Onésime sfida Max Linder

OnésimeDopo Max Linder il massimo del successo in Francia lo raggiunse probabilmente l’Onésime di Ernest Bourbon con la dovuta precisazione che mentre Max Linder faceva commedia e satira Onésime rientra nel genere del burlesco. Ad essere precisi c’era forse in casa Gaumont qualcuno che aveva ancora più successo della maschera comica diretta da Durand ed era Bébé di Louis Feuillade (1910-1913) interpretato dal piccolo René Dary di appena 5/8 anni. Ma se quest’ultima serie era dedicata ad un pubblico forse meno maturo, il successo di Onésime è dimostrato dal fatto che dal 1912 al 1914 saranno circa 55 i film a vedere protagonista la maschera di Bourbon. Chi era Continua a leggere

Roméo Bosetti, il re del burlesque

Bosetti2Roméo Bosetti è stato importante per il cinema comico quanto è stato inafferrabile dalla storia del cinema. Jean Mitry diceva di lui che era sostanzialmente il creatore del genere slapstick e burlesco, ancora prima che Jean Durand e Mack Sennett potessero anche solo pensarlo. Per anni (1906-1914) è stato sempre in grado di macinare un film dietro l’altro ottenendo grande successo, e poi? Scomparso per sempre. Langlois tentò di trovarlo e portarlo davanti alla sua celebre commissione delle ricerche storiche della Cinématèque Française ma senza successo. I suoi film? Per la maggior parte perduti… Continua a leggere

Bébé e Bout-de-Zan: i baby comici di Feuillade

bébé_bout-de-zanTra le comiche di maggior successo nei primi anni ’10, capaci anche di insidiare il successo di Max Linder, troviamo quelle dei baby attori dirette da Louis Feuillade in casa Gaumont. Il primo in ordine cronologico è un figlio d’arte, Clement Mary detto René Dary, figlio del “comique idiotAbélard Mary, che si esibiva nei café-concert parigini. Debutta nel 1909 con Mange ta soupe all’età di 4 anni e, visto il successo, viene trasformato da Feuillade nel bambino pestifero della serie Bébé. Insieme gireranno un’ottantina di titoli tra il 1909 e il 1913. Andando ad analizzare i titoli dei diversi corti, la maggioranza perduti o di difficile reperibilità, emerge un quadro molto interessante Continua a leggere

Hamman-Durand e l’incredibile storia del Western Francese

western_frenchNel 1903 usciva per la Edison The Great Train Robbery di Edwin S. Porter che fino all’arrivo dei Colossal di Griffith era probabilmente uno dei film più celebri in assoluto. Per gli storici del cinema si tratta del primo film d’azione americano ma soprattutto del primo western definito della storia. Nel film troviamo dei banditi che assaltano un treno uccidendo e legando diverse persone prima di scendere e fuggire con i loro cavalli. Parte dunque l’inseguimento con la polizia che termina con l’uccisione dei membri della banda e il recupero della refurtiva. Da lì i film western iniziano a moltiplicarsi e diventano famosi sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo. Addirittura la Essanay arriva ad aprire a Berlino una casa di distribuzione specilalizzata sostanzialmente nella diffusione dei loro Broncho Billy. Continua a leggere

Calino: la Gaumont sfida Max Linder

CALINO BUREAUCRATE

Calino bureaucrate (1909)

Quando André Deed nel 1908 lasciò la Pathé per andare a Torino dalla Itala Film (per poi fare ritorno due anni dopo), alla Pathé stava spopolando il mitico Max Linder. I grandi rivali della Gaumont cercavano in tutti i modi di trovare un rivale che potesse competere con il successo strabordante di Max ma non era certamente facile. Il regista che venne scelto inizialmente per provare a contrastare il dominio Pathé fu l’italo-francese Romeo Bosetti, che arrivò ad essere considerato “il re del burlesque” ed è uno dei principali precursorsi del genere slapstick (ci sarà un articolo a parte su di lui). Da una parte Bosetti produsse una serie di corti con sé stesso protagonista nella maschera di Roméo, dall’altra diede vita a Calino. Il personaggio ebbe un discreto successo anche se, a mio avviso, paga oggi una caratterizzazione un po’ troppo generica ma che all’epoca. Nonostante questo, grazie all’interpretazione di Clément Mégé Continua a leggere

I Vampiri, episodio 2: L’anello che uccide – Louis Feuillade (1915)

Les_vampiresArticolo breve ma intenso del secondo episodio del serial cinematografico I Vampiri, sia
per un bisogno di risparmio di energie in vista del Cinema Ritrovato 2018, che per una questione di lunghezza del secondo episodio La bague qui tue (L’anello che uccide), proprio per questo motivo distribuito insieme al primo episodio La Tête coupée (La testa mozzata) di cui ho parlato un mese fa. Nonostante, appunto, la durata di 13 minuti, ne La testa mozzata assistiamo a ben due omicidi da parte dei Continua a leggere

I Vampiri, episodio 1: La testa mozzata – Louis Feuillade (1915)

tvampire_1aIn questi giorni sto studiando per (provare a) dare l’esame di Storia della Serialità e in bibliografia ho un testo che tratta della serialità delle origini, vale a dire i primi rudimenti delle produzioni mute in serie, concatenate tra loro e legate da una cornice socio-politica in comune. Sto parlando di Trame spezzate. Archeologia del film seriale di Monica Dall’Asta (Recco, Le Mani, 2009), un testo illuminante e fondamentale, credo, per chi si occupa di cinema muto. Già avevo avuto modo di sfogliarlo per la mia tesi di laurea triennale Emilio Ghione regista del cinema muto italiano. Il mio amato Za la Mort è un esempio rappresentativo della prima serialità italiana, sebbene non segua una continuità narrativa lineare, ma parlerei volentieri dell’apache dal volto scavato prossimamente. I film muti in serie dei primi anni del Novecento sono vari ed Continua a leggere

I Tre Moschettieri (Les Trois Mousquetaires) – Henri Diamant-Berger (1921)

Nello stesso anno della celebre trasposizione dei Tre Moschettieri con Douglas Fairbanks nella parte di D’Artagnan e Fred Niblo alla regia si preparava, in Francia, uno splendido sceneggiato in puntate sullo stesso argomento. La direzione venne affidata a Henri Diamant-Berger (che curò anche la sceneggiatura), uomo di punta della Pathé che sperava di sfruttare le sue capacità di regista per battere la concorrenza delle altre case, Gaumont tra tutte. Per fare questo a Diamant-Berger venne affidata la cifra record di 2.500.000 franchi con cui ingaggiò il celebre architetto e designer Robert Mallet-Stevens nonché Paul Poiret per i costumi. Il cast era composto da attori che erano riusciti a farsi un nome a teatro o in altre produzioni francesi.

Il film originariamente era costituito da 12 episodi della durata di un’ora ciascuno trasmessi in più di 60 sale ogni settimana, cosa incredibile per l’epoca. Recentemente il nipote del regista Continua a leggere

Il cantante Jazz (The Jazz Singer) – Alan Crosland (1927)

The Jazz Singer è noto alla storia come “il primo film sonoro della storia del cinema“. Vi starete forse chiedendo perché allora dovremmo parlarne in questo spazio, ma in realtà di sonoro questo film ha ben poco. Ma partiamo dall’inizio: la Warner Bros., celebre casa di produzione cinematografica, era nata da poco e non navigava certo in acque tranquille. All’epoca erano giganti come la MGM, Universal e la Paramount a mietere successi, lasciando poche briciole a chi si affacciava sul mondo del cinema. La Warner decise quindi di lanciarsi in una scommessa a dir poco straordinaria, acquistando, nel 1925, la Vitagraph e mettendo a punto, assieme alla Western Electric, il sistema sonoro Vitaphone. Qui entra in gioco Alan Crosland, uno dei più apprezzati Continua a leggere

L’agonia di Bisanzio (L’agonie de Byzance) – Louis Feuillade (1913)

L’agonie de Byzance è un film epico che ripropone in circa 30minuti uno degli avvenimenti più importanti della storia mondiale: la caduta di Costantinopoli del 1453. Feuillade ci propone la vicenda da un punto di vista tutt’altro che imparziale, insistendo sulla crudeltà e barbarie degli invasori musulmani, che infieriscono sulla popolazione ormai inerte. Gli eventi vengono ripresi attraverso unala telecamera fissa ad altezza d’uomo, che il regista aveva saputo sfruttare egregiamente in Fantômas, ma che mostra tutti i suoi limiti in un film di questo tipo: le scene sono spesso eccessivamente cariche di personaggi  tanto da creare confusione e costringere, talvolta, addirittura a tagliare dei Continua a leggere