Nel periodo di passaggio tra gli anni ’10 e ’20 del 900, assistiamo a una feconda collaborazione tra Tod Browning e Priscilla Dean che sembra essere molto più forte di quella tra il regista e Lon Chaney. Si parte da Which Woman? (1918) in cui Tod Browning subentra come regista a Pollard, proseguendo con The Brazen Beauty, The Wicked Darling, The Exquisite Thief, The Virgin of Stamboul, Outside the law, Under two flags, Drifting e, in ultimo, White Tiger nel 1923. Di questi, per capirci, solo due vedono Lon Chaney e in entrambi i film interpreta praticamente lo stesso ruolo, quello del malavitoso ingestibile ed efferato. Questo è un periodo in cui Browning sperimenta poco e presenta film in cui Priscilla Dean interpreta, in due ambientazioni distinte, sostanzialmente lo stesso personaggio monolitico: quello della ragazza peperina che ha vissuto sempre nei bassifondi ma grazie all’amore e alla sua forza d’animo eleverà se stessa sia socialmente che moralmente. Abbiamo poi un antagonista, un personaggio particolarmente subdolo, che vorrà uccidere lei o l’uomo che ama a causa sua. Parlavo anche di ambientazioni diverse: ci sono da una parte i bassifondi americani, dall’altra un’attenzione altissima di Browning per le località esotiche: si passa da una Istanbul antica ad Algeri, fino ad arrivare alla Cina con Drifting. Incredibilmente, dei film della coppia Browning-Dean abbiamo conservato quasi tutto se si escludono il primo The Brazen Beauty ed The Exquisite Thief, di cui abbiamo pochi frammenti. Riguardo quest’ultimo è un peccato perché sembra essere quello che un po’ fuoriesce da questa stitichezza narrativa.
Perché ora un articolo unico per alcuni di questi film? Per due motivi: uno perché sono troppo simili tra di loro, due perché in alcuni casi la versione del master del video da me visionato è talmente pessima che risulta difficile poter parlare del film se non dal punto di vista prettamente narrativo. Non ci resta allora che iniziare con i film di stampo esotico, dando spazio altrove a quelli dei sobborghi:
– The Virgin of Stamboul (1920)
Con The Virgin of Stamboul (it. La vergine d’oriente) comincia il filone esotico del duo Browning-Dean. Quali sono le sue caratteristiche? In linea di massima troviamo un’attenzione particolare ai paesaggi locali, costumi piuttosto curati e una generale tendenza ad andare verso lo stereotipo. Nonostante l’ambientazione sia, infatti, non occidentale, sono di fatto gli occidentali a fare sempre una bella figura ed averla vinta nei confronti dei locali, infidi e doppiogiochisti. Molti di questi film sono prodotti, per altro, dallo storico produttore Carl Laemmle e hanno alle spalle un budget notevole.
Protagonista del film è Sari (Priscilla Dean), una mendicante che si ritroverà presto invischiata in una storia molto più grande di lei. Una sera, infatti, quando si è spinta dentro la moschea, assiste all’omicidio di un americano da parte dello sceicco Ahmen Hamid (Wallace Beery). Temendo di essere condannata per essere entrata nella moschea, cosa che è vietata alle donne, la giovane non parla e finisce per essere sospettata del delitto. Confiderà tutto al capitano Pemberton (Wheeler Oakman). I due sviluppano presto un rapporto molto stretto e lui le insegnerà anche a pregare. Il capitano, che comanda le Black Horse Troop, è costretto ad allontanarsi per qualche giorno dalla città ma promette a Sari di sposarla quando farà ritorno. Peccato che lo sceicco, impaurito che Sari possa tradirlo, decida di sposare la giovane facendo una cospicua offerta in denaro alla madre di lei (Eugenie Forde). Tramite uno stratagemma, Pemberton si sostituirà però allo sceicco e sposerà lui la ragazza. Ma questo non ferma lo sceicco, che rapisce i due e fugge in una roccaforte del deserto. Passato qualche tempo, Sari riuscirà a liberarsi dalla prigionia ed avvertire le Black Horse Troop che, dopo un assedio sanguinoso, riusciranno a liberare la roccaforte. Nel frattempo avverrà lo scontro finale tra lo sceicco e Pemberton che vedrà quest’ultimo vincitore con il conseguente coronamento dell’amore tra lui e Sari.
Se cercate online troverete scritto un finale alternativo in cui Sari si prenderebbe un colpo di pistola al posto di Pemberton. Nella versione da me visionata il finale è lieto ed ignoro se si tratti di un errore, forse per analogia con Under Two Flags, o se esistesse un finale alternativo. Andando ad analizzare il film devo dire che l’ho trovato piuttosto lento e poco esaltante. Complice un comporto video pessimo e la mia naturale ritrosia per i film in costume, ecco che non è scoccata la scintilla. Ho trovato il personaggio di Sari davvero poco interessante, priva di una caratterizzazione vera e propria e troppo macchiettistica nel presentarsi come una sempliciotta dal cuore d’oro. Anche gli altri personaggi principali sono veramente delineati male e non sono riusciti a colpirmi più di tanto. Per il resto è difficile fare un’analisi dettagliata perché la qualità del video era veramente bassa, ma spero di poter presto sopperire con un’edizione restaurata.
– Under Two Flags (1922)
Under Two Flags è una notta dolentissima nella mia cineteca perché l’unica versione che sono riuscito a reperire ha una qualità talmente pessima da essere quasi inguardabile. Lo sapete, mi è capitato spesso e il mio amore per il completismo mi ha fatto andare oltre a cose terribili ma qui tocchiamo uno dei punti più fondi. Certo, non siamo ai livelli del giallo sfarfallato epilettico di Sylvester, ma mi è parso di vedere il film senza occhiali. Ancora una volta mi verrà difficile entrare troppo nel dettaglio, ma posso dirvi già da ora che siamo a livelli decisamente più alti rispetto a The Virgin of Stamboul.
Cigarette (Priscilla Dean), figlia di padre francese e madre araba, è una sorta di mascotte della legione straniera. Dal carattere bizzoso ma gioviale, la ragazza è anche in grado di combattere e contribuisce attivamente alla lotta della brigata. La sua vita cambia quando si arruola il Caporale Victor (James Kirkwood), che ha un passato burrascoso che non vuole rivelare. Ma Cigarette non è sola, e ha la Principessa Corona (Ethel Grey Terry) come rivale in amore! Ma gli intrighi non riguardano solo la sfera emotiva: la ragazza sarà infatti messa in mezzo a un tentativo da parte dello sceicco Ben Ali Hammed (John Davidson) di distruggere la legione straniera. Victor è al corrente di tutto ma viene additato come cospiratore e messo in prigione. Cigarette, forse per desiderio di vendetta per essere stata rifiutata da Victor o forse per comprenderne i piani, si finge interessata al piano di Ben Ali per poi accoltellarlo a tradimento e fuggire alla caserma per avvertire di quanto sta per succedere. Arriverà giusto in tempo per prendersi i colpi di fucile destinati all’esecuzione di Victor e poi per difendere il forte prima di morire…
Come potete vedere la storia è piuttosto complessa e articolata ed ha un finale incredibilmente tragico. Probabilmente il motivo è dato dal segreto di Victor, che è in realtà un nobile che si è preso una colpa non sua per scagionare il fratello. Un nobile e una ragazza come Cigarette non potevano forse convolare a nozze per la mentalità dell’epoca: meglio farla morire in maniera onorevole dopo aver ottenuto l’amore del ragazzo. Il finale è proprio la parte più critica perché Cigarette, colpita da almeno dieci colpi di fucile, continua imperterrita a sparare contro i nemici e chiacchierare con Victor fino all’arrivo di uno spasimo mortale. Insomma, non è niente di particolarmente credibile ma in generale il film, per quanto è possibile vedere, è particolarmente riuscito. Ci sono inoltre scene di massa più elaborate rispetto a The Virgin of Stamboul che, purtroppo, non è possibile vedere in tutto il loro splendore. Anche qui, spero di poter vedere presto una versione decente.
– Drifting (1923)
Drifting è stata la più grande delusione di questo ciclo per una serie di motivi: primo tra tutti l’attesa! Ho aspettato l’arrivo del DVD della Kino (contenente anche White Tiger e l’unico estratto esistente di The Exquisite Thief) per un mese abbondante e ormai avevo un vero e proprio hype. Il secondo motivo è il casting, in particolare la presenza di Anna May Wong. Purtroppo mi son dovuto scontrare con una storia davvero deboluccia e dei personaggi tutto sommato piuttosto mediocri.
La giovane Cassie (Priscilla Dean) è coinvolta in un traffico di oppio in Cina anche se, complice un’attenzione eccessiva da parte della polizia, sta cercando di tornarsene in America con l’amica Molly che è ormai quasi distrutta dall’abuso della sostanza stupefacente. Purtroppo il colpaccio non riesce e, insieme all’altro trafficante Jules Repin (Wallace Beery) decide di puntare su un’ultima grande partita di oppio. Si sposta quindi in un’area più periferica dove conosce il Dr. Li (William V. Mong), in combutta con loro, e il Capitano Arthur Jarvis (Matt Moore), che è in realtà un agente segreto che sta sorvegliando la situazione. Sia Rose (Anna May Wong), figlia del Dr. Li che Cassie si innamorano di Jarvis e sarà proprio l’amore a cambiare quest’ultima. Si arriverà infatti a un conflitto a fuoco tra locali, guidati dal capitano, e i contrabbandieri e Cassie si schiererà con l’agente segreto. Rose morirà nel tentativo di salvare Jarvis dando così la possibilità a Cassie di vivere una vita felice con l’uomo che ama e potersi finalmente redimere.
Avendo visto tanti film di questo filone il problema è probabilmente più che altro quello della ripetitività della struttura narrativa alla base del racconto e il mio problema generale con i film in costume. Anche qui abbiamo un’ambientazione orientale e l’uso di locali per cercare di rendere il più realistica possibile l’ambientazione. Da una parte è interessante il fatto che un personaggio cinese abbia comunque un ruolo importante ed edificante, ma dall’altro il film è pieno di elementi che fanno pensare ad una presunta superiorità dell’uomo bianco nei confronti degli abitanti locali. Abbiamo un bambino che comanda a bacchetta tutti i bambini cinesi (e li porta a lavorare in miniera); un amore interculturale tra Rose e Jarvis che non può ovviamente mai essere ricambiato e non può che terminare con la morte di lei.
A parte qualche scorcio di vita locale e delle scene di massa decisamente riuscite, questo Drifting non è purtroppo riuscito ad appassionarmi. Fortunatamente avremo modo di riprenderci con la seconda parte dell’articolo, che uscirà tra qualche settimana, dedicato all’altro filone che vede protagonista la coppia Browning-Dean.