Prosegue il gemellaggio con il podcast Lingue Vive con questo nuovo film dedicato al mondo greco e latino. Oggi parliamo del Giulio Cesare di Giovanni Pastrone (199). Sebbene sia storicamente molto poco curato e ci siano diversi problemi, questo film è molto interessante perché mostra un tentativo piuttosto precoce di Giovanni Pastrone di fare un progetto con tante comparse. Tra l’altro Pastrone è qui anche interprete di Giulio Cesare! Andiamo prima alla trama:
Cesare (Giovanni Pastrone) è tornato vittorioso dalla Gallia. Bruto (Luigi Mele) scopre che egli aspira alla tirannide e organizza una strenua opposizione. Nonostante questo Marco Antonio riesce a organizzare il suo trionfo e l’incoronamento con l’appoggio del senato. Calpurnia sogna che Cesare verrà ucciso, lo avverte ma non riesce a impedirgli di andare incontro al suo destino. Cesare viene assassinato e Marco Antonio organizza la sua vendetta istigando il popolo contro i cesaricidi che sono costretti a fuggire. Giustizia è fatta dopo la Battaglia di Filippi. Durante lo scontro Bruto muore di infarto dopo aver visto il fantasma di Cesare che lo accusa.
La storia è ovviamente ben diversa da quanto raccontato nel film ed è ispirata al dramma di William Shakespeare. Nella realtà Giulio Cesare, finito il proconsolato in Gallia, nel 49 a.C. doveva tornare a Roma per presentare la sua candidatura di console ma aveva paura che Pompeo e il senato gli giocassero un brutto scherzo. Chiede dunque di candidarsi pur restando fuori Roma ma non gli viene concesso. Varca dunque il Rubicone (alea iacta est!) e parte una guerra civile tra cesariani e pompeiani che vedrà i primi vincitori. Non è dunque un passaggio così repentino il ritorno di Cesare a Roma e il suo trionfo come appare nel film. Solo nel 44 a.C., dopo anni di governo e acquisizione di poteri, Bruto, Cassio ed altri senatori ordiscono poi la celebre congiura. Interessante l’inserimento del sogno di Calpurnia che viene citato da Svetonio insieme a una serie di elementi premonitori alla morte di Cesare:
Nella notte che precedette il giorno della morte, Cesare stesso sognò di volare al di sopra delle nubi e di stringere la mano di Giove; la moglie Calpurnia sognò invece che crollava la sommità della casa e che suo marito veniva ucciso tra le sue braccia; poi, d’un tratto, le porte della camera da letto si aprirono da sole.
Il sogno di Calpurnia nel film è proprio una premonizione dell’omicidio che avviene poi poco dopo, ma cambia poco. Il giorno delle idi di Marzo del 44 a.C. Cesare viene ucciso. Parte dunque la caccia ai Cesaricidi che termina di fatto con la battaglia di Filippi nel 42 a.C. Qui Bruto, vistosi sconfitto, si suicidò.
In Giulio Cesare di Giovanni Pastrone notiamo una serie di elementi interessanti: l’interesse per la prospettiva, che si vede fin dalla prima scena in cui Giulio Cesare arriva dalla Gallia e si vede prima in fondo all’inquadratura e poi entra all’interno della stanza. Bello anche la sperimentazione per le scene di massa tra il trionfo e le scene nel senato. Pastrone mostra di avere già dimestichezza con la loro gestione e anche le scene più concitate sono chiare e ben orchestrate. A livello scenografico permane la tendenza a mescolare elementi pseudo greco-romani a quelli orientali o comunque esotici.
Se volete saperne di più sulla vita e le opere di Cesare vi invito ad ascoltare i due episodi a lui dedicati sul podcast Lingue Vive. Non resta che aspettare un mese per un nuovo appuntamento con i classici del mondo greco e latino nel cinema muto.