Roméo Bosetti, il re del burlesque

Bosetti2Roméo Bosetti è stato importante per il cinema comico quanto è stato inafferrabile dalla storia del cinema. Jean Mitry diceva di lui che era sostanzialmente il creatore del genere slapstick e burlesco, ancora prima che Jean Durand e Mack Sennett potessero anche solo pensarlo. Per anni (1906-1914) è stato sempre in grado di macinare un film dietro l’altro ottenendo grande successo, e poi? Scomparso per sempre. Langlois tentò di trovarlo e portarlo davanti alla sua celebre commissione delle ricerche storiche della Cinématèque Française ma senza successo. I suoi film? Per la maggior parte perduti…

Ma chi era Bosetti? Nato a Chiari in Italia nel 1879, figlio di artisti circensi che vagano da un posto all’altro per gli spettacoli. Nonostante questo Bosetti ha un’educazione minima ed è in grado di leggere e scrivere. Impara ance il francese quando i movimenti di famiglia lo costringono a spostarsi lì dove si stabilirà. A 11 anni inizia anche lì la sua vita circense ed è noto per il suo spettacolo “le oche sagge” per poi diventare famoso come “re degli spaccapiatti”. Ma com’era il nostro Roméo Bosetti? L’attore Boucot dice di lui: “era piccolo, tarchiato e irascibile”, non proprio un bel biglietto da visita…

Nel 1903 Sposa Alice Hervat da cui avrà tre figli. Con il circo Barnum nel 1905 arriva fino in America lavorando come trapezista, giocoliere e funambolo. Lo stesso anno nasce però il primo figlio (Alexis) che lo porta a stabilirsi in maniera più sedentaria a Parigi e cercare nuove strade. Entra in Gaumont nel 1906 e l’anno successivo diventa regista. Nei 18 mesi che precedono la sua promozione si mette a disposizione di Louis Feuillade per mettere in scena le follie apprese durante la sua permanenza al circo. Con la partenza per terre americane di Alice Guy, Bosetti diventa Amministratore generale degli stabilimenti Pathé oltre che regista specializzato esclusivamente in comiche (al contrario degli altri registi della Gaumont che dovevano occuparsi di tutto). Ma le sue sono comiche burlesque, slapstick, distruttive fatte di inseguimenti e gag acrobatiche. I suoi film, a distanza di mesi, venivano proiettati anche in America e Mack Sennett, in Father Goose, dice di averli visti ed esserne rimasto influenzato per la sua produzione successiva. Parte allora con il dirigere alcune serie con maschere comiche: prima sé stesso in Roméo (che non raggiunge forse il successo sperato) e poi Calino, di cui ho già parlato in un altro articolo, con Clément Mégé nel ruolo di protagonista. Sul finire del primo decennio del ‘900 le sue comiche hanno sempre più successo e incassano sempre di più: Bosetti si aspetta quindi un aumento ma “filo spinato” Léon Gamont tiene il portafogli chiuso. Il regista arriva a scioperare e a Marzo 1909 non gira nulla per protesta ma non cambia nulla. Preso atto della situazione matura una decisione che la Gaumont non pensava sarebbe mai arrivata, quando a Settembre 1910 scade il contratto, invece di rinnovarlo, va dai rivali della Pathé portandosi dietro gran parte della troupe: gli Albertus, i Duhamel, Max Bonnet e Paul Bertho (che andrà poi alla Éclair diventando Gavroche). Charles Pathé gli aveva offerto un ottimo stipendio e il 33% dei guadagni dei suoi film e un finanziamento per i suoi progetti indipendenti. Come si dice: un’offerta che non si può rifiutare! Sappiamo che alla fine per la Gaumont non andò malissimo perché la partenza di Bosetti li “costrinse” ad assumere Jean Durand che li portò ad avere successi duraturi per gli anni successivi ma questo non cambia il fatto che la Pathé riuscì ad accaparrarsi un lavoratore instancabile e pieno di idee che continuerà a produrre serie di successo. La libertà produttiva e finanziaria che dava la Pathé non era per nulla paragonabile alla situazione oppressiva di casa Gaumont che solo Durand e i Pouittes riusciranno in parte a rompere con la loro ingestibile esuberanza.

Ed eccoci dunque arrivati alla parte che più ci interessa ovvero la produzione post-Calino e post Gaumont di Bosetti. Arrivato alla Pathé Bosetti inizia a girare con gli attori che ben conoscere alcune serie di breve durata come Rosalie, interpretata da Sarah Duhamel che andrà poi alla Éclair a interpretare Pétronille. I film di questa serie partono da situazioni banali per poi arrivare a situazioni paradossali e ricche di distruzione. Visto che le sceneggiature sono poco articolate tutto si basa sulla capacità della Duhamel di far ridere con le sue qualità. Se da una parte Bosetti si affida ai suoi vecchi attori, esistono anche nuovi interpreti a cui riesce a dare una maschera comica di successo. Tra i più amati c’è sicuramente il Little Moritz interpretato da Maurice Schwartz per circa 25 film. Viene così descritto dai bollettini Pathé: “fisico robusto, occhi spalancati, orecchie a sventola, occhio sveglio e bocca leggermente ilare”. La stampa dell’epoca lo accosta a Little Tich e anzi alcuni diranno che sarà una vera e propria contraffazione che “durò quanto durano le rose”. La serie Little Moritz verrà a volte diretta da Henri Gambart o Paul Garbagni e alcune sceneggiature saranno scritte da Louis Z. Rollini, fratello di Ferdinand Zecca, che ne rivendicherà più tardi ingiustamente la paternità. Le avventure di questa maschera si mescolano a volte con quelle di Rosalie e quindi le mettiamo in una sezione unica per questo motivo. Questi film provocano la risata perché esasperano i comportamenti e sono ricchi di demolizioni e distruzione.

Little Moritz aime Rosalie (it. Little Moritz ama Rosalie – 1911)

Little Moritz si incontrano ad un ballo e si innamorano perdutamente. Cosa può andare storto? Il padre di lei non vuole assolutamente acconsentire all’unione ma Little Moritz non vuole desistere e si intrufola ripetutamente in casa di Rosalie per venirne ricacciato in malo modo. Pensate ci sia un lieto fine? E invece no, il nostro eroe finisce in lacrime sporco e solo in mezzo alla strada…

Little Moritz Fait Une Course Pressée (it. Little Moritz corre di fretta – 1911)

Ecco un Little Mortiz più caratterizzato con il suo sorriso ilare e la sua inettitudine. Qui interpreta una sorta di fattorino/portiere incaricato di andare a recuperare, per conto di un signore, la sua fidanzata. Per intascarsi una buona mancia Little Moritz è però un po’ troppo impetuoso e inizia una corsa folle sui mezzi più disparati: una macchina, una bici e infine una carriola. Giunto a destinazione non troverà l’accoglienza sperata! In questo episodio riecco quel senso di caos che avevamo visto anche nei Calino di Bosetti e che invece nel precedente erano un po’ meno presenti.

Little Moritz est un musicien consciencieux (it. Little Moritz è un musicista coscienzioso – 1911)

Corto delirante in cui un povero signore ha la disgraziata idea di dare dei soldi a Little Moritz, qui un musicista di strada. Peccato che sia un cantante terribile!! Per ringraziare il suo mecenate, Little Moritz inizia a perseguitarlo e seguirlo ovunque vada: su un carro, su un treno, sott’acqua e su una mongolfiera! Alla fine il tipo sviene per la disperazione…

Little Moritz demande Rosalie en mariage (it. Little Moritz chiede in moglie Rosalie – 1911)

Little Moritz è pronto a chiedere la mano della sua amata Rosalie ma, anche qui, il padre non è d’accordo. Il nostro eroe si reca dunque in un centro di boxe e preso dalla foga prima prende tutti a pugni e poi torna a casa di Rosalie iniziando a spaccare tutto. Pur di farlo smettere, il padre acconsente finalmente al matrimonio. Ecco il lieto fine che era mancato nell’altro episodio! Per altro ritroviamo finalmente anche la distruzione che era mancata in tutti gli altri titoli che abbiamo appena visto.

Questi quattro sono i corti di sicura attribuzione bosettiana che sono riuscito a visionare, seguono due di attribuzione incerta e altri cinque episodi divisi alla regia da Henri Gambart (il nome a volte viene riportato come Henry) e Alfred Machin. Perché non andare ad esaminarli per provare a tracciare una eventuale differenza con gli episodi di Bosetti?

Little Moritz a mal aux dents – Anonimo (it. Little Moritz ha mal di denti – 1912)

Come da titolo il nostro ha mal di denti e dopo aver iniziato a scalciare in giro per casa decide di andare da un dentista americano che lo cura. Credo la parte divertente dovrebbe essere vedere Little Moritz scalciare e saltellare di qua e di là ma è forse il peggior episodio della serie che ho potuto vedere.

Little Moritz épicier – Anonimo (it. Little Moritz droghiere – 1912)

Ennesimo lavoro per Little Moritz che qui è un droghiere… ovviamente goffo e incapace! Viene incaricato di portare a casa di una famiglia alcuni prodotti ma qui prima rompe tutto e poi viene inseguito da un cane creando distruzione in giro. Arriverà fino alla drogheria, mettendola a soqquadro, e verrà dunque licenziato.

Little Moritz est trop petit – Henri Gambart (it. Little Moritz è troppo piccolo – 1911)

Little Moritz vuole sposarsi con una ragazza ma il padre non vuole (che strano!) perché è troppo piccolo. Come fare? Decide di mettere dei trampoli e fingere di essere cresciuto magicamente. Secondo voi riuscirà nel suo intento? Ebbene sì, nonostante venga scoperto il padre, colpito, acconsente alle nozze.

Little Moritz, reporter photographe – Henri Gambart (it. Little Moritz fotoreporter – 1911)

Un po’ strambo e fin troppo furbo il Little Moritz di questo episodio. Per fotografare un noto pugile (o comunque atleta), il nostro le prova di tutti i tipi finché non decide di travestirsi da donna per strappargli l’agognata foto. In cambio del ritratto otterrà dal suo capo un sacco di quattrini. Quanto la sa lunga Little Moritz!

Little Moritz enlève Rosalie – Henri Gambart (it. Little Moritz rapisce Rosalie – 1911)

Cosa c’è di più romantico di un rapimento? Rosalie chiede al suo amato di rapirla e lui lo fa. Vengono però inseguiti dal padre di lei e dal suo cane fin nel cielo e tra le stelle. Precipitano a casa di Rosalie e, come nel primo corto, Little Moritz viene cacciato di casa senza che il matrimonio possa avvenire. Solito inseguimento distruttivo tipico di questo genere, la cosa divertente è che questo “rapimento” si inverte ad un certo punto quando la più piazzata Rosalie inizia a portarsi sulle spalle il povero Little Moritz stremato per la fuga.

Little Moritz, soldat d’Afrique – Alfred Machin (it. Little Moritz soldato in Africa – 1911)

Little Moritz è in Africa e viene mesto a guardia di una postazione. Peccato che sia meta di animali feroci! Di fronte a un terribile ghepardo, seguito anche da altri suoi compagni d’armi, abbandona l’avamposto e viene per questo messo in punizione. Tipico corto di Machin con animali feroci e ambientazione esotica. Little Moritz poteva pure non esserci e sarebbe stata la stessa cosa.

Little Moritz Chasse Les Grands Fauves – Alfred Machin (it. Little Moritz caccia delle grandi belve – 1912)

Ancora bestie feroci e ambientazione esotica ma questa volta Little Moritz è un cacciatore sgangherato. Dopo aver tentato invano di catturare animali esotici ma aver ricevuto in cambio solo inseguimenti e paura decide di comprare da un circo alcuni animali millantando poi ai suoi amici del club di Pégonas le sue doti da cacciatore. Viene quindi accolto dalla città come un eroe finché non viene per sbaglio liberato un ghepardo dalla gabbia che crea, ovviamente, scompiglio…

Si chiude qui il primo capitolo di questa retrospettiva dedicata alle maschere di Roméo Bosetti. Cosa dire? Il re del burlesque ama variare nelle sue comiche passando dalla distruzione agli inseguimenti alle classiche commedie degli equivoci. In questo è forse un po’ più poliedrico rispetto a Jean Durand ma in generale trovo quest’ultimo un pochino più divertente nel rendere le diverse situazioni. Little Moritz è una maschera più caratterizzata rispetto a Calino ma che manca comunque di una sua anima ben definita. Attraverso i vari registi tutto è legato semplicemente al volto irresistibile di Schwartz. Di Rosalie è invece difficile dire qualcosa perché non ho potuto vedere, e non so se sopravvivono, corti dove è lei unica protagonista. Ma la storia non finisce qui! Nel prossimo capitolo scopriremo le ultime opere di Bosetti e il suo triste declino.

Bibliografia:

  • Abel R., The Ciné Goes to Town: French Cinema, 1896-1914, Updated and Expanded Edition, California 1998.
  • Giacovelli E., La bottega delle illusioni: Georges Méliès e il cinema comico e fantastico francese (1896-1914), Bergamo 2015.
  • Lacassin F., Alla ricerca di Jean Durand, Recco, 2004.
  • Lacassin F., Un maître oublié du burlesque : Roméo Bosetti, pubblicato in due parti su Cinématèque 21 e 22 (2002-2003)

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