Der Verächter des Todes – Harry Piel (1920)

Il capitolo di oggi dedicato alla cinematografia superstite di Harry Piel è il più strano e surreale di tutta la produzione. Der Verächter des Todes (it. Il disprezzatore della morte – 1920) è un film gravemente mutilo con, a peggiorare le cose, una trama arzigogolata. Tutt’ora non è chiaro quale fosse esattamente lo svolgimento e potete immaginare la difficoltà che ci può essere.

Sembrano esserci due storie diverse che forse poi si intersecano. Da una parte un uomo che chiede aiuto al Detective Mirovic (Adolf Wenter) dopo che la figlia è stata rapita da una scimmia (o un uomo travestito da scimmia). La bambina viene ritrovata ma non si trovano invece tracce dell’animale. Dall’altra c’è la storia intricata di un uomo e di un’eredità con l’arrivo di un nuovo personaggio che lascia partire un lungo flashback con una strana storia ambientata nel Mediterraneo.

Come detto è veramente difficile ricostruire la trama di una vicenda che ha ambientazioni e situazioni così diverse tra loro. La parte più affascinante è però sicuramente quella legata alla scimmia che rapisce la bimba, con arrampicate e stunt molto ben riusciti. Sebbene ci sia sempre quel retrogusto di comicità forse involontaria, questo film sembra mostrare una maturità maggiore rispetto ai precedenti. Questa maturità sembra però correre il rischio di diventare pesantezza e troppa “elaboratezza” narrativa tanto che comunque tutti gli intermezzi diversi da quelli della ricerca del detective sembrano abbastanza trascurabili. Certo ci piacerebbe conoscere il destino della ragazza della scogliera, ma è probabile che questo resterà un desiderio irrealizzabile. Piccola chicca, pare che le scene dell’uomo in costume da gorilla fossero state fatte proprio da Harry Piel, anche se quelle più pericolose vennero girate da uno stuntman di nome Hermann Stetza. Con il dubbio e il dolore nel cuore per non poter godere a pieno di Der Verächter des Todes ci diamo appuntamento al prossimo mese per un nuovo appassionante articolo dedicato ad Harry Piel e il suo cinema.

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