No Woman Knows – Tod Browning (1921)

Tod-Brownings-NO-WOMAN-KNOWS-Universal-Film-1921Prima di iniziare voglio ringraziare la Filmoteca Española che ha digitalizzato per me questo film che si trova solo conservato presso i loro archivi. Che mi risulti sul web non ci sono recensioni del film da parte di persone che lo hanno visto ma vengono solo riportate fonti da riviste dell’epoca. In questo siamo precursori e possiamo per altro chiudere temporaneamente il progetto dedicato a Tod Browning. Dico temporaneamente perché esistono altri film “introvabili” che sono The Deciding Kiss (1918), presente negli archivi del CNC (Centre national du cinéma et de l’image animée), The Man Under Cover (1922) conservato al MOMA e Dollar Down (1925) che si trova presso l’UCLA Film & Television Archive. Purtroppo nessuno di questi tre archivi ha messo a disposizioni servizi di digitalizzazione dei film in pellicola per questo vorrei ringraziare in maniera ancora più sentita la Filmoteca Española. Mi toccherà fare prima o poi del turismo archivistico e girarmi gli Stati Uniti alla ricerca di film conservati gelosamente nelle cineteche!

Possiamo ora iniziare a parlare di No Woman Knows! Ho trovato la storia molto poco in stile con la produzione più nota di Browning: è una commedia drammatica incentrata su una famigliola, le sue difficoltà economiche e dei sacrifici che le donne di famiglia devono fare per portare avanti la baracca. La sceneggiatura prende ispirazione dal romanzo Fanny Herself (1917) della scrittrice premio Pulitzer Edna Ferber che, essendo di origine ebrea, aggiunge il tema della condizione delle famiglie ebraiche nell’America degli anni ’20.

A Winnebago, Wisconsin, la famiglia Brandeis ha una piccola merceria a gestione famigliare che non naviga in buone acque a causa del successo della grande catena Haynes-Cooper che porta prezzi concorrenziali. A prendere le redini del negozio ci pensa Molly Brandeis (Grace Marvin), vedova e madre di due figli, i piccoli Theodore e Fanny (Raymond Lee e Berenice Radom). Il caso vuole che Theodore abbia un talento innato per il violino e viene notato da alcune persone che spingono affinché abbia una formazione andando in Europa, a Dresda. Inizia dunque una vita di sacrifici per Molly e la figlia Fanny, che sacrificano tutto pur di poter permettere al giovane di poter sfondare. Gli anni passano e i due piccoli sono ormai adulti. Theodore (John Davidson) si è sposato di nascosto ed ha un figlio ma non è riuscito a sfondare e chiede di continuo soldi alla famiglia. Molly e Fanny (Mabel Julienne Scott) continuano i loro sacrifici fino a che questi non risultano fatali alla madre che muore improvvisamente lasciando sola la povera ragazza. Fanny decide allora di mollare tutto e di andare a lavorare per la concorrenza alla Haynes-Cooper. Qui può però far notare le sue capacità nel disegno e nella moda e viene presto notata da Michael Fenger (Stuart Holmes), il direttore dell’azienda che spera anche di poterla conquistare. Ma il cuore di Fanny è per Clarence Hyle (Earl Schenck) e medita quindi di sposarlo e dimettersi per evitare problemi. Ma questo non sarà possibile: improvvisamente torna nella vita di Fanny uno squattrinato Theodore che è stato abbandonato, assieme alla figlioletta, dalla moglie. In cerca di denaro, la giovane inizia a cedere alle lusinghe del suo direttore nonostante non lo ami. Alla fine la situazione si risolve: Theodore riceve un telegramma dalla moglie che gli chiede di tornare da lei e lascia la casa. Disperata per aver perso fratello e nipotina senza neanche un saluto Fanny accetta di partire con Michael in un viaggio di piacere ma una provvidenziale apparizione di Clarence la fa desistere. Capiamo dal finale che i due torneranno finalmente insieme…

Ci sono alcuni elementi interessanti all’interno della vicenda: il primo è nel ruolo delle donne che sono molto forti e di fatto sono artefici del loro destino di fronte a un mondo di uomini che agiscono in funzione delle loro decisioni. Theodore è praticamente in balia delle decisioni della moglie e allo stesso tempo può studiare e formarsi solo grazie al duro lavoro di quelle della sua famiglia. Fanny, nonostante le difficoltà economiche, muove di fatto i fili degli uomini intorno a lei e può deciderne le sorti. Il secondo elemento è dato dalla presenza dell’ebraismo legato per certi versi anche al cristianesimo perché accanto al personaggio di un rabbino, è forse più importante quello di padre Ritzpatrick che è una sorta di consigliere di Fanny. Interessante un dialogo tra i due che traduco letteralmente: “Fanny, dimentichi che hai un grande handicap“/”Sì, sono ebrea!“/”No…sei una bella ragazza! Questo è il tuo handicap“.

Da questo dialogo emergono, a mio avviso, due dati interessanti: da una parte che comunque negli Stati Uniti degli anni ’20 il fatto di essere ebrei fosse visto dai più come un problema, dall’altro che ci fosse probabilmente un movimento o un processo per l’inclusione, in particolare nei confronti di persone che erano comunque totalmente integrate nella società come mostra di esserlo Fanny.

Concludo l’articolo: No Woman Knows è un film sicuramente ben girato e scritto che manca però di elementi di spicco o personaggi incisivi come lo sono stati quelli del cinema successivo di Browning. Mancano inoltre quegli elementi oscuri e intriganti della produzione del regista, in una storia dove “il male” è rappresentato dalla società, dai poteri forti e dai maschi fannulloni. Sono molto contento di aver potuto vedere il film ma avrei sperato in qualcosa di più interessante.

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