la Mort. Ciò non avviene, chiaramente, anzi, gli ultimi quadri mostrano Za la Mort di spalle, barcollante, con le mani al cielo in campo medio in una scena con camera fissa dalla durata di ben quindici secondi.

dollariefracksCon un Ghione visibilmente invecchiato, dal sorriso tirato, non più spontaneo e dai movimenti molli, non più rigidi e scattanti, tipici dell’andatura felina da apache, Dollari e Fracks dichiara la stanchezza di trovarsi e riconoscersi nei panni di Za la Mort, come d’altronde afferma in uno sfogo nelle Memorie: “Ero disgustato, nauseato di fare Za la Mort”. Dai dieci minuti si desume anche una certa difficoltà a livello registico, quale l’esplosione che di drammatico ha ben poco e i poco fluidi movimenti di macchina che sono sostituiti da semplici chiusure e aperture di tendine a iris; un confronto evidentissimo si può fare con l’illustrazione di Zigomar, ladro criminale, apparso per la prima volta in Francia nel 1909, seduto a un tavolo incappucciato di rosso con alle spalle la Z e il Gran Paralitico/Fantoccio con un teschio e due serpenti.

Dollari e Fracks non ha, dicevo, altrettanta fortuna con la censura, che inizialmente non approva il nullaosta poiché “si pone in ridicolo la polizia nelle persone di agenti regolari degli Stati Uniti Americani” e in seguito approva dopo aver provveduto a tagli e sostituzioni di titoli. Addirittura i ritagli dello scarto, vengono consegnati a Ghione in una scatola separata.

Dopodiché la produzione dei film di Za la Mort sembra subire un rallentamento; troviamo successivamente, sempre con Emilio Ghione alla regia, Il quadrante d’oro (Fert, 1922), Zalamort der Traum der Zalavie(F.A.J.-National, Berlin, 1922) e Ultimissime della notte (Alba-Film, 1924), ma la vitalità non è più quella di prima.

Il frammento del quarto episodio di Dollari e fracks è fruibile sul database ufficiale online del Museo Nazionale del Cinema di Torino ed è inoltre archiviato al Nederlands Filmmuseum di Amsterdam.

Fonte: Denis Lotti, Emilio Ghione L’ultimo apache. Vita e film di un divo italiano, Bologna, Cineteca di Bologna, 2008.

Emilio Ghione, Scritti sul Cinematografo. Memorie e confessioni (15 anni d’Arte Muta) seguito da “La Parabola del cinema italiano”, Denis Lotti (a cura di), Roma, AIRSC/Cattedrale, 2011.

Dollari e fracks / Emilio Ghione. – Soggetto e sceneggiatura: Emilio Ghione. – Italia: Itala Film, 1919. – Con Emilio Ghione, Kally Sambucini, Oreste Bilancia, Amilcare Taglienti, Ria Bruna, Léonie Laporte / Lunghezza: La X di un delitto, metri 1458. La mano guantata, metri 1237. I quaranta pugnali, metri 1550. La sedia elettrica, metri 1130 (182′).

Visto di Censura: 14325, 1 luglio 1919. Stato: parzialmente sopravvissuto (frammento da La sedia elettrica).

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