La Maison Du Mystère – Alexandre Volkoff (1923)

Quando ho visto sul programma del Cinema Ritrovato 2023 che il sérial dell’anno sarebbe stato la Maison du Mystère da una parte era nata in me una certa ritrosia (l’ennesima serie avventurosa mi ero detto), dall’altra ero incuriosito da un cast di primordine capitanato da Ivan Mosjoukine. Alla fine della visione devo dire che i miei dubbi erano infondati e la serie merita di essere vista e goduta.

La trama ricorda un po’ i grandi romanzi storici francesi alla “I Miserabili” in cui il protagonista si ritrova a dover lottare contro un’ingiusta accusa tra evasioni e tentativi di redenzione. In questo caso il protagonista è Julien Villandrit (Ivan Mosjoukine), giovane proprietario di una fabbrica, e la sua travagliata storia d’amore con Régine (Hélène Darly). La giovane è infatti amata anche dal malvagio Henri Corradin (Charles Vanel) che venuto a sapere del matrimonio dei due cerca in ogni modo di vendicarsi. L’occasione arriva quando il Banchiere Marjory (Bartkevitch) aumenta stranamente le frequentazioni di casa Villandrit. Henri mette a Julien la pulce del tradimento nell’orecchio e una notte, a causa di una lettera che sembra nascondere dei sottotesti peccaminosi, il giovane piomba a casa del banchiere e tenta di strozzarlo. Marjory confida allora di essere il padre di Régine e si fa promettere di non rivelare nulla alla giovane. Nel raccontare queste cose l’uomo ha un infarto e Julien corre a chiamare aiuto. Tornati sul posto il banchiere è stato ucciso e tutti i sospetti cadono sul giovane che è condannato a 20 anni di lavori forzati ed è costretto a lasciare moglie e la piccola Christiane (Simone Genevois e poi Francine Mussey). Esiste però un testimone, il Boscaiolo e fotografo amatore Rudeberg (Nicolas Koline) che ha fatto una foto a Henri mentre uccide Marjory e ora lo minaccia per avere al figlio adottivo Pascal (Fabien Haziza e poi Wladimir Strijewski) un futuro migliore. Passano gli anni: Julien evade e poi partecipa alla Prima Guerra Mondiale come membro della legione straniera. Terminata questa lunga attesa Julien torna per trovare le prove della sua innocenza e far condannare Henri.

Ecco la lista degli episodi con la traduzione dei titoli:

1. L’ami Félon (it. l’amico fellone)
2. Le Secret de l’étang (it. il segreto dello stagno)
3. L’Ambition du service de la haine (it. L’ambizione al servizio dell’odio)
4. L’Implacable verdict (it. il verdetto implacabile)
5. Le Pont vivant (it. il ponte vivente)
6. La Voix du sang (it. la voce del sangue)
7. Les Caprices du destin (it. i capricci del destino)
8. Champ clos (it. campo chiuso)
9. Les Angoisses de Corradin (it. le ansie di Corradin)
10. Le Triomphe de l’amour (it. il trionfo dell’amore)

La trama è estremamente ingarbugliata e, al contrario di tante serie mute, vedere solo il primo e gli ultimi due episodi non rende merito a una narrazione che, pur con qualche ingenuità, ha una sua forza e dignità. La vicenda è del resto opera di Jules Mary, che influenzato proprio dai Miserabili era specializzato in questo genere di storie che avevano come tema portante gli errori giudiziari. La fotografia e la regia di Alexandre Volkoff sono veramente eccezionali e potete vedere dalle diverse gif quanto tutta la serie sia curata. Alcune scene sono semplicemente deliziose per la loro inventiva, anche talvolta semplice, e il garbo con cui vengono presentate. Ivan Mosjoukine riesce a dare il meglio di sé nell’interpretare un personaggio che potrebbe sembrare a tratti schizofrenico: da una parte è deciso e implacabile, dall’altra è impossibilitato ad agire per mancanza di prove e per il desiderio di proteggere moglie e figlia. Charles Vanel pure è perfetto nel ruolo del cattivo ingegnoso e implacabile capace di compiere ogni nefandezza per il desiderio prima di ottenere Régine e poi di fare del male alla famiglia di Julien. Francine Mussey è una Christiane dolce ma non troppo smielata, che ha una sua profondità nonostante un personaggio forse troppo abbozzato.

La serie ha anche il pregio di unire momenti di grande drammaticità, con una tensione fatta crescere in maniera lenta ma implacabile fino alla fine, a momenti comici di distensione. Riguardo la costruzione narrativa è interessante vedere come all’ultimo sembri quasi che il protagonista voglia prendere la drastica decisione di costituirsi in vece di Corradin per salvare il matrimonio della figlia con l’amato Pascal, quando invece Jules Mary ha nascosto l’ennesimo colpo di genio che risolve tutta la questione.

Andiamo ad alcune delle scene selezionate più interessanti: nella prima gif trovate una deliziosa scena, che ricorda quasi Lotte Reiniger, dove viene rappresentato un matrimonio. Nella seconda Rudeberg fotografa l’assassinio e quello che sta succedendo è riflesso nel suo obiettivo. Nell’ultima gif di questo primo trittico il protagonista vede materializzarsi l’incubo di finire in prigione con delle sbarre.

Passiamo ora alla scena dall’alto della cattura di Julien, accerchiato dalla polizia che lascia poi la povera Régine sola e sconsolata al centro dello schermo. Segue, ed è abbastanza un classico, il momento del processo dove il protagonista, annebbiato dalla situazione drammatica in cui si trova, vede comparire davanti a sé i suoi familiari, la giuria e tutti i partecipanti della seduta. L’ultima è curiosa, un momento con scene d’archivio che indica allo spettatore il passare de tempo con momenti bellici e la parata finale dall’arco di Trionfo nel 1918.

Al termine della visione mi sono un po’ interrogato sul titolo che, devo dire, è piuttosto ingannevole. Pensare a una casa del mistero lascia immaginare alle classiche serie americane con botole, cliffhanger e momenti ad alta tensione. Tutto il contrario di quello che ci viene presentato in la Maison du Mystère! Non esiste di fatto alcun mistero nella casa, anche se l’indizio finale si trova proprio all’interno di essa (ma è stata messa volutamente lì e lo spettatore ne è sostanzialmente a conoscenza fin dai primi episodi). Bisogna semplicemente andare a vedere la serie avendo ben chiaro in mente che cosa si sta andando a vedere per evitare di essere delusi.

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