Nella mia folle ricerca tra le bizzarrie e i titoli misconosciuti della cinematografia mondiale ogni tanto fa bene tornare a vedere i film dei grandi registi che tutti amano e tutti ricordano. Rivedere un Murnau, dopo tanto tempo, mi fa ricordare perché ho scelto di dedicare dieci anni della mia vita a questo sito. Der Gang in die Nacht non è sicuramente il film più riuscito o maturo del regista ma ha comunque degli elementi stilistici riconoscibili e alcune caratteristiche interessanti.
Il Dr. Eigil Börne (Olaf Fønss) abbandona la ragazza Hélène (Erna Morena) per mettersi con la ballerina Lily (Gudrun Bruun-Stefenssen). I due amanti fuggono in un paesino di pescatori e fanno una vita felice fino ad un avvenimento che turba la loro quiete. Giunge infatti un pittore completamente cieco (Conrad Veidt). Eigil riesce a donargli nuovamente la vista e, di fronte alle bellezze del mondo, il pittore inizia anche ad apprezzare la bellezza di Lily che piano piano si innamora a sua volta di lui. Eigil si ritrova così privato del suo amore e scopre presto che anche Hélène non potrà più essere sua: la ragazza aveva infatti sacrificato tutto pur di garantire all’uomo che amava una carriera e dopo essere stata abbandonata si era lasciata lentamente morire. Privato di tutto Eigil si incattivisce e prepara la sua vendetta. Un giorno Lily viene disperata al suo studio perché il pittore ha perso nuovamente la vista. Il dottore rifiuta di curarlo arrivando a dire che lo avrebbe fatto solo se la ballerina si fosse tolta la vita. Lei prende alla lettera le parole dell’uomo e si uccide lasciando Eigil affranto ma ottenendo comunque il perdono da parte del pittore.
Nel film il tempo, nella migliore delle tradizioni, rappresenta la turbolenza delle vicende e porta la relazione tra Eigil e Lily verso la disgregazione in favore del neonato rapporto tra la ragazza e il pittore. Abbiamo poi la follia estatica di Lily che terrorizzata si ritrova a ballare in un montaggio che alterna la danza indemoniata al mare in tempesta. Troviamo anche una grande attenzione per la simmetria e la specularità degli eventi: tra tutti il momento dell’arrivo in barca del pittore mentre Eigil e Lily camminano ancora innamorati che vede, da contraltare, il ritorno, sempre su un’imbarcazione, del dottore mentre la moglie e il pittore camminano innamorati.
L’elemento trainante della vicenda, come in tanti film dell’epoca, è dato da un uomo borghese che invaghitosi di una ballerina diventa cieco di fronte all’amore della donna che ha sempre avuto vicino per dedicarsi alla nuova venuta. Ma questo tradimento darà vita a una serie di dinamiche che lo porteranno di fatto a non avere più né una né l’altra ragazza. Se il pittore “aprirà gli occhi” riottenendo la vista, cosa che comunque porta a una snaturamento del suo stato originario che porta quindi ad un decadimento della sua condizione, il dottore ci riuscirà solo quando ormai avrà perso tutto. Interessante notare come, da tradizione dell’epoca, siano sempre le donne a pagare con la vita le colpe degli uomini.