I Raggi Z – Eleuterio Ridolfi (1917)

da museocinema.it

Svelo oggi un piccolo segreto ai miei lettori. Quando vado al Cinema Ritrovato cerco di non leggere mai il catalogo prima di vedere un film che non conosco, questo per evitare di avere aspettative e poi magari rimanere deluso. Dovete ammettere che in una situazione del genere un titolo come “I Raggi Z” porta la mente a fantasticare verso mondi lontani. Sarà l’ennesima arma capace di distruggere il mondo se usata male? Partito il film ecco però, con grande stupore, trovarmi di fronte una commedia, anche piuttosto brillante, che però mi lasciava col dubbio: ma che c’entrano i raggi z? Proviamo a seguire la trama e capirlo.

Bruniquel (Ercole Vaser) è un macellaio piuttosto rinomato ma, nonostante la realizzazione lavorativa, vive vessato dalla moglie (Ersilia Scalpellini) che gli vieta ogni divertimento. Una sera la donna riceve una lettera dal cognato Otto che le rivela la nascita di un nipotino dal peso di 8kg (sic). Tutta contenta parte raccomandandosi col marito di non approfittarne. Bruniquel sembra voler seguire i dettami della moglie ma caso vuole che proprio quella sera ci sia un ballo in maschera a cui i suoi amici farfalloni lo costringono a partecipare. Andando alla festa troverà anche la sarta Gigetta (Gigetta Morano) ed alcune sue amiche che la combriccola inviterà a partecipare. Tema della giornata? Le oche! E Gigetta è vestita del resto anche lei da ochetta. Coperto dalla maschera, Bruniquel può dare libero sfogo alle sue inibizioni e finirà con promettere alla giovane addirittura un futuro matrimonio. Terminata la festa Bruniquel torna alla sua occupazione pur tormentato dai sensi di colpa per quanto fatto e per il terrore di essere scoperto dalla moglie. Questa ossessione lo porterà ad odiare le oche tanto da iniziare a sparare a quelle che incontra e finire con la febbre alta a letto. Gigetta, dal canto suo, decide di rintracciare il suo amante mascherato avendo come unico indizio un ciondolo che lo collegava all’ordine dei macellai. Volete sapere il finale? Ebbene…è mancante! La parte che ci rimane termina con Gigetta che viene assunta come cameriera dalla moglie di Bruniquel proprio mentre quest’ultimo, costretto dalla sposa, sta per farsi fotografare in un’altra stanza. Dalla sinossi d’epoca sappiamo che Gigetta sposerà poi un dipendente di Bruniquel salvandolo dal possibile riconoscimento.

da quotidianopiemontese.it

Insomma, questi raggi Z in realtà non sappiamo cosa diavolo siano eppure restano scolpiti nella mente dello spettatore. Che siano legati alla macchina fotografica che stava per essere usata poco prima dell’ultima parte rimastaci? Oppure magari è un influsso d’amore che Bruniquel manda a Gigetta per innamorarsi del suo dipendente? Sono ovviamente mie speculazioni totalmente prive di fondamento. Chissà se troveremo mai una copia completa visto che sia questa, preservata e restaurata dal NFA che quella del CNC di Parigi hanno il finale mancante!

Ad essere totalmente sinceri non si è certi neanche della paternità del film anche se nel catalogo del Cinema Ritrovato 2021 Mariann Lewinsky se ne dice certa perché “quale altro regista italiano se non Rodolfi sarebbe stato capace di realizzare una commedia di così elegante, affettuoso umorismo e di così seducente brio, creando la perfetta cornice per la meravigliosa interpretazione di Gigetta?”. Sì, perché i Raggi Z è un film capace di essere allo stesso tempo “eccessivo” nei momenti di festa e pacato e moderato al di fuori di essa quasi a creare una dicotomia, passerete il paragone col mondo ellenistico, tra mondo apollineo di tutti i giorni e quello orgiastico dionisiaco del ballo in maschera. Lì tutto è possibile perché l’identità è celata e la quotidianità sembra solo un lontano passato. Solo che Gigetta rompe questa separazione e vuole portare lo straordinario nell’ordinario andando a caccia dell’uomo con cui ha passato quella splendida nottata. Da qui il tema delle ossessioni, di cui ho parlato già nell’articolo su Cinefilia Ritrovata, da una parte da parte di Bruniquel per le oche e quello che rappresentano per lui e dall’altra di Gigetta che cerca ossessivamente la macelleria dove potrà rivedere il suo amato.

Concludendo, tolto il titolo, il contenuto del film a mio parere ottimo e meriterebbe un finale ritrovato.

Rispondi