Vedere film completi con Diana Karenne è davvero un’impresa perché la diva raggiunse l’apice del suo successo negli anni ’20, quando il cinema italiano non veniva ormai più esportato come un tempo. Se quindi per i grandi diva film abbiamo copie sparse, ad esempio, tra Olanda, Repubblica Ceca, Francia, Giappone e Sud America, per questi dobbiamo affidarci alle nostre cineteche che non sempre le hanno nei loro archivi. Miss Dorothy, tra l’altro, ci è giunto parzialmente incompleto ma fortunatamente contiene tutti gli elementi importanti per farci comprendere la trama: la giovane inglese Thea Nothingham (Diana Karenne) studia musica in Italia dove conosce il nobile Ruggero di Sangro (Romano Calò), che contro il parere della madre decide di sposarla. I due hanno un figlio ma un giorno improvviso Ruggero ha un malore e muore. La loro bambina, per malvagio volere della signora di Sangro, viene strappata dalle braccia di Thea e poi data per morta. Passano gli anni e Thea è diventata una cantante di successo. Decide di tornare sotto le false vesti di una istitutrice di nome Dorothy per dare lezioni alla perfida Mara (Lia Formia). Questa è stata promessa in sposa al secondogenito della famiglia di Sangro, Giorgio (Romano Calò), che è incredibilmente somigliante a Ruggero. Nonostante il matrimonio Giorgio si innamora di Thea che però fugge quando capisce di iniziare a sua volta a provare qualcosa per lui. Si scopre che Alma (Carmen Boni), la figlia della donna, non è morta ma è stata adottata dal vecchio maggiordomo di casa di Sangro e portata in una sorta di collegio. Vedendo che Alma è a sua volta innamorata di Giorgio, Thea decide di sacrificarsi per la felicità della figlia arrivando a togliersi la vita quando Mara, poco prima di firmare le carte del divorzio, minaccia di rivelare a tutti la verità sul suo conto.
Sebbene forse in ambito nobiliare il matrimonio tra consanguinei fosse prassi, mi ha lasciato piuttosto perplesso che Thea non battesse ciglio a vedere la figlioletta in procinto di sposare quello che di fatto è il fratello di suo padre. Per il resto si tratta del classico melodrammone italiano dalla trama complicata, che vi ho presentato decisamente districata dal suo intreccio, che fin dalle prime scene lascia presagire il finale tragico. Nonostante questo quello interpretato da Diana Karenne è un personaggio decisamente interessante perché viene presentato come intelligente e appassionato, capace di spaziare, negli interessi e conoscenze, dalla matematica alla musica. L’elemento affascinante è l’eterna lotta, dentro di lei, tra ragione e sentimento. Nonostante i suoi tentativi di imporsi nel nascondere il proprio amore per Giorgio, Thea ha ogni tanto dei momenti di cedimento che la rendono più umana e vicina allo spettatore. Tutto quello che fa, del resto, nasce da motivazioni forti e non da semplici capricci. Anche per questo il personaggio si distanzia dalla donna borghese e capricciosa di altri film italiani che ho avuto modo di vedere nel corso di questi anni. Questa differenza non cambia però il destino della donna: Thea è destinata a rimanere infelice e sola, e nel momento in cui ha paura di perdere la serenità conquistata per la figlia e l’uomo che ama, decide di offrire la sua vita come pegno per il silenzio della perfida Mara.
Miss Dorothy di Antamoro è stata per me una bella scoperta di questo Cinema Ritrovato perché mi ha permesso di avere un primo approccio con Diana Karenne, di cui conoscevo di fatto solo il nome, e conoscere un’eroina decisamente più moderna rispetto a tante altre del cinema muto italiano.