A dieci anni dalla nascita dello stato Cecoslovacco, venne realizzato questo film propagandistico che vuole raccontare una storia poco nota in Italia, quella delle Legioni Cecoslovacche che si unirono all’intesa nella speranza, poi avveratasi, che dalla sconfitta dell’Impero Austro-Ungarico potesse venire l’indipendenza. Con l’appoggio di intellettuali del calibro di Milan Rastislav Štefánik e Tomáš Masaryk, futuro Primo Presidente della Repubblica (in carica fino al 1935), e su organizzazione della Russia, si creò prima una piccola brigata che andò piano piano ad ingrandirsi fino ad arrivare a ben tre reggimenti di fucilieri nel 1917 con più di 60.000 unità. Con la Rivoluzione di Ottobre, il governo Bolscevico aiutò le legioni Cecoslovacche ad andare in Francia per continuare la loro lotta, che proseguì poi in Italia venendo riconosciuti dal Presidente del Consiglio Orlando con la “Convenzione fra il Governo italiano e il Consiglio Nazionale dei paesi Cecoslovacchi“.
Za československý stát, attraverso le vicende del fabbro Janda, l’operaio Bárta e l’agricoltore Tomeš, propone una visione propagandistica delle vicende. Il film è diviso in tre parti: un prologo in cui i tre ragazzi partono lasciando le loro famiglie dopo la chiamata alle armi, una parte centrale in cui viene mostrata una brigata cecoslovacca alle prese con la guerra di trincea e infine la parte finale in cui viene finalmente dichiarata l’indipendenza e i tre, tornati a casa, raccontano ai figli ormai cresciuti e ai parenti le incredibili imprese della legione e il motivo per cui hanno tanto lottato.
Il film dura un’ora e quaranta e la parte centrale, più lunga, è davvero pesante e ripetitiva per quanto le immagini siano davvero splendide grazie anche al restauro operato dal Národní filmový archiv. Oltre ai girati ad hoc per il film ci sono tanti filmati dal vero di repertorio che mostrano Tomáš Masaryk, oppure la folla festante o l’esercito in partenza, in genere caratterizzate da una qualità inferiore rispetto al resto del girato. Essendo un film di propaganda o comunque celebrativo non mi ha colpito eccessivamente e sinceramente non lo consiglierei se non magari per alcune scene in particolare visto che la fotografia è veramente ben curata. La retorica è davvero eccessiva e la durata è davvero un grande limite per uno spettatore di oggi.