Il progetto fantascienza, come sapete, è parte della preistoria del sito ed ha accompagnato la sua esistenza per più di un anno. Oggi andrò a recensire uno di quei film difficili da trovare, edito ma presente solo come contenuto speciale all’interno di un’edizione particolare del documentario Lost Soul: The Doomed Journey of Richard Stanley’s Island of Dr. Moreau (2014). Il costo della “special 3-disc house of pain edition” non era esattamente contenuto e così ho cercato per anni di recuperare il film per vie traverse senza riuscirci per poi mettermi l’anima in pace e sborsare i soldi prima che uscisse definitivamente dal commercio e diventasse magari una rara perla per collezionisti. Di solito ad una ricerca tanto lunga segue la delusione per un film non all’altezza delle aspettative ma le mie aspettative erano bassissime, perché il web ne parla come un film orrido, forse tra i più brutti di sempre. Inutile dirvi che invece…mi è piaciuto! Da amante di Bela Lugosi ho visto a bizzeffe di film del genere, e quando leggerete la trama capirete a cosa mi riferisco:
Il giovane Robert (Alf Blütecher) scopre casualmente sul giornale che Jane (Hanni Weisse), la prima moglie sparita misteriosamente, è in realtà viva ed è riuscita a rendere nota la sua posizione. Il ragazzo si è però nel frattempo risposato con Evelyn (Ludmilla Hell) ma è comunque scosso dalla vicenda. Cosa fare? Chiede all’amico Ted (Tronier Funder) un consiglio e questi, avendo i giornalisti alle calcagna per una balla troppo grossa, decide di andare con lui a recuperare Jane. Scoprono che la ragazza si trova su un’isola selvaggia, abitata dal Professor Mc Clelland (Erich Kaiser-Titz) e dal suo assistente asiatico Fung-Lu (Nien Tso Ling). Il Professore compie esperimenti sugli animali rendendoli umanoidi e mostruosi e tra questi la sua creatura prediletta è una sorta di uomo scimmia (Umberto Guarracino). Per evitare che il suo segreto venga svelato (egli infatti è il celebre Professor Thomson scomparso da anni per portare a compimento i suoi piani), distrugge la nave dei protagonisti e li costringe a restare sull’isola. L’ultimo esperimento del Professore prevede di impiantare in esso un cuore umano e Jane è la donatrice prescelta. Nel finale concitato Fung-Lu, ribellandosi al suo padrone, gli consegna il cuore di una tigre invece che quello della ragazza rovinando l’esperimento. Successivamente la baracca/laboratorio prende fuoco facendo perire il Professore e tutti i suoi esperimenti. I nostri eroi verranno rintracciati e salvati da una nave inviata da Evelyn.
Il film è chiaramente un adattamento de L’isola del Dottor Moreau di H.G. Wells, in cui un Professore pazzo faceva esperimenti su uomini e animali provocando l’orrore in intere generazioni di lettori e ispirando tantissime trasposizioni cinematografiche. Questa non è la prima trasposizione, come si legge spesso in giro, ma ve ne era una precedente francese girata nel 1911 ma distribuita nel 1913 dal titolo Ile d’Epouvante. Come detto sopra Die Insel der Verschollenen non mi è affatto dispiaciuto, di certo a tratti la trama scricchiola e i comportamenti dei vari personaggi non pensati benissimo (in particolare Robert), aggiungiamo la sezione razzista in cui il personaggio nero che già faceva una sorta di maggiordomo diventa si trasforma in un selvaggio africano per stare con l’ultima sopravvissuta di una stirpe nativa. Ovviamente sarà proprio il personaggio nero a combattere contro lo scimmione (venendo per altro sconfitto). Altra etnia e altri stereotipi, il personaggio orientale è dipendente da oppio e non esita a fare di tutto per ottenerlo, anche se alla fine si redime dando al Dottor Thomson il cuore di una tigre invece di quello della ragazza. Ma questi elementi erano un po’ il cardine di questo genere, che potremmo definire b-movie horror/fantascientifico, che ebbe tanta fortuna nel sonoro ed era indirizzati ad un pubblico medio-generico che non voleva stare troppo a pensare alla trama o ai dialoghi ma concentrarsi sul puro intrattenimento e sullo stupore orrorifico dato da creature spaventose e uomini dalla folle genialità. Questo Die Insel der Verschollenen è il primo film in ordine cronologico che ha questo tipo di gusto unito a una sensibilità che si ritrova in altri film sonori prodotti dagli anni ’30 in poi, anche solo per questo lo consiglierei a chi, come me, si è avvicinato al muto partendo dal grande amore per gli Horror anni ’30 e ’40.