Soleil et Ombre è il primo film diretto da Musidora che è stato proiettato durante il Cinema Ritrovato 2019. L’attrice francese si era recata in Spagna dove girò tre film e instaurò una relazione con il celebre torero Antonio Cañero. Questo in particolare è il secondo, il primo che girò con il suo partner che in Pour Don Carlos (1921) collaborò come semplice consulente tecnico.
Juana (Musidora) sta vivendo un sogno: è amata da Antonio de Baena (Antonio Cañero), il più grande torero che calca l’arena di Valencia. Ma come tutti i sogni anche questo è destinato a finire: una bella straniera (Musidora) dai modi disinvolti e il fascino esotico strappa via a Juana l’amore di Antonio. A niente valgono i tentativi della ragazza spagnola per riconquistare il suo amato. Ad una corrida Antonio viene ferito a morte e nella stessa notte si ritrovano nell’arena le due donne. Juana si nasconde e colpisce a morte la straniera. Un unico testimone ha visto la scena, un antiquario gobbo (Paul Vermoyal) che nutre per altro una devozione sfrenata per Juana. Decide quindi di tacere e portarla in un convento dove passerà il resto dei suoi giorni.
Il film è caratterizzato da una fotografia molto curata, in alcuni casi le riprese sarebbero anche rese difficili, come quelle nell’arena con il toro in movimento o ancora di più in campo aperto, eppure anche in questi casi le immagini sono impeccabili. Non amo particolarmente le storie con un attore che interpreta due personaggi contrapposti, e questa rassegna me ne ha regalati ben tre, perché crea una contrapposizione basata sul bianco e nero piuttosto banale e sentita. Qui abbiamo la straniera, la luce nell’aspetto perché bionda, e Juana, vestita sempre di nero e pervasa da un sentimento di gelosia e vendetta. Comunque il tocco di Musidora si sente, questa è un’opera molto personale perché oltre che vederla impegnata come attrice e regista con Jacques Lasseyne, la vedeva anche sceneggiatrice, rimaneggiando la storia a sua immagine e somiglianza prendo come base di partenza L’Espagnole di Maria Star. Tra i due personaggi interpretati dalla diva francese, Juana è certamente quello più complesso e studiato, capace di esprimere sentimenti diversi ma ugualmente forti, lanciandosi di getto in gesti estremi che la porteranno sempre più a fondo. L’epilogo è strano per un film dell’epoca, l’unico personaggio realmente positivo del film, l’antiquario, decide salvarla mandandola in un convento dicendosi certo che una vita del genere le avrebbe fatto espiare la propria colpa. Eppure stona in un periodo in cui un personaggio del genere solitamente avrebbe dovuto pagare con la vita il proprio assassinio. Fosse stato un melodramma italiano sarebbe certamente finita così e invece…