Premessa importante: il film si trova generalmente nella peggiore delle condizioni possibili, ovvero nella versione condensata, velocizzata e tagliata con voce fuori campo che descrive la storia (e che vedete nelle immagini) ma, grazie al Museo del Cinema di Torino, ho potuto visionare la versione restaurata originale. In un primo momento avevo visto, infatti, la versione comune ed appare evidente che giudicare un film in quelle condizioni sia ovviamente impossibile soprattutto perché viene totalmente tagliata la verve del personaggio, espressa tramite le didascalie, con battute ardite e divertenti. Regista del film è Mario Camerini che cerca comunque di togliere il personaggio dalla commedia per dare sfumature più melodrammatiche. Questo influisce tantissimo sui dialoghi che invece di essere i soliti motteggi arditi e smargiassi dipingono Maciste come un uomo austero e potenzialmente feroce. Sul cast non sono certissimo, viste alcune discrepanze.
Il Conte Lanni (o Lami? – Franz Sala) e la sua amante Marina (Cecyl Tyran) vogliono sbarazzarsi della giovane nipote Anna (Rita d’Harcourt) per poterne prendere il patrimonio. La giovane viene dunque fatta salire con un pretesto su una nave e inviata dallo sceicco Adb-el-Kar come sposa. Sulla nave, capitanata dal vecchio Ricon (Alex Bernard), si trova anche Maciste (Bartolomeo Pagano) che si ritrova presto, assieme a Pietro (Lido Manetti), un rivoluzionario in incognito, a dover difendere Anna dagli assalti della ciurma che vuole violentarla. La giovane, dopo un lungo viaggio e una serie di zuffe, viene consegnata allo sceicco ma Pietro e Maciste riusciranno a salvarla. Tornati in Italia anche Il Lanni e la sua amante avranno ciò che meritano…
Maciste contro lo sceicco è sicuramente molto più melodrammatico rispetto ai precedenti e Maciste diventa quasi un personaggio secondario rispetto alla vicenda principale che vede l’amore tra Anna e Pietro. Le vicende vengono costruite per creare tensione e far appassionare gli spettatori con montaggi serrati e una direzione degli attori ad hoc. Motore della vicenda è ovviamente la giovane Anna che si ritrova in balia degli eventi e, come purtroppo da tradizione dei film d’epoca, è totalmente incapace di agire autonomamente ma necessita di essere salvata dalla forza virile di Maciste e Pietro. La trama è del resto piuttosto inconsistente e quel che resta sono alcune inquadrature ardite (le corse in groppa ai cavalli delle truppe dello sceicco e dei suoi nemici o anche la scena in cui l’equipaggio spia la povera Anna in sottoveste) e poco altro. Nella versione tagliata manca totalmente la prima parte in cui Anna, uscita dal convento dove è stata fino ai diciotto anni, si ritrova ad andare a casa dello zio che invece trama ai suoi danni. Non mancano scene ardite e ad effetto. Sicuramente la più “particolare” vede una sorta di combattimento o presunto pericolo che Maciste e Pietro devono affrontare tuffandosi in un mare ricco di squali. Nel film non manca inoltre un momento “stridente” dove prima vediamo i marinai pregare devoti per poi tentare di abusare della povera Anna. A tal proposito film presenta inoltre una forte componente religiosa: Anna esce da un convento, Pietro legge di continuo passi del nuovo testamento che vengono proprio espressi in didascalie. Questo probabilmente è dovuto al fatto che il “nemico” è uno sceicco e quindi un personaggio identificato come negativo perché musulmano invece che cristiano.
Giusto per completezza segnalo che, con lo stesso titolo, esiste un Maciste del 1962 interpretato da Ed Fury che differisce però nella trama. Lo sceicco rapisce infatti la giovane di sua iniziativa e Maciste viene chiamato dal fidanzato per salvarla.