Zigoto: un detective da ridere

Zigoto et le château mystérieux (8)Non so se sono in grado di rendere a parole la sensazione di gioia e spensieratezza che ho avuto nel leggere la descrizione di cosa erano i Pouittes di Jean Durand. Dovete pensare a un contesto Gaumont estremamente rigido e strutturato con Louis Feuillade e Léon Gaumont (detto “Filo Spinato”) a controllare metodicamente sceneggiature e produzioni delle varie troupe che lavoravano lì. In questo ambiente così tetro ecco emergere un gruppo di cascatori, saltatori, acrobati, nuotatori, incassatori di ogni tipo proveniente per lo più dall’ambiente circense. Alla Gaumont funzionava che i gruppi di attori erano sostanzialmente legati al loro regista a parte alcuni prestiti ogni tanto (per dire Feuillade presterà René Navarre a Fescourt per aiutarlo ad avere successo col suo primo film) e quindi si creavano dei legami forti tra di loro. Nel gruppo di Durand la composizione era variabile con qualche elemento permanente: Bourbon, Beauvais, Pollos, Lonys, Fouché, Hector Gendre, Grisollet, Modot e i fratelli Mégé. Gaston Modot è forse la presenza più strana dentro questo gruppo e sicuramente alcuni di voi lo avranno riconosciuto come il protagonista di L’âge d’or di Luis Buñuel (1930) o come amatissimo attore ricorrente di Jean Renoir o, ancora, come soggetto di Modigliani in Modot con la chitarra. Prima di tutto questo Modot era un Pouittes. C’erano anche attori che entravano solo ogni tanto nel gruppo, tra questi anche il Joë Hamman di cui Yann ha parlato nell’articolo dedicato ai Western francesi e che, riporto le parole di Durand “praticava tutti gli sport, rovesciava un toro afferrandolo per le corna, giocava con il lazo, montava i cavalli indocili”. Tutte cose che rivediamo nel film comico Le révolver matrimonial (1912) che ritrovate sempre nell’articolo.

Ma torniamo ai nostri inizi: i Pouittes erano professionisti esperti nel fare cose fuori dal comune e proprio per questo non c’erano effetti speciali: se un piano si doveva rompere in testa a un personaggio così accadeva ed era un pianoforte vero! Gli spettatori non potevano crederci, erano convinti che fossero tutti effetti speciali ma non era così. Ma sul set aleggiava un tale buon umore e una tale figura reciproca che tutto sembrava possibile e, straordinariamente, mai si registrarono incidenti mortali o fratture, solo qualche slogatura. Capitava ogni tanto che Léon Gaumont venisse per dare un’occhiata a cosa combinavano gli uomini di Durand sul set, ma ecco che con abili stratagemmi e frastuoni assordanti loro lo cacciavano e tornavano al loro consueto divertimento. La cosa straordinaria è che in mezzo a balli, canti e battute si trattava sempre di professionisti e pur se sullo schermo tutto sembrava casuale e fuori dagli schemi era in realtà tutto preparato in maniera certosina. Moto e mezzi di ogni tipo si schiantavano facendo volare per metri i poveri Pouittes che non mancavano però mai il loro bersaglio. Celebri sono le scene dei crolli dei soffitti che venivano fatti con impalcature curatissime per permettere agli attori di cadere nelle aree che desideravano. Luogo forse preferito per girare era la Camargue, dove ci si liberava dal peso del padrone e, bevendo Pernod e facendo festa, si proseguiva comunque a testa bassa con il lavoro.

Ma che significa Pouittes? Mi spiace ma purtroppo è una parola probabilmente casuale e senza senso. Secondo Modot, che divenne poi una sorta di biografo del gruppo, fu Lucien Bataille una volta a gridare casualmente un “Pouit” per radunare tutta la troupe e questo divenne allora il loro grido, il loro nome per riconoscersi.

Per la cronaca: ogni settimana i film girati venivano mostrati durante la “censura del martedì” a Léon Gaumont e i Pouittes cercavano in ogni modo di trovare stratagemmi per farlo ridere. Beh, non ci riuscirono mai e pare fosse anche particolarmente infastidito dalle risate degli altri in sala!

Sperando di aver reso giustizia all’ambiente così come viene raccontato da Lacassin nel suo libro su Durand, avete ora un’idea generale di quello che era il contesto in cui si sono sviluppate le comiche e le avventure di cui parleremo in questa lunga serie di articoli.

La prima maschera veramente di Durand di cui parliamo è Zigoto, interpretato da Lucien Bataille, che è un modo in francese per dire “tipo strampalato” (in alcuni casi poco raccomandabile) ed è, tanto per complicare le cose, anche il nome con cui in Francia sarà noto Larry Semon/Ridolini. Il personaggio di Durand nasce per cavalcare l’onda degli adattamenti francesi, targati Éclair, di Nick Carter con protagonista Pierre Bressol e Victorin Jasset alla regia (1908). Se il serioso Feuillade risponderà con le proprie mitiche serie, iniziano a circolare le parodie più disparate dalla Nick Winter della Pathé a, appunto, Zigoto della Gaumont. Giusto per capire quanto la situazione era sfuggita di mano, Lacassin ricorda che nel 1911 avvenne il celebre furto della Gioconda da parte di Vincenzo Peruggia. Ecco quindi un dittico di comiche Nick Winter et le vol de la Joconde (1911) e quando finalmente venne ritrovata la Pathé annunciò la comica C’est Nick Winter qui a retrouvé la Joconde (it. È Nick Winter che ha ritrovato la Gioconda – 1914). Avete presente quando ho detto che Zigoto è anche il nome di Larry Semon in Francia? Beh c’è un terzo Zigoto perché parrebbe che un personaggio con questo nome sia stato in realtà lanciato, proprio in Pathé, dal solito Roméo Bosetti nell’Agosto del 1911 quando quello di Durand fa il suo esordio il 10 novembre dello stesso anno. Era un personaggio isolato che non ebbe seguito e non aveva collegamenti con i polizieschi, ma per gli storici del cinema la cosa creò molti grattacapi! Pensate sia finita? Sempre Bosetti, quando lo Zigoto di Durand sta avendo successo, se ne esce con tre film spuri: Zigoto Cambrioleur malgré lui, Zigoto à la fête, Zigoto rentre tard. Siamo a fine 1912 ma difficilmente l’interprete può essere stato Bataille che era andato via dalla Gaumont per andare alla Éclair. Veramente una cosa da far venire il mal di testa!!

Lucien Bataille era forse il meno “acrobata” dei Pouittes: non era un gran saltatore o cascatore eppure era noto per essere in grado di muoversi con agilità da un oggetto all’altro senza battere ciglio andando da un tetto a un’impalcatura con una naturalezza sbalorditiva. Era un gran incassatore, poteva ricevere qualunque cosa in testa e poi continuare a recitare come se nulla fosse. Insomma, dice Lacassin nel suo libro, più un abrobata era un “pazzo rompicollo”. Era poi terribilmente bravo a fare le smorfie e anche nella vita privata pare fosse divertentissimo. Solo quando doveva fare scene particolarmente pericolose si preoccupava e allora beveva per darsi coraggio. Come nel caso di Clément Mégé le sue origini sono avvolte più o meno nel mistero: Probabilmente era di Lione e viene definito come “clown musicale, prodigioso scavezzacollo”.

Nei ruoli femminili troviamo invece Berthe Dagmar (moglie di Jean Durand) e, come antagonista o personaggio secondario più importante, un immancabile Edouard Grisollet.

Alla fine di Zigoto ne escono circa una ventina e, come al solito, andiamo a vedere nel dettaglio quelli che sono riuscito a vedere. Segnalo che alcuni studi mettono tra questi La télémécanique (1911) che però non ha però Zigoto al suo interno ma è una comica a parte e quindi non è inserita nell’elenco:

Zigoto et l’Affaire du collier (1911)

Questo è il corto con cui ho conosciuto il personaggio di Zigoto ed è davvero davvero davvero scoppiettante! Non è il primissimo rilasciato al cinema ma il secondo dopo il corto Zigoto (1911). Lo vedrete in un prossimo articolo dedicato a Nick Winter, mentre le parodie di quest’ultimo sono in realtà molto seriose e sono le situazioni, gli stratagemmi e le trappole ad essere paradossali, nel primo Zigoto si vuole davvero far ridere giocando sui luoghi comuni e, straordinariamente, Durand e compagnia ci si riescono!

Una collana preziosa viene rubata e la sua proprietaria, Polenta, stella dell’Olympia, si reca in un’agenzia di detective per indagare. Vengono incaricati del caso il nostro Zigoto e Stout. L’agenzia è ovviamente supertecnologica con porte automatiche e botole da cui compaiono i nostri due agenti speciali (vedi gif). Per ridicolizzare le dotazioni super dei film più celebri Zigoto inizia a riempirsi di pistole senza alcun motivo e poi parte ad indagare. Per non farsi notare si “traveste” da lampione (ovvero si abbassa il cappello fino al collo). Poi decide di andare a vedere direttamente in loco dove combina un danno dietro l’altro e ha poi la brillante idea di travestirsi da donna (vedi sotto). Senza alcun motivo si unirà a un balletto ma verrà subito scoperto e cacciato. Intanto Stout beve vino e si addormenta sotto l’Olympia e proprio lì sopra una domestica sgrulla il vestito della sua padrona da cui cade la famosa collana direttamente nel suo cilindro. Ovviamente Stout non si accorge di nulla e si mette il cappello. Intanto Zigoto picchia a sangue un conte ammiratore di Polenta che aveva ricomprato la collana alla sua adorata per farle un piacere. Si torna all’Olympia: Stout si ritrova ad aver risolto il caso senza sapere come e Zigoto viene malmenato per aver combinato casini.

Fantastico! Era esattamente quello che volevo, una parodia frenetica, intelligente e divertente dei film e racconti polizieschi. Zigoto è il detective che non sapevamo di volere!

Zigoto policier trouve une corde (1911)

Decisamente meno strutturato del precedente ma che mostra tutta la demenza (in senso buono) di Zigoto. Il detective vede una corda spuntare da sotto un portone e vuole assolutamente rimuoverla. Peccato che dall’altro capo ci sia un toro…scatenato! Parte la fuga e la distruzione solita dei film durandiani e alla fine Zigoto è talmente sotto shock che inizia a comportarsi anche lui come un toro. Viene malmenato e portato via a peso morto.

La qualità del master che ho potuto vedere è veramente pessima e oltre a questo non è la tipologia di comica che preferisco. Mi piacciono molto di più quelle strutturata e con un minimo di trama.

Zigoto plombier d’occasion (1912)

Zigoto è qui presente solo nominalmente ma potrebbe essere qualsiasi altro personaggio. C’è una fuga di gas e il nostro detective di propone di ripararlo distruggendo un appartamento per poi scoprire che il problema era al piano di sotto.

Mah… sono rimato molto deluso. Sembra un riciclo di un’idea per Calino con i suoi soliti mille mestieri che finiscono per essere occasione per distruzione e caos…

Zigoto gardien de grand magasin (1912)

Purtroppo la versione che ho visto è mutila quindi non posso sapere come si arriva al finale positivo. Zigoto viene assunto come guardia di un grande magazzino e si ritrova a dare la caccia a un ladro che però sfugge ripetutamente alla cattura. Anche qui torna il Zigoto macchiettistico e parodico ma l’ambientazione ricca di oggetti (essendo un grande magazzino) permette le solite distruzioni made in Durand. Anche qui troviamo l’espediente comico di far vedere i mille attrezzi strambi del mestiere e l’esasperazione mimica. Da notare che nel 1912 Zigoto ha perso…i baffi! (un po’ come vedrete accade con Nick Winter).

Zigoto et la cavalière (1912)

Un uomo non vuole che la nipote abbia una relazione col suo segretario e incarica un goffo Zigoto di andarle dietro. Torna la mattanza di oggetti e scenografie: nostro eroe si ritrova su un cavallo e distrugge tutto finché non si licenzia/viene licenziato (praticamente entrambe le cose). I due giovani possono dunque cavalcare felici insieme.

Zigoto et la cavalière mostra Zigoto fare il detective ma in realtà è solo un espediente per distruggere cose e, alla fine, non “risolverà” neanche il caso ma sarà sconfitto.

Zigoto promène ses amis (1912)

Mooolto simile a Zigoto et la cavalière ma in salsa automobilistica. Zigoto vuole far vedere la sua nuova 101 cavalli (non è uno sbaglio) ai suoi amici. La macchina si accende da sola e inizia a distruggere tutto quello che incontra fino a schiantarsi. Pur se l’autovettura è andata distrutta i suoi amici pretendono di essere trasportati a bordo di essa mentre Zigoto tira una corda e poi si arrabbiano quando stanco (ma arrivato a casa) smette di portarli. Detective Zigoto, dove sei??

Zigoto et la locomotive (1912)

Anno di Camargue e locomotive per Durand e quindi eccola cicciare fuori in quasi tutti i film dell’epoca tra western e comiche. Questa però non è una locomotiva come le altre perché va…fuori strada! Guardando nel dettaglio si vedono infatti dei piedi uscire da sotto il treno, probabilmente era un misto di macchina a pedali ma che doveva essere corretto “a piede” in caso di sbandamenti. Volete veramente sapere cosa succede? C’è uno sciopero e Calino decide che sarà lui a occuparsi del treno ma mentre lo ispeziona parte e inizia a distruggere tutto quello che trova in città. Alla fine la locomotiva torna al suo posto e gli operai tornano dallo sciopero.

Zigoto et le château mystérieux (1912)

Una ragazza viene rapita da una misteriosa banda di criminali che la rinchiude in un castello altrettanto misterioso. Zigoto viene incaricato di risolvere il mistero e riuscirà a salvare la ragazza e riportarla sana e salva a casa. Qui si torna un po’ a Zigoto et l’Affaire du collier come atmosfere e il buon Lucien Bataille riesce a dare il meglio di sé tra boccacce, movenze esagerate ed esuberanza generale. Rotola, salta e si arrampica tra una scena e l’altra creando situazioni assurde. Abbiamo una trama e una presa in giro di come i detective più rinomati risolvono i casi tra scazzottate, colpi di scena e gadget nascosti. Il finale mi ha colpito: Zigoto viene riempito di soldi, cosa che in genere non viene mai menzionata nei polizieschi!

La Lune de miel de Zigoto (1912)

Solo la scoperta del clima in casa Pouittes mi ha potuto far apprezzare il film. Ogni secondo pensavo: ma quanto si stavano divertendo mentre lo giravano?? Zigoto si è appena sposato e passa giornate intere a sbaciucchiarsi con la moglie. Quando vengono a trovarlo gli amici di una vita non li calcola minimamente da quanto è preso dalla sua amata sposa. I tre iniziamo allora a giocare a carte ma parte una rissa. Partono sedie contro gli sposi che continuano a limonare duro (vedi sotto). Solo quando crollerà la casa e i due si ritroveranno nella cantina decideranno di darci un freno!

Ritroviamo tutti gli elementi tipici delle comiche distruttive di Durand in tutto il loro no sense ma il contesto è comunque molto divertente. Da far vedere come esempio paradigmatico!

Zigoto et la blanchisseuse (1912)

Ritorno ad un corto più strutturato. Sostène ama follemente la lavandiera Clara ma non essendo ricambiato tenta allora di rapirla. Passa per caso Zigoto che la salva provocando le ire e il desiderio di vendetta di Sosthène. 1912 vuol dire che ormai Zigomar è stato sdoganato e allora ecco il nostro antagonista e i suoi vestirsi da similfantasmi ma Sosthène tiene per sé un cappuccio forato con un colore diverso (ipotizzo rosso).  Così vestita la banda degli “S” (essendo Sostène e non Zigomar) attende che arrivi Zigoto attirato con l’inganno. Lo riempiranno di botte ma, nonostante questo, alla fien sarà lui a scamparla facendo arrestare i colpevoli per poi liberarli su intercessione di Clara.

La parte più divertente riguarda la casa di Zigoto dove il campanello è enorme e il postino deve aggrapparsi alla corda come un forsennato (vedi gif). Bellissima anche la scena della vestizione automatica (ovviamente un “reverse”). Questa è l’ultima comica di Zigoto e viene rilasciata il 13 settembre 1912.

Il 1912 è infatti l’anno con più Zigoto ma segna al contempo anche la sua caduta con il passaggio di Lucien Bataille alla corte di Roméo Bossetti in casa Éclair. Diventerà allora per un breve periodo Casimir per poi fare apparizioni sempre più sporadiche dopo la prima Guerra Mondiale. La serie Zigoto si trasforma nel tempo e passa da parodia burlesca delle serie poliziesche ad ennesima maschera comica intrisa di distruttività tipica delle opere di Durand. Al contrario di Calino, però, il personaggio è ben caratterizzato e Bataille entra meglio nel cuore dello spettatore. Purtroppo il suo futuro non sarà poi così fortunato come avrebbe meritato. Così dice Renée Carl: dopo la guerra “viene dimenticato, perso in ruoli da comparsa. Tuttavia lo possiamo trovare, a volte, come controfigura di un artista poco abituato alle scene pericolose”. Durand nel 1944 dirà “non si può parlare di cinema senza parlare di Bataille”. Eppure noi ce ne siamo quasi tutti dimenticati…

Bibliografia:

  • Abel R., The Ciné Goes to Town: French Cinema, 1896-1914, Updated and Expanded Edition, California 1998.
  • Giacovelli E., La bottega delle illusioni: Georges Méliès e il cinema comico e fantastico francese (1896-1914), Bergamo 2015.
  • Lacassin F., Alla ricerca di Jean Durand, Recco, 2004.

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