Salomé – Charles Bryant, Alla Nazimova (1922/1923)

SalomePosterCercare di dare un senso alla Salomé di Charles Bryant e Alla Nazimova è davvero complicato perché nel mio io di spettatore si sono create due fazioni entrambe molto forti. Da una parte un’ammirazione sconfinata per un lavoro coreografico e scenografico incredibile con una Nazimova capace di dare vita ad una vera e propria performance estremamente complessa ed elaborata, dall’altra un totale rifiuto per tutto il resto a partire dalla narrazione per passare all’aspetto prettamente visivo. La Salomé si ispira a piene mani all’opera di Oscar Wilde e i costumi stessi, della solita Natacha Rambova, si ispirano alle illustrazioni di Aubrey Beardsley per la premiére della tragedia. Ma questa pomposità e gli eccessi si ritrovano a cozzare terribilmente con l’estrema lentezza e pacatezza con cui la narrazione si sviluppa e con cui i personaggi interagiscono tra di loro. Ogni piccolo gesto è certamente studiato ed esasperato ma non per questo il risultato è riuscito. Il film, come noto, fu un altro importante flop per Alla Nazimova che decise pertanto di ritirarsi dalla carriera cinematografica per tornare al teatro.

In questa versione ci troviamo in un’ambientazione quasi onirica con Erode (Mitchell Lewis) che, nonostante sia sposato con Erodiade (Rose Dione) è particolarmente attratto dalla figliastra Salomé (Alla Nazimova). Quest’ultima si invaghisce però a sua volta di Giovanni Battista (Nigel De Brulier) che però la rifiuta. Salomé decide allora di ballare in cambio della testa di Giovanni, pur di poterla baciare, ma dopo aver commesso il sacrilego atto viene fatta uccidere da Erode stesso.

Il finale, e non solo, differisce da quanto indicato nei vangeli dove Salomé non viene condannata a morte da Erode ma anzi, secondo Flavio Giuseppe, avrebbe addirittura poi sposato Erode diventando regina. Al di là di questo la vicenda è creata per mettere in evidenza la grettezza dei regnanti della stirpe di Erode che tra capricci e gesti blasfemi sembrano destinati a un futuro terribile. Tutto è esasperato nella corte, i paggetti hanno reazioni eccessive di fronte ad eventi apparentemente critici ma non così tanto (ben due si suicidano). Le fattezze stesse dei protagonisti sono esasperate: Erode pare un pagliaccio, Erodiade è sciatta e disinibita e Salomé anche nell’aspetto sembra tradire un carattere capriccioso ed eccentrico. Le didascalie si ispirano all’opera di Wilde e mostrano un’esasperazione ostentata per alcuni elementi chiave, in particolare (come vedete anche dalle immagini condivise) per il desiderio della protagonista di baciare Giovanni e infine quello di ottenere la testa che gli è stata promessa.

In Salomé troviamo tantissimi primi piani atti probabilmente a catturare i minimi dettagli del volto dei personaggi sempre estremamente espressivi e quasi caricaturali. Come detto ogni gesto pare studiato e portato all’eccesso ed è interessante notare come per assurdo proprio il momento della danza, che potrebbe scatenare questa ricerca per la dismisura, sia in realtà estremamente “classico” e misurato. Da notare, infine, quando il film abbia comunque ispirato a livello iconografico come dimostra l’acconciatura di Lady Gaga nella copertina di The Fame Monster.

Sarò sincero, per me Salomé è stato indigesto, non vedevo l’ora che finisse e grande è stata per altro la delusione nel non trovare, in un contesto così curato, un espediente per mostrare la testa di Giovanni. Tutto dal mio punto di vista tendeva a sfiorare il ridicolo e da non amante di un certo tipo di danza non ho neanche potuto valutare le doti della Nazimova. Un film estremamente deludente e pacchiano che non ha incontrato il successo del pubblico dell’epoca, che non apprezzava questo radicalismo estetico, e non ha incontra apprezzamento da parte mia. L’esperienza di visione è stata veramente alienante e la cosa è stata amplificata dal curato accompagnamento alla batteria di Valentina Magaletti fatto durante la proiezione al Cinema Ritrovato. Sicuramente visto a teatro avrebbe avuto un effetto completamente diverso.

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