Siamo nel 1923 quando nei cinema appare The Covered Wagon (it. I Pionieri), un film scritto e pensato per il pubblico americano con lo scopo di esaltare la sua storia e ricordare le gesta di coloro che l’hanno resa grande. Gli Stati Uniti sono ormai un simbolo di ricchezza e prosperità, sono il cardine del capitalismo ancora libero dalla grande depressione che alla fine degli anni ’20 cambierà la fisionomia economica del mondo. Per realizzare il film venne fatto un investimento considerevole e questo emerge chiaramente dalla presenza massiccia di comparse e di mezzi utilizzati.
La trama è solo una scusa: Molly Wingate (Lois Wilson) è promessa in sposa a Sam Woodhull (Alan Hale) che non ama. La sua carovana si unisce a quella di Will Banion (J. Warren Kerrigan), che però ha alle spalle l’accusa di aver rubato del bestiame. Will si allontana in cerca dell’oro e per non vedere Molly sposarsi con Sam. Proprio il giorno del matrimonio la ragazza viene però a sapere che Will è stato prosciolto dall’accusa e decide di annullare le nozze. Sam decide dunque di uccidere il suo rivale ma perde la vita per un intervento provvidenziale di William Jackson (Ernest Torrence) rissoso ma fedele aiutante di Will.
Nella realtà dei fatti The Covered Wagon è un modo per seguire la lunga traversata delle due file di carovane tra gli splendidi paesaggi americani. Tra neve, acqua e deserti, ecco i carri destreggiarsi e lottare per arrivare a destinazione. Lunghissime sequenze sono dedicate a riprendere l’andamento dei carri tra strade impervie e son loro i veri protagonisti del film. Allo stesso tempo James Cruze cerca di mostrare con realismo quanto queste interminabili traversate si trasformassero nella vita quotidiana delle persone. In una delle scene più interessanti vediamo un nugolo di persone partecipare a un funerale con annessa sepoltura. L’evento viene quasi messo da parte dalla notizia festosa della nascita di un bambino. La vita cessa, si rinnova e, per i più, va avanti.
Le difficoltà di chi andava alla ricerca di un luogo migliore in cui vivere, seguendo la celebre pista dell’Oregon, non erano solo legate alle difficoltà climatiche ed ambientali ma anche dalla presenza di possibili banditi o degli immancabili assalti dei nativi americani. Questo film non fa eccezione e ad un certo punto la carovana di Will deve accorrere per salvare quella in cui si trova Molly. Il rapporto con i nativi non è però sempre negativo e si trovano momenti in cui c’è una vera e propria integrazione e convivenza tra colonizzatori e locali. A proposito di stereotipi il film ha anche una caccia al bisonte.
Non mancano scene comiche per distendere la narrazione. Le più riuscite riguardano William, che si ritrova più volte a salvare, senza rendersene conto, Sam per poi tentare di rimetterlo in difficoltà (tra sabbie mobili e possibile colpo in testa). Sarà proprio Will, esempio di moralità assoluta, a evitare che il suo amico compia qualcosa di irreparabile. Ironico che sia proprio William a uccidere Sam nel finale…