Noto anche come Sherlock Holmes II, questa commedia riprende a tratti quelle tedesche sbarazzine che hanno avuto in Lubitsch il massimo esponente, per discostarsene un po’, forse in peggio, con tratti tipici locali. Come spesso capita in queste aree periferiche la sensazione è quella che ad un certo punto si siano voluti aggiungere elementi un po’ a caso per sfruttare successi vari. Inutile dire che la presenza di uno Sherlock Holmes II è una di queste ma, come abbiamo visto, non si tratta di un unicum locale visto che in Repubblica Ceca ci avevano già scherzato con La dama dai piccoli piedi (Dáma s malou nožkou – 1920). Punto di contatto tra quest’ultimo il nostro Únos bankéře Fuxe? Alcuni attori tra cui Anny Ondra/Ondráková che recita ovviamente al fianco di suo marito Karel Lamač.
Daisy (Anny Ondráková), figlia del banchiere C. W. Fux (Adi Berger) è stanca di essere trattata come una bambina e decide di cercare l’amore. Ma la trama del film non è così semplice come pensate. La sua amica Maud Gouldová (Bronislava Livia) ha dalla sua una conoscenza della vita mondana ma è diventata improvvisamente povera. Daisy decide allora di pubblicare sul giornale un annuncio in cui si dichiara milionaria in cerca di milionario. Tanti rispondono e tra questi l’ormai fallito Tom Darey (Karel Lamač) e proprio il padre. Parte dunque il piano ingegnoso volto a far mettere insieme il banchiere con Maud e Daisy con Tom. In tutto questo subentra uno sgangherato Sherlock Holmes II (Eman Fiala) che viene chiamato dai due uomini per rintracciare le donne che si fanno desiderare, il fatto che Tom è in realtà debitore proprio del papà di Daisy e altri pastrocchi legati a un manicomio e tanti misunderstanding. Indovinate il finale? L’amore sboccerà per entrambe le coppie…
Il film è divertente pur se a tratti è eccessivamente complicato e lascia l’impressione che siano state unite due idee in una pur di inserirci l’inserto di Holmes. Però la coppia Ondra-Lamač funziona come sempre e la regia è davvero curatissimo così come la fotografia. Mi meraviglio spesso nel vedere i film cechi del livello di cura a cui sono arrivati nel corso di pochi anni ispirandosi un po’ alle commedie tedesche e un po’ al cinema sovietico, svedese e italiano. Se avete visto i film del dvd/bluray Lubitsch In Berlin della Eureka Masters of Cinema non può non tornarvi in mente quel tipo di cinema con personaggi femminili interessanti, una sensualità anche relativamente esplicita e tante situazioni assurde e caricaturali. Tutti i personaggi sono sostanzialmente macchiette eppure funzionano e rendono il film estremamente scorrevole. A livello fotografico sono bellissime le composizioni e le scene in cui compaiono tanti elementi.
Karel Anton da questo punto di vista si conferma uno dei miei registi preferiti anche se il picco lo raggiunge, a mio avviso, con Tonka Šibenice del 1930. È vero, c’è anche Cikáni del 1921 che non mi era piaciuto tantissimo, eppure, se ricordate, anche lì avevo apprezzato tantissimo i paesaggi e la fotografia in generale.
Il Ladro (Lupič) – Anonimo (1927)
Pensavate fosse finita? Invece ecco una piccola chicca in chiusa con un corto pubblicitario davvero insolito.
Una coppietta (lui è Jiří Hron) sta amoreggiando in una radura quando viene avvicinata da un ladro. Questo chiede loro di dare tutto quello che hanno lasciandoli letteralmente in mutande finché… non nota uno strano bigliettino. Di cosa si tratterà? Del ricercatissimo biglietto cinematografico di L’Amante di un Vecchio Criminale (Milenky starého kriminálníka) diretto da Svatopluk Innemann (1927) e di cui abbiamo già parlato sul sito. Il ladro molla tutto quello che aveva preso precedentemente e, con il biglietto in mano, fugge al cinema lasciando la coppia nella più cupa disperazione.
E voi? Cosa aspettate? Se non l’avete fatto recuperate Milenky starého kriminálníka!