Per qualche strano motivo questa recensione su A Romance of the Redwoods è per me la più complicata da scrivere, probabilmente perché è il film che più è lontano dalle mie corde tra tutti quelli proiettati. Non lo conoscevo assolutamente e il lato positivo è stato quello di trovare atmosfere che mi hanno ricordato molto il mio amato The Wind di Victor Sjöström (1928). Ma a parte questo il resto l’ho apprezzato veramente poco. La trama è veramente banale e semplicistica e i personaggi talmente scontati e macchiettistici da lasciarmi piuttosto indifferente. La vicenda racconta la storia di Jenny Lawrence (Mary Pickford) che decide di partire e andare a vivere con lo zio in periodo di piena corsa all’oro. Una volta giunta a destinazione scopre che lo zio è morto e che ne ha preso il posto il malvivente “Black” Brown (Elliot Dexter). Inutile dire che i due si innamoreranno nonostante Black non riesca a tenersi lontano dai guai. Nel finale, quando sta per essere impiccato per aver rubato dell’oro, si salva solo grazie a uno stratagemma di Jenny, che finge di essere incinta dell’uomo e ne chiede la grazia. Nonostante l’inganno venga scoperto, gli uomini decidono che se una donna minuta è riuscita a ingannare venti uomini merita di farla franca. Non dubito del fatto che i due abbiamo poi passato il resto della loro esistenza nella felicità e rettitudine.
Il film è melenso è infarcito di buonismo e banalità. Jenny è la ragazza perfettina capace di vincere le avversità con rettitudine ed intelligenza. Ha dalla sua una fede incrollabile e quindi è impossibile che debba fronteggiare un finale tragico. “Black” Brown è un personaggio da “con e senza il capello”, davvero monoespressivo e talmente stereotipato nel ruolo di cattivo dal cuore d’oro da aver suscitato in me tutta l’antipatia di questo mondo. Eppure non si può dire che A Romance of the Redwoods sia girato male, ha delle scene in esterna davvero graziosi e De Mille mostra tutta la sua bravura gestendo con sapienza scene di massa. Tra tutte quelle del locale vizioso e affollato è il mio preferito anche se ho apprezzato molto meno la fase “comedy” della povera Jenny presa per una donnaccia e tastata un po’ da tutti e portata a braccio in giro per il locale. In genere tendo comunque a non apprezzare quei film in cui una ragazza in situazione comunque di costrizione si ritrova ad innamorarsi del suo aguzzino. Parliamoci chiaro, qui non c’è alcuna violenza sessuale, ma Jenny è comunque costretta di fatto a vivere con “Black” che ha bisogno di mantenere la sua copertura. Per quanto lui possa essere sotto sotto buono e le abbia poi dato l’opportunità di rivelare la sua vera identità, resta il fatto che lei è sostanzialmente costretta a vivere con lui sotto minaccia di gravi ripercussioni. Come per The Wind, non mancano scene comiche, portate avanti in particolare dal personaggio di Jim Lyn (Charles Ogle) che è un po’ il traghettatore della narrazione. Molto belli sono anche i primi piani, un po’ una costante all’interno di tutto il film.
Come vedete ho poco da dire: potenzialmente il film non ha nulla di sbagliato ma mi è sembrato un prodotto commerciale ben costruito ma privo di quella scintilla capace di farmi emozionare. Ripeto, si tratta probabilmente di questioni legate al mio gusto personale e sono certo che tanti lo potranno amare e lasciarsi trasportare dalla storia d’amore di Jenny e Black, io proprio non ce l’ho fatta. Se volete sapere di più sul film vi invito, come sempre, a vedere la pagina dedicata sul sito delle Giornate del Cinema muto.